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giovedì 4 dicembre 2008

la banalità dell'orrore

Le notizie di stampa si susseguno tumultuose, multe a clienti e prostitute, retate, repressioni, ogni sindaco sceriffo è in strada a radunare vigilantes ed a incitare al linciaggio. Che dire e che fare? Sembra ormai inutile ogni azione, stiamo precipitando in un buco nero. Non siamo ancora gli arresti solo perchè polizia e carabinieri sono più di buon senso dei politici ed è ridicolo arrestare uno per un reato che preveda al massimo 15 (leggasi quindici) giorni di carcere. Certo i sindaci più aggressivi (che poi sono i più culturalmente "bestie") sognano celle comunali, polizia volontaria di partito, camice verdi, brune, nere .... intanto la gente non tira neanche metà mese, il disagio cresce, la povertà avanza, ma loro tirano diritto: guerra alla prostituzione, guerra ai rom, lotta al diverso!

In questo brodo primordiale dei sentimenti prosperano storie assurde: quella del pensionato che si compra una schiava africana, la violenta per mesi, la riempi di botte e quando, convinta dai vicini, lei scappa il poveretto si lamenta, si, si lamenta, ma come: è sua, paga i parenti di lei per tenerla, l'ha regolarmente acquistata e lei scappa, ma come si permette, bisogherebbe tagliarli un piede come facevano una volta!

Spero ardentemente che lo mettano dietro le sbarre e che buttino la chiave, ma occorre anche avere pena di un simile personaggio, è anche lui vittima, vittima di una cultura dominante che porta a questi eccessi, a considerare il diverso un oggetto. Insieme a lui dovrebbero essere blindati a vita anche quei loschi personaggi che si esibiscono nei patinati salotti televisivi diffondendo il veleno del razzismo.

lunedì 17 novembre 2008

Messaggio di Isokè Aikpitanyi "Associazione Vittime ed ex Vittime della Tratta"


NON E' VERO
Non è vero che per effetto del Decreto Carfagna il racket si sta spostando all'estero e se, davvero, comunque si stesse spostando dall'Italia verso in altri paesi europei, vorrebbe comunque dire che non si è risolto un bel niente: da sempre il traffico usa l'Europa intera per far arrivare e mettere in circolazione le proprie vittime, spostandole da un paese all'altro a seconda di quel che le contingenze impongono; la maggior parte delle ragazze che si trovano in Italia, sono passate attraverso Londra, la Francia, la Spagna e altri paesi sono diventati, via via, zona di arrivo o di smistamento o di riciclaggio. Spostare le vittime da una zona all'altra, da una città all'altra o da uno stato all'altro non risolve l'emergenza umanitaria che le riguarda.
Non è affatto vero che l'articolo 18 ha dato buoni frutti: chi si è applicato ad attuarlo ha fatto il possibile, ma quella era un'arma spuntata e se dopo tanti anni di applicazione, la situazione non è migliorata, tutti dovrebbero avvedersi che bisognava e bisogna modificarlo.
Non è affatto vero che le modalità di lotta alla tratta portate avanti dalla Associazione Papa Giovanni XXIII sono state risolutive: da Rimini la Papa Giovanni è riuscita a spostare le vittime clandestine nei paesi limitrofi, ma ben presto in strada ci sono finite le ragazze est-europee, non clandestine quindi non espellibili. E adesso le toglierà dalla strada, ma le spingerà nei bordelli e nei night.
Per effetto del decreto Carfagna le vittime sono sempre più vittime, sfruttate in luoghi chiusi nei quali nessuno (operatori, volontari, forze dell'ordine, preti) può più raggiungerle per assicurar loro interventi di riduzione del danno o vie di uscite.
Non è vero che, comunque, prostituirsi o esser sfruttate in luoghi chiusi sia meglio che esserlo in luoghi aperti: le violenze si consumano ovunque, ma dai luoghi chiusi nessuna può fuggire e le violenze più terribili, quelle che comprendono anche l'omicidio, nascono proprio dove non c'è via di fuga.
Le donne italiane denunciano che tra le mura domestiche si consumano efferate violenze; come mai nessuno le denuncia, come mai si pensa addirittura che – invece – sarebbero oggetto di denuncia le violenze subite da donne sfruttate e clandestine nei luoghi chiusi, se nessuno denuncia neppure le violenze contro le donne italiane?.
Nel frattempo, per timore di essere arrestate le ragazze clandestine fuggono alla vista della Polizia e finiscono travolte da auto in corsa che neppure si fermano a prestare soccorso; botte e omicidi nascono per effetto di un clima di impunità dovuto al silenzio dei media e delle associazioni: si scende in piazza per una discriminazione o una violenza e una offesa razzista, ma si tace sui sempre più numerosi omicidi di ragazze trafficate… più di dieci solo da Pasqua a Ferragosto, tre a Bari in strada in poche settimane, dee a Napoli – Caserta in pochi giorni.
Le ex vittime avranno sempre una possibilità di avvicinare le loro più sfortunate sorelle ancora trafficate, ma i pericoli da affrontare sono troppi.
I clienti possono fare molto, ma per troppi anni c'è chi ha continuato solo a criminalizzarli e chi, invece, li ha definiti potenziali risorsa utili contro la tratta, ma NESSUNO ha fatto qualcosa nella direzione clienti.
E su questo fronte tutto si sta riducendo alle multe…
E' indispensabile attuare iniziative che favoriscano l'intervento di ex vittime o, comunque, di operatrici pari o, comunque, di connazionali delle ragazze trafficate; ed è indispensabile anche attuare immediatamente progetti che riguardino i clienti.
Noi abbiamo portato avanti queste due tipologie di intervento, fin dalla nostra nascita, anzi siamo nati proprio perché, pur rispettando il lavoro della rete antitratta, avevamo capito che bisognava fare anche altro.
La nostra esperienza è a disposizione di tutti.
Intanto a Cremona è finito il processo contro i trafficanti: condanne esemplari, ma la maggior parte dei condannati ha ottenuto gli arresti domiciliari … non si dica allora che contro i trafficanti la legge c'è ed è dura … con quale coraggio le ragazze dovrebbero denunciare i trafficanti e le maman che restano ben presto liberi?
I nostri amici Vincent e Rose festeggiano oggi la nascita del loro primogenito JUSTICE … un grande augurio a loro anche per la speranza che hanno espresso scegliendo quel nome per il bimbo.
Non è vero, infine, che il Decreto Carfagna abbia comunque evidenziato l'urgenza di affrontare il problema, poiché invece, ha innescato il vergognoso tentativo di dimostrare che si combattono le prostitute in strada per salvare le schiave: tratta e prostituzione sono due cose diverse, connesse per certi versi, ma diverse.


Se la pensi come noi aderisci formalmente al Movimento d'opinione del Progetto la ragazza di Benin City.
Se vuoi discutere hai un blog a disposizione, se cerchi aiuto ci puoi trovare al tuo fianco, ma se sei un cliente o un papagiro che da anni cerca e frequenta ragazze, tieni per te le tue scelte, i tuoi comportamenti e i tuoi commenti, non aspettarti la nostra considerazione.
Se una ragazza ti ha ingannato, deluso, fregato e mollato, non difendere per questo la Carfagna, ma cerca e ritrova te stesso, nel profondo del tuo cuore, abbastanza forza per combattere la schiavitù, sempre pensando che le ragazze più difficili sono quelle che, più di altre, sono vittime.
Non credere alla leggenda metropolitana che con le retate, gli arresti, i rimpatri, le detenzioni, ecc. si risolva il problema della tratta.
Cerca nel blog voce ribelle.ilcannocchiale.it e nel blog di cattivi ragazzi il calendario intenso degli appuntamenti dei prossimi giorni in giro per l'Italia con il Progetto la ragazza di Benin City


(nel box: Isokè)

mercoledì 29 ottobre 2008

dopo la scuola, tocca a voi: prostitute e clienti








Dopo la scuola ora tocca alla "cocca" del cavaliere, non è mica giusto che la Gelmini abbia cuccato un mese di popolarità sulla distruzione dell'istruzione pubblica e la sua cocca sia rimasta in ombra, già ci ha anticipato che lei, la cocca, è come Santa Maria Goretti, che angelo, che cherubino, non vuoi regalargli un pochino di notorietà? E quale ribalta mediatica, lei, la cocca, paladina della pubblica moralità. Peccato che stia giocando con la vita delle persone, che nella pratica protegge e fa prosperare maman e schiavisti, che incancrenirà il problema e lo renderà ancora di più difficile contrasto.
Gli sfruttatori vari si sono già attrezzati, hanno investito cifre colossali in hotel appartati, hanno predisposto i nuovi bordelli con cura creando società fittizie, prestanomi compiacenti, loro tifano Carfagna noi no!

giovedì 9 ottobre 2008

prostituzione: le radici profonde

Chi sono i maggiori consumatori di prostituzione? Lo sapevate che sono gli ebrei ortodossi, si, quelli con il vestito stile '800 e i boccoli. Riflettendo su questo fatto si va alla radice culturale del problema: "non disperdere il seme" sta scritto, come si fa? Semplice, si ricorre a una prostituta e ci si salva l'anima! Ed è alla base dell'uso cristiano delle prostitute, mentre nella cultura greca e poi romana si ammantava di una certa sacralità, gli ebrei prima e i cristiani dopo riducono il tutto in un lavandino dove scaricare lo sperma in eccesso, certo con qualche pudore e qualche vergogna perchè ci si rende conto che c'è qualcosa di sbagliato nel ragionamento, ma la giustificazione è forte: non peccare contro la parola di Dio, e chi sono io per condannare chi combatte contro il peccato?
Non è così lineare naturalmente, ma le (nostre) basi culturali sono queste. I secoli corrono, i costumi evolvono ... la prostituzione resta intatta. Non cambia il concetto, la femmina (non la donna) è un lavandino, ci si seve e si scarica lo sporco, tutto in fogna, nessuno vede niente, nessuno va oltre l'atto fisico, eppure un tale Gesù di Nazaret ci prova a farci ragionare sulla questione, ci parla e ci tramanda una tale Maria detta la Maddalena, niente, cervelli all'ammasso su questo tema.
Sino ad oggi ... già sino ad oggi (e per oggi intendo l'ultimo mezzo secolo). Le donne riescono a farsi sentire, i gai bordelli, luogo di giustificazione della borghesia ottocentesca, scompaiono, ma non scompare il problema, i maschi non demordono, non è più un problema culturale, è un bisogno nuovo, qualcosa che si accompagna all'evoluzione sociale, il bisogno di possedere, dominare, umiliare, oppure, sempre più spesso, mitigare la propria solitudine, le proprie debolezze ... e chi più di una prostituta si presta allo scopo, basta pagare, è una merce, e le merci non hanno anima.
Più sale la competizione e la fatica di vivere più cresce la domanda. Qui succede un fatto nuovo, la criminalità fiuta l'affare, ragazze dell'est, a migliaia, vengono raggirate, rapite, ricattate, finiscono in veri campi di prigionia tra le montagne dell'Albania, nasce un grande e moderno mercato delle schiave, dopo quasi 150 anni dalla sua morte, lo schiavismo torna alla grande, poi è la volta delle africane, delle sudamericane, delle cinesi e altre, altre ancora. I mercati si globalizzano, Londra, Atene, Parigi ... diventano i moderni carovanserragli. E' un affare colossale, l'occidente cristiano, il più recettivo sul tema, si popola di queste prostitute-schiave, a nulla valgono le misure adottate per contrastare la schiavitù, i trafficanti controllano i sistemi, pagano, corrompono, uccidono, evolvono, si alleano in mafie internazionali o si frantumano per sfuggire alle Leggi! Il sistema è cambiato, non più ceppi e catene di metallo, ma catene economiche, psicologiche, ricatti reali, uccisioni, torture esemplari, le vittime ridotte a complici con la promessa di una schiavitù a tempo, portami i soldi, raggira, imbroglia, menti, portami i soldi e ti lascerò libera.
Uno scenario apocalittico ... e appaiono ridicoli personaggi sulla faccia della storia, nani e ballerine, come la Carfagna, la Santanchè, Gentilini, Borghezio ... , personaggi che speculano sulla paura della gente, che indirizzano le loro incapacità, la loro ignoranza socile, la loro inadeguatezza culturale in un unica direzione: l'odio e l'intolleranza. Ma la criminalità è capace, studia e ricerca, capisce i fenomeni sociali, questi personaggi fanno il loro gioco, prostitute via dalle strade? E l'Europa (Italia in testa) si copre di un mantello di hotel, gli affari crescono, le schiave rendono di più, entra il giro della droga da consumare in una comoda stanza, offerta da una compiacente schiava-prostituta.
Che fare? Lo schiavismo si combatte con operazioni culturali tendenti a far recepire il problema in tutta la sua interezza, in questa battaglia siamo in pochi, la Chiesa è assente quando non ambigua, i governi (il nostro in primis) indifferenti, quella che pomposamente si identifica nella società civile è disorientata e impotente, si siamo soli, soli di fronte a un problema immane ... eppure, eppure ... qualcosa si muove, briciole, schegge di consapevolezza appaiano, la fiammella arde, c'è ancora speranza!