tag:blogger.com,1999:blog-34271582137445728422024-03-05T20:22:38.837+01:00Urlo dalla stradaGruppo di AutoMutuoAiuto aderente al Progetto "La Ragazza di Benin City"Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.comBlogger85125tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-42208492642406673982011-05-15T20:07:00.004+02:002011-05-15T20:42:24.371+02:0020 maggio 2011 il sogno di Diego si avvera<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QxU95pYf4aPNoaMAxtgIfzd-knGx4FtAGBD52x87yT6N1zVZvkBObjKdpBs_c5oOMxqFtr3V8mJTBwDXylEC_ZJGt7TZ0ltIWwmCWGv19rpdDbCYQXCXrDxUscWHko2q7dhnNtLAu2l6/s1600/foto+combo+0274.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 214px; DISPLAY: block; HEIGHT: 220px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607015040296319458" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QxU95pYf4aPNoaMAxtgIfzd-knGx4FtAGBD52x87yT6N1zVZvkBObjKdpBs_c5oOMxqFtr3V8mJTBwDXylEC_ZJGt7TZ0ltIWwmCWGv19rpdDbCYQXCXrDxUscWHko2q7dhnNtLAu2l6/s400/foto+combo+0274.jpg" /></a><br /><br /><div>Tutti gli amici sono invitati, senza eccezzione alcuna, sabato 20 maggio, ore 9, chiesa della parrocchia di Bauleni, Lusaka, Zambia. Diego diventerà "Fratel Diego", missionario comboniano.<br />Il suo sogno diventa realtà dopo più di un anno e mezzo di noviziato.<br />Chi non potrà essere presente fisicamente ci sia con il proprio cuore e il proprio affetto.</div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-13472990846474824222011-05-15T02:01:00.002+02:002011-05-15T02:05:10.862+02:00salone del libro 2011<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtpiXZPisc35bi9QU5CbxWg4QyH9FJwLwDvsEXfVVpOCctEVQmvD9ADGVt-EDuQi7buRCYIGe2AQf4SZ0makLAjXqKejJshpNy-_SwEPvLFRxmSyIQ-cmyTDFx9WUEqU_P7IXpdEW-RYsv/s1600/500storie2.JPG"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 276px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5606727193440426594" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtpiXZPisc35bi9QU5CbxWg4QyH9FJwLwDvsEXfVVpOCctEVQmvD9ADGVt-EDuQi7buRCYIGe2AQf4SZ0makLAjXqKejJshpNy-_SwEPvLFRxmSyIQ-cmyTDFx9WUEqU_P7IXpdEW-RYsv/s400/500storie2.JPG" /></a><br /><br /><div align="center"><span style="font-size:130%;">TORINO – LINGOTTO – SALONE DEL LIBRO<br /><br />Domenica 15 maggio 2011<br />Spazio Regioni ore 19 - 21<br /><br />STORIE VERE<br /><br />evento promosso dall’Associazione<br />Le Ragazze di Benin City<br /><br />Isoke Aikpitanyi<br />autrice del libro “500 storie vere” (ed. Ediesse)<br />con testi di Susanna Camusso e Roberto Saviano,<br />consegna<br />il Premio Progetto la ragazza di Benin City<br />a Suor Eugenia Bonetti e ad altri…<br /><br />***<br />Gianguido Palumbo<br />presenta<br />“NOITALIANI”(Infinito Edizioni)<br />con prefazioni di Nando Dalla Chiesa e Pap Khouma<br />Infinito Edizioni<br />Partecipa all’incontro<br />Nando Dalla Chiesa<br /><br />***<br />Beppe Pavan<br />del gruppo di Pinerolo Uomini in Cammino.<br />presenta il video<br />“Da Uomo a Uomo”<br />la violenza contro le donne ci riguarda<br />a cura dell’Associazione Nazionale Maschile Plurale<br /><br />***<br />L’evento è dedicato alla Campagna<br />per l’attribuzione del premio Nobel per la Pace alla Donna Africana (NOPPAW).<br /><br />Info e Contatti 346 7044126 – </span><a href="mailto:isoke.aikpitanyi@gmail.com"><span style="font-size:130%;">isoke.aikpitanyi@gmail.com</span></a><span style="font-size:130%;"> </span></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-85994565530976594142011-04-01T21:33:00.004+02:002011-04-01T21:46:55.110+02:00Merde schifose (*di Giovanni Giovannetti)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaVIjICGJg9IuwbPH7vj8D3XF-ek0_8tFHYM0nPt7AOxH1CxsV1Rztotq3Az5OeqVvPG7dqX6oHzVtXx6T5fAai1MvlTk15V43mjRy2vHwfhMwPTAq-_sQJVFIwwaTQeyPnMA0nUnruwMN/s1600/rom-bimbi_zingari.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 286px; DISPLAY: block; HEIGHT: 215px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5590703726931529218" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaVIjICGJg9IuwbPH7vj8D3XF-ek0_8tFHYM0nPt7AOxH1CxsV1Rztotq3Az5OeqVvPG7dqX6oHzVtXx6T5fAai1MvlTk15V43mjRy2vHwfhMwPTAq-_sQJVFIwwaTQeyPnMA0nUnruwMN/s400/rom-bimbi_zingari.jpg" /></a> <br /><div>Breve storia di Slavoljub Kostic e della sua famiglia, sgomberati all'alba dal campo Sinti di via Bramante (Pavia) «Saranno state le sei, sei e mezza. Questa mattina i vigili di Pavia sono entrati nella mia roulotte nel campo di via Bramante, ci hanno detto fuori tutti, moglie e cinque figli, i bambini ancora in pigiama, hanno preso le nostre cose e le hanno messe lì fuori e l'assistente sociale che urlava prendi i tuoi figli e vai sulla strada. Ora sono qui, senza luce e senza niente a parte la mia rabbia. Fino a qualche anno fa stavo bene e guarda ora. Sedici anni e mezzo di contributi di lavoro come benzinaio sull'autostrada a San Zenone, poi meccanico in officina mezzi pesanti a Sannazzaro, poi a Rimini, fonderia alluminio, muratore quarto livello a Pavia e autotrasportatore. Sono di Belgrado, Serbia, e il mio nome è Slavoljub Kostic. Sono scappato nel 1992 per non andare in guerra. Mi ero appena soposato con Nerezda e quando è nato Jovan ho scelto l'Italia. Il primo permesso di soggiorno è per motivi umanitari, profugo, nel 1993; l'ultimo scadrà a luglio. facevo il benzinaio, Nerezda lavorava anche lei, avevamo progetti, il mutuo per l'acquisto di una casa. Poi ho subìto un infortunio alla gamba e mi hanno licenziato e quindi ho dovuto rinunciare al mutuo e alla casa. Da allora case in affitto, fino a quando, abitando a San Martino, ho voluto un lavoro più vicino, ma la nuova ditta è fallita e così ho dovuto nuovamente guardarmi intorno. Un giorno in un posto dove mangiano i camionisti un tipo mi fa “ma tu non cerchi lavoro? Ci sarebbe da portare questo camion a...” io cercavo e dico sì. Mi hanno fermato i Carabinieri e risulta che il camion l'avevano rubato. Ora è tutto chiarito, ma sono rimasto in prigione dall'11 ottobre fino a febbraio, e poi agli arresti domiciliari qui dentro in roulotte. Io ero in prigione, Nerezda e i cinque figli non avevano di che campare, hanno perso anche la casa e così dormivano dentro l'auto davanti al carcere di Torre del Gallo, in sei dentro un'auto per tutto l'inverno. A mezzogiorno mangiavano dai frati di Canepanova e la sera alla mensa del povero a San Mauro. Fino a quando il vicesindaco di San Martino ci ha dato mille euro per la roulotte. Luigi Bossi è della Lega ma con noi si è comportato bene, niente da dire, ci aveva assicurato che per un po' di tempo potevamo stare nel campo di via Bramante, anche se lì è comune di Pavia; a San Martino abbiamo la residenza e i due figli piccoli Tatiana e Zivorat frequentano le medie qui in paese. Jovan e Kristian invece vanno all'Ipsia. Cristina andava al Cossa, ma quando mi hanno arrestato ha dovuto rinunciare per aiutare la mamma. Poco fa sono passati per di qua i compagni dei due figli che vanno a scuola in paese, ci hanno visti per strada, hanno salutato e i piccoli si sono vergognati e sono corsi in roulotte a piangere. I vigili hanno sequestrato l'auto perché era senza assicurazione. A Nerezda un po' dispiace, per lei l'auto era come una seconda casa, ci ha abitato, e la usava per andare per ferro». Questa sera ho incontrato Slavoljub, la moglie Nerezda e i figli Jovan, Cristina, Kristian, Tatiana e Zivorat. Le Brigate di Solidarietà attiva animate da Giuseppe Invernizzi hanno messo a loro disposizione un generatore per la corrente elettrica, in modo che nottetempo non debbano stare al buio. Il sindaco eletto anche grazie al voto dei mafiosi, quel “Pupo” che mantiene in Giunta gli amici degli amici, ora viene a dirci che il nostro problema sono i Sinti pavesi o un Rom serbo da vent'anni a Pavia come Slavoljub. Deboli con i forti e forti con i deboli. Sindaco e assessori: fate schifo. </div><br /><div>(*G. G.)</div><br /><div></div><br /><div>Che dire Giovanni!? Non possiamo che condividere !</div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-87419141912257768672011-03-22T21:46:00.003+01:002011-03-22T21:57:34.035+01:00Tra musica, dreadlocks e sogni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWY8rs97CDwHLfkyhVQh4mcTjYcYDVL_E1mq0nTr-zgdlcHc9k7qGPJliG6-9lnv3wgk1vgw4xh0_XqhLDCjqoVWGGqJ8I6NO5dHVR2j_t-c1zAMnw5sstD3m98uU7UYhWjW3JzRLo40PZ/s1600/rasta.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 300px; DISPLAY: block; HEIGHT: 350px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587010215341249410" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWY8rs97CDwHLfkyhVQh4mcTjYcYDVL_E1mq0nTr-zgdlcHc9k7qGPJliG6-9lnv3wgk1vgw4xh0_XqhLDCjqoVWGGqJ8I6NO5dHVR2j_t-c1zAMnw5sstD3m98uU7UYhWjW3JzRLo40PZ/s400/rasta.jpg" /></a><br /><div>Tra musica, dreadlocks e sogni<br /><br />Il compound di Bauleni e’ pieno di problemi, e’ vero, ma e’ anche un “laboratorio” di vita, dove si esperimentano ed esprimono una moltitudine di relazioni, di energie, emozioni, un intreccio di storie e personaggi, talenti, musica, arte, sogni e creativita’ che rendono quel groviglio di umanita’ un posto unico, dove si respira tutta la freschezza della vita. Ci si sente vivi nonostante tutto!<br />C’e’ Mr. Dakka per esempio, un uomo sottile e distinto sulla sessantina, con capelli corti e brizzolati e degli occhiali ovali dorati che gli danno un’aria da docente universitario. E’ un orologiaio, almeno cosi’ lui dice. Ha un tavolino quadrato sotto il portico di un negozietto all’interno del mercato, sul quale dormono ammucchiati ricordi di orologi. Ne ho portati alcuni a cui ha cambiato la batteria e funzionano. Mi rendo conto che l’operazione non e’ delle piu’ difficili, ma gli viene bene. Il mio, che non ha problemi di batteria, l’ho portato almeno quattordici volte, tanto che putrebbe andareci anche da solo. Funziona per un giorno o due e poi si stanca e si inchioda. Ogno volta Mr. Dakka mi rassicura: “ ...no no brother Diego, questa volta l’ho messo apposto, vai tranquillo”. Io vado tranquillo, ma poi dopo due giorni, tranquillo torno indietro. E’ ormai diventata una sorta di tradizione per me, un po’come andare a prendere l’aperitivo da noi in Italia alla domenica mattina:<br />“cosa fai domenica? Ah no, il solito, vado a portare l’orologio a Mr. Dakka”, e’ un modo per socializzare, per stare insieme.<br />Poi c’e’ Naomi, una bella ragazza di ventitre anni con un talento naturale per il busyness. Ha un baracchino giallo alla stazione degli autobus dove vende ricariche per telefonini. Ce ne saranno una ventina di quelle scatole di compensato colorate e tutte vendono la stessa cosa, eppure da lei c’e’ la fila. Questo non per la sua bellezza, perche’ ci sono molte donne che si servono da lei. E’ il modo accogliente e socievole con cui si rivolge alle persone. Sembra dirti tra le righe: “prima di tutto sei una persona, poi se compri sei anche un cliente”, completamente il contrario della logica consuminta che ti vede solo come una risorsa da sfruttare e se avanza tempo, forse sei anche una persona. Si possono spendere delle ore da lei, senza comprare nulla. Da lei si socializza, tra gli schiamazzi del mercaro, il fumo dei minibus e i clacson che suonano incessantemente.<br />Poi c’e’ Mr.T, cosi’ si fa chiamare. E’ un uomo sulla cinquantina, alto, vestito sempre di nero con un giobbotto pesante di finta pelle nera rovinatissima che indossa anche quando ci sono cinquanta gradi. Il suo tasso alcolico e’ costantemente medio-alto, con picchi impressionanti veso le quattro del pomeriggio. Quando si presenta dice: “ piacere, io sono Mr.T, ovvero Mr. Toilet perche’ sono ufficialmente in carico, nonche’ responsabile della pulizia dei bagni del bar vicino alla stazione”, che poi pulizia e’ una parola grossa visto che tutti i clienti si lamentano per le condizioni preoccupanti in cui versano i bagni.... da colera tanto per intenderci. Penso lo paghino a birre e sigarette e non so se abbia un vero e proprio stipendio, ma e’ parte dell’ambiente del bar, se non c’e’ manca e la gente chiede: “ ei dov’e’ Mr.T oggi?”<br />Sempre nel mercato c’e’ Chisomo (che si pronuncia Cisomo), una ragazza di diciannove anni che ha appena terminato la Secondary School e non vede l’ora di poter proseguire gli studi ed andare all’universita’. Lavora nel negozietto del padre dove vende materiale elettrico, poco lontano dal tavolino quadrato di Mr. Dakka, il fenomeno degli orologi. Mi piace fermermi da lei ed ascoltare le sue idee, farmi interrogare dalle sue domande e parlare del suo piu’ grande sogno: quello di diventare medico. Tra un cliente e uno scroscio di pioggia, e’ impegnata a sfogliare un vecchio volume di enciclopedia medica senza copertina, dalle pagine ingiallite, impregnate di “Bauleni” e spaccato in due come una mela, che lei tiene come un tesoro da maneggiare con delicatezza e rispetto, quasi tenesse in mano il suo sogno. Lei ci crede veramente e mi dice sempre: “vedrai Diego, un giorno verrai da me a farti curare, saro’ il tuo medico! ...vedrai!”. E’ molto gentile da parte sua anche se suona come una gufata. Ma si, in fondo prima o poi qualcosa mi verra’. Alla fine Chisomo ha ragione e mi riporta alla mia umanita’ e alla realta’ di ogni esistenza di cui la malattia e’ parte.<br />Moses davanti al suo laboratorio C’e’ anche Moses, un Rastaman di trentanni con dei dreadlocks che raccoglie in due grosse ciocche, una sulla destra e una sulla sinistra della testa e che il piu’ delle volte copre con una grande cuffia di lana del Barcellona, di cui e’ tifosissimo. E’ un falegname e lavora tutto il giorno nella bottega vicino alla guest house proprio nel centro piu’ rumoroso del compound di Bauleni, dove i bar si concentrano cambiando l’odore dell’aria, da quello pesante del diesel della stazione a quello acre del mais fermentato che bevono come birra locale. Le sue specialita’ sono poltrone e divani che costruisce con una certa liberta’ espressiva. Una cosa non puo’ mancare nelle sue opere: devono essere rigorosamente ricoperte di un vellutone soffocante che fa sudare al solo pensiero di sedercisi sopra, anche se sedersi non e’ la parola giusta, perche’ in quelle poltrone ci si sprofonda dentro. Non e’ una sua fissa, in tutte le case si possono trovare poltrone foderate di questo materiale sintetico non proprio estivo ne tantomeno adatto per luoghi polverosi come il compuond nella stagione secca, ma qui e’ un must. Moses non ha studiato molto, ma ha una mente da filosofo. E’ bello ascoltarlo, con quella sua spiritualita’ rastafarian, mentere si arrabatta a tagliate pezzi di legno in una nuvola di segatura che si appoggia sui dreadlocks come neve che si spruzza a presepe finito. Sogna di poter mettersi in proprio anche se ci vogliono molti soldi. Lavora duro, come tutti i rastafarian del compound, dalla mattina a sera tarda. Ha tre bambini, l’ultimo ha sette mesi, e una moglie giovane che non ha nulla a che vedere con i rasta. Moses mi dice sempre: “sai bro, io nella vita voglio combinare qualcosa di bello, voglio realizzarmi, non grandi cose, ma avere un negozietto mio, mandare i miei figli a scuola e vivere in una casa decente. Non sono fatto per starmene in un bar tutto il giorno a bere e buttare via la vita... e’ troppo? No bro, Jah (JAH e’ il nome che i Rasta danno a Dio) mi aiutera’ e ce la faro’! Sono tanti ancora i personaggi e le storie di Bauleni che potrei raccontare, tanto che non basterebbero tre vite per abbozzarle tutte. Racconti di vita vera tra degrado, problemi e ingiustizie ma ancora una volta mi rifaccio alle parole di De Andre’: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori”.<br />...e io mi siedo incantato a meditare il miracolo della vita che fiorisce in Bauleni, tra musica, dreadlocks e sogni.<br /><br />Vi porto al cuore<br /><br />Diego (Gigo)</div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-20315836497991120032011-02-23T22:20:00.002+01:002011-02-23T22:28:19.904+01:00Isoke Aikpitanyi: 500 storie vere<strong>Esce il nuovo libro di Isoke: "500 storie vere". Diamoci da fare per farne un nuovo strumento di lotta contro la tratta! Per info: <a href="mailto:isoke.aikpitanyi@gmail.com">isoke.aikpitanyi@gmail.com</a></strong><br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Nxg8suUXKGCLF7YSdqki5BqzBosAnb8J4BUomdG5JvqJGdkrs5KAZURwE5b61fxMWoJmlKQJ5K-8YUH3MeeImggLzftvP7o7JnVBTdux1XWX7IcbopyVCLn9yWpb7-s7L6R29cF3_fmi/s1600/P1060515.JPG"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 287px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5576998320024552594" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Nxg8suUXKGCLF7YSdqki5BqzBosAnb8J4BUomdG5JvqJGdkrs5KAZURwE5b61fxMWoJmlKQJ5K-8YUH3MeeImggLzftvP7o7JnVBTdux1XWX7IcbopyVCLn9yWpb7-s7L6R29cF3_fmi/s400/P1060515.JPG" /></a><br /><div></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-59105281095102498852011-01-06T21:59:00.003+01:002011-01-06T22:20:47.792+01:00Buon anno ... da Gigo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHfW24ZDfe8hZGCX16dhR0o1lF6NPwBnyP8EcVGzlqU-7SMmfBSn5Yq9FnI-k1O7iZSiQZHE8i43DwIoT_atZ3xhM4aShySutGfNasjQAi2EAx04fSi6iyIiDbsbhDfzSpdGBGDehSnfFq/s1600/bambino-con-aquilone-al-tramonto.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5559185818596537346" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHfW24ZDfe8hZGCX16dhR0o1lF6NPwBnyP8EcVGzlqU-7SMmfBSn5Yq9FnI-k1O7iZSiQZHE8i43DwIoT_atZ3xhM4aShySutGfNasjQAi2EAx04fSi6iyIiDbsbhDfzSpdGBGDehSnfFq/s400/bambino-con-aquilone-al-tramonto.jpg" /></a><br /><div align="justify">Aquiloni…roba da profeti!<br /><br />Mwila ha gli occhi grandi, belli, scuri e brillanti, dove il bianco si taglia di netto con il nero profondo dell’iride. È piccola piccola ed ha un’aria malinconica. È diversa da tutti gli altri bambini che vivono nella casa delle suore di Madre Teresa a Lusaka. Sì, è vero, tutti i bambini sono diversi, ma Mwila ha una caratteristica poco comune; non sorride mai. Mwila è la bambina che non sa sorridere. La piccola ha perso entrambi i genitori, è positiva, ha la tubercolosi ed è denutrita e anemica perché la nonna, che avrebbe dovuto prendersi cura di lei, è alcolizzata e si beveva tutti i soldi. Insomma, ha i suoi buoni motivi per non sorridere! L’ho tenuta in braccio per più di un’ora quel sabato e non mi ha regalato nemmeno un accenno di sorriso. Tutti i trucchetti che hanno avuto successo con altri bambini, hanno finito per togliere anche il mio sorriso. La guardavo, mentre la tenevo in braccio. I suoi occhi mi fissavano dritti nel punto in cui fa male. Il caldo aumentava per l’arrivo della pioggia e per il disagio che si prova davanti ad una domanda precisa a cui non si sa rispondere. Sentivo la sua schiena sudata appiccicarsi ai miei pantaloni bagnaticci. La sua bocca sembrava sigillata, non una parola, non un sorriso, non un cenno di approvazione, ma due occhi scuri che trafiggono lapidari e pronunciano sentenze che solo l’anima capisce. Ciò che si comunica senza la parola, non può essere descritto a parole, è semplice, elementare, ma ci si prova comunque, senza grandi risultati. Tenevo in braccio il mio imbarazzo e la fronte sentiva il fresco del vento che soffiava sulle gocce di sudore che scendevano verso gli occhi. Nel mondo di Mwila non si entra attraverso canali convenzionali, si entra con modalità, spazi e tempi che deve ancora farmi scoprire. È lei che guida la danza, è lei la padrona del suo giardino tutt’altro che sfiorito. È il suo eden e per entrarci bisogna meritarlo. Il suo mondo non è chiuso, chiuse sono le mie vie, i miei sentieri per arrivare a lei. A volte è spiazzante, una bambina di 3 anni circa ha libero accesso nel “mio luogo”, dove pochi possono permettersi di entrare, e ci entra con naturalezza, come fosse la cosa più semplice, proprio come fanno i bambini che entrano ed escono dalle case di cortile nei giorni d’estate facendo gonfiare la tenda come la vela di una nave che solo la loro fantasia può vedere. È il loro mare e ci nuotano con confidenza, anche in punti in cui altri rischierebbero d’annegare.<br />“Se non diventerete come bambini……..”<br />È questa semplicità, essenziale che accompagna nei luoghi più nascosti della vita vera. È l’atteggiamento di Mwila, che seduta sulle gambe del Ragazzo di Nazareth fa esclamare quella frase che sembra un’offesa alla ragione di chi è diventato grande a fatica, guadagnandosi quel rispetto ingessato, quell’adulta rigidità indossata come un vanto.<br />No, quella non è saggezza. La saggezza vera è mantenere viva quella spontaneità e creatività di chi sa costruire aquiloni dai rifiuti, con la fiducia di vederli volare. E’ la fiducia del profeta.<br />Saggezza è far volare aquiloni. Solo i bambini, i saggi e i profeti sanno far volare cose. Le portano in alto perché tutti le possano vedere per poi riportarle a terra perché possano essere toccate e vissute, perché ci si possa accorgere che sono cose vere, proprio come aquiloni.<br />Ne ho appeso nella mia stanza, l’ho trovato mentre camminavo in una periferia di Lusaka. Quel giorno il vento ha voluto portarmi il regalo di un bambino che non conosco e che probabilmente non conoscerò mai. Conosco però la sua fantasia, la sua semplicità e la sua speranza. La speranza di poter far volare in cielo cose che altri danno per finite.<br />Presto Mwila sorriderà. Presto avrà l’età per costruire il suo aquilone e anche lei, come tanti bambini, correrà con un sogno in cielo appeso a un filo, un sogno reale che lei stessa potrà guidare con l’aiuto del vento. Un sogno che potrà portare a terra tutte le volte che vuole, oppure lanciarlo in cielo perché possa mantenere la tensione naturale del sogno. Presto Mwila, guardando i rifiuti di una discarica, vedrà pezzi di cielo azzurro con cui giocare.<br />Sì, perché solo i bambini i saggi e i profeti giocano con il cielo.<br /><br /><br />Buon Anno a tutti<br /><br />Diego (Gigo)</div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-41135361279361626662010-12-10T20:47:00.002+01:002010-12-10T20:57:32.109+01:00Buon Natale dall'Africa, buon Natale da Gigo, buon natale dai CattiRagazzi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBBOHSFehLFps3ku1VUldjyVlITw9BYNj-rS1l4xAOYxpzYB2BCVxV3eig7ElwSsABnrOCsZiCHWHkQ37Ii6k54VrW3Ab2QbAOzXd_-L4e4yeWsGhCU4rTUG2_rZ2qdKDMy1PcuEAvSLLD/s1600/imagesCAD79NOS.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 201px; DISPLAY: block; HEIGHT: 251px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5549145056805122386" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBBOHSFehLFps3ku1VUldjyVlITw9BYNj-rS1l4xAOYxpzYB2BCVxV3eig7ElwSsABnrOCsZiCHWHkQ37Ii6k54VrW3Ab2QbAOzXd_-L4e4yeWsGhCU4rTUG2_rZ2qdKDMy1PcuEAvSLLD/s400/imagesCAD79NOS.jpg" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-family:arial;">Potrebbe esserlo di più<br /><br />È Natale sì, quasi ci siamo, ma oggi, mentre ero in carcere, non l’ho percepito. Non mi sono ricordato che mi trovavo li per festeggiarlo con quegli uomini rinchiusi.<br />È Natale sì, ma quanta disumanizzazione! Io la dentro morirei, proprio fisicamente, non riuscirei a campare molto.<br />Mi guardavo attorno mentre il vescovo di Lusaka celebrava la messa e vedevo gente attorno a me ammassata come bestie. La puzza era davvero pungente tanto che il mio compagno etiope mi disse onestamente che non riusciva a resistere. Avevo paura si sentisse male. L’odore era talmente acre e denso che sembrava di mangiarlo. Non era odore di uomo.<br />È Natale sì, ma l’odore non era di vaniglia e mandarino, non c’era profumo di festa, no, era odore di carogna, odore di cose morte che stagna nell’aria.<br />Sono 1500 uomini detenuti di nazionalità diverse: somali, etiopi, eritrei, nigeriani, zambiani, angolani, indiani e c’erano anche due bianchi, forse europei. Nelle Central Prison of Lusaka si dorme in 70, 80 per stanza, si dorme per terra, incastrati l’uno con l’altro. Una cella senza finestre in cui è notte anche di giorno e quando fuori il sole cala, le celle si chiudono e comincia l’inferno.<br />È Natale sì, ma mi chiedo cosa ci spinge a vivere in questo modo, a schiacciare l’uomo nella miseria che noi stessi creiamo. Cosa ci spinge a guardarlo strisciare come fosse senza braccia e senza gambe, ma soprattutto senza dignità, perché ho conosciuto uomini e donne senza gambe o senza braccia insegnare la dignità; creature pienamente umane.<br />Il brutto esiste in questo mondo, ma perché creiamo un sistema che peggiori la situazione? Il male esiste, ma perché lo aiutiamo a diventare sempre più forte invece di depotenziarlo? Ad un certo punto si cade nel nonsenso ed è questa la sensazione che ho provato guardando esseri umani costretti a sopravvivere in questo modo. Non ha senso! E i diritti umani? Per chi sono stati pensati? Per chi sono stati scritti e approvati?<br />È Natale sì, ma mi chiedo dove sia il limite al male che stiamo facendo a noi stessi. Mi chiedo se la sentiamo ancora quella domanda del libro della Genesi che Dio ci rivolge: “uomo dove sei?”<br />Dov’è finito l’uomo, dove l’abbiamo nascosto?<br />Molte volte per liberare la nostra coscienza dalla prigione in cui la costringiamo morire giriamo la domanda a Dio: “ Dio dove sei?”<br />Dov’eri quando in Rwanda in cento giorni sono state fatte a pezzi un milione di persone? Dov’eri quando in Cambogia Pol Pot e i Khmer Rossi hanno trucidato e torturato più di un milione di Cambogiani?<br />Dov’eri quando i nazisti hanno sterminato più di sei milioni di esseri umani perché ebrei, zingari, portatori di handicap o omosessuali?<br />Dov’eri quando l’occidente ha azzannato l’Africa come un cane inferocito, comprando uomini e donne come fossero cose o bestiame? Dov’eri?<br />Dio non c’entra! Chi si ammazzava e chi continua a farlo?<br />È Dio che ammazza l’uomo, oppure è l’uomo che ammazza, sfrutta, tortura e sfigura se stesso? …e Dio non interviene?<br />Certo che interviene, e lo fa a modo suo, ponendoci davanti alla nostra coscienza con queste due domande:<br />“uomo dove sei? Dov’è tuo fratello?”.<br />È a questo che dobbiamo rispondere. È questo che ci rende responsabili l’uno dell’altro. È questo che fa rinascere il bello che ci abita e a cui siamo stati pensati. È questo che ci rende pienamente umani e restituisce senso a tutto.<br />È Natale sì, ma se ci impegnassimo davvero, potrebbe esserlo di più.<br /><br />Vi Auguro di trasformare il 25 dicembre in “Buon Natale” per tutti, nessuno escluso e un 2011 felice all’insegna dell’impegno!<br /><br />Vi porto al cuore<br />Diego (Gigo)</span></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-16279589573998072802010-12-07T20:56:00.002+01:002010-12-07T21:09:57.837+01:00NON HO AVUTO IL CORAGGIO DI INCONTRARE QUELLA MAMAN<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgQbXVCo51OA6BULstE-gm1vM0JsKL8VVfQGugxBiO5BvAGkENfpwReKnK70HrRGZstMVLEN8-7ww8C4WJ7rI-zyBLQ2kZHwa55Zs56Fyffdvbw8u3jYnuESc2OXE4maYyZThm1ElS2E6/s1600/donne1.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 261px; DISPLAY: block; HEIGHT: 360px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5548035043856964370" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgQbXVCo51OA6BULstE-gm1vM0JsKL8VVfQGugxBiO5BvAGkENfpwReKnK70HrRGZstMVLEN8-7ww8C4WJ7rI-zyBLQ2kZHwa55Zs56Fyffdvbw8u3jYnuESc2OXE4maYyZThm1ElS2E6/s400/donne1.jpg" /></a><br /><div align="justify"><span style="font-family:arial;"><strong><span style="color:#ff0000;">“Salvare le maman…” facile a dirsi…<br /></span></strong><br /><br />In margine a una puntata di “I fatti vostri”.<br /><br />Sono stata invitata a partecipare ad una puntata de “I fatti vostri”, in onda il 3 dicembre su una questione molto delicata: la storia di una maman che chiede perdono.<br /><br />L’idea di “salvare” le maman che molto spesso sono soltanto delle ex vittime della tratta, ce l’ho in testa da tempo e insieme alle mie collaboratrici, l’ho messa anche tra le proposte conclusive dell’indagine sulla realtà sommersa delle vittime della tratta.<br /><br />E mi è già capitato di incontrarne, constatando che si tratta di trafficanti da quattro soldi, ragazze che hanno cercato di fare le furbe e si sono inguaiate.<br /><br />Quando ho ricevuto l’invito a partecipare al programma tv sono stata contenta, pensando che in quella occasione avrei potuto contribuire a dire qualcosa di nuovo sul problema.<br /><br />Ma avrei dovuto farlo in TV e io non sono sempre abbastanza brava, né in pubblico, né in tv a dire tutto quel che dovrei.<br /><br />Pensando a quell’appuntamento mi sono tornate in mente tante cose, prima fra tutte il mio calvario in ospedale, dove sono finita dopo aver detto BASTA alla mia maman e dopo che lei ha incaricato degli energumeni di punirmi.<br /><br />Quelli quasi mi ammazzano, quasi perdo un occhio,…quattro giorni di coma, mesi di convalescenza, e l’occhio mi da ancora problemi.<br /><br />Salvare le maman, allora, non può voler dire raccogliere il pentimento di ogni ex maman che, dopo un periodo più o meno lungo di carcere e a fronte di un altro lungo periodo, pensa a ciò che ha fatto e piange.<br /><br />Non ho trovato il coraggio di andare in TV e sono scappata di fronte a questa opportunità perché certe cose sono facili a dirsi, molto meno a farsi.<br /><br />Ho poi guardato il programma, andato in onda senza la mia partecipazione ed ho visto le lacrime di questa ragazza nigeriana, condannata a sei anni, mica a sei mesi.<br /><br />Piange perché le è stato tolto il figlio e non è giusto che lui paghi per gli errori della mamma.<br /><br />Parole giuste. Tutti i detenuti piangono per i loro errori e quasi tutti non vorrebbero che i loro errori ricadessero sui figli.<br /><br />Ma il pianto non può essere liberatorio se è riferito solo a se stessi…è umano che una mamma pianga la lontananza dei figli ed è umano che chi ascolta il suo pianto di mamma si commuova.<br /><br />Ma se non ci sono lacrime vere per le ragazze che sono state sfruttate, non siamo di fronte ad un pentimento, ma solo ad un dolore umano ma inevitabile, perché una pena è giusta anche se il detenuto piange, e fino a quando on ha capito davvero le proprie colpe e non è pronto ad una vita nuova e diversa, la sua sofferenza merita rispetto, ma i suoi errori meritano di essere punito perché c’è qualcun altro che ha sofferto a causa di quelli.<br /><br />Quante ragazze sono state sottomesse a quella maman e magari hanno sofferto e soffrono ancora; quante i figli non li avranno perché le violenze subito hanno tolto loro la fecondità; quante hanno avuto figli che le maman hanno tolto loro per usarli come strumento di ricatto, e quante maman sono rimaste impunite e libere potendosi nascondere dietro alla apparenza di essere buone madri.<br /><br />Non sono andata in tv per la paura di essere troppo cattiva nei confronti di quella maman, ma anche per la paura di essere, invece, troppo scossa e commossa dalla sua situazione, poiché dietro ad una maman c’è sempre una ex vittima della tratta.<br /><br />Per questo, però, mentre dimostro che 500 ragazze sono state uccise, mi riesce difficile andare in TV ad ascoltare come se niente fosse la sofferenza di una maman con il rischio di sembrare io la cattiva che non perdona e lei la disperata.<br /><br />O di dimostrare, alla fin fine, di esser disperata cme lei e che, quindi, vittime e carnefici sono la stessa cosa.<br /><br />In questa Italia siamo tutti o troppo razzisti o troppo tolleranti e, allora,può succedere quel che successo in tv, al programma e, cioè, che il pubblico mostra comprensione per la sofferenza di questa donna e se potesse votare per la sua liberazione lo farebbe subito, sull’onda di una emozione suscitata in TV.<br /><br />Io emozioni in Tv ne ho trasmesse e ne ho vissute tante, ma non ho visto nessun cambiamento nell’opinione pubblica e nelle forze politiche, nelle associazioni, ecc. ecc., per cui ad un certo punto mi dico ma che ci vado a fare, solo a trasmettere la mia dose di emozioni e di dolore.<br /><br />Non ho avuto il coraggio, questo mi dispiace.<br /><br />Molte donne e molti amici mi dicono che sono coraggiosa, ma non è così.<br /><br />Ho avuto coraggio quando ho affrontato l’ignoto e sono finita nella tratta. Ne ho avuto quando ho detto basta.<br /><br />Non posso farmi forza ogni singolo giorno per affrontare sempre nuove situazioni, sempre nuovi drammi. Ho voglia di una vita normale.<br /><br />Come dice Saviano, la mia opera più grande sarà ricostruirmi una vita normale.</span></div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify"><span style="font-family:Arial;">Isokè</span></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-17767376595914172632010-10-15T22:36:00.006+02:002010-10-15T22:54:58.764+02:00CattiviRagazzi, PRBC, Maschile&Plurale: una seria analisi del momento<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFwss3XMHlX3wG3_31ojXKrnfHeBJHFBgh8t6-zdbPjlpKgiuKT0ZAr8dFmkikJ0AnvFyE0Gi_jyg1KDEi2TKl_4nP0UJ3dKOqZF0YPprVIrYjE-SDvcKqBAghADIYoDcoMuwTS3-aiT6d/s1600/claudio.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 302px; DISPLAY: block; HEIGHT: 218px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5528377947368048738" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFwss3XMHlX3wG3_31ojXKrnfHeBJHFBgh8t6-zdbPjlpKgiuKT0ZAr8dFmkikJ0AnvFyE0Gi_jyg1KDEi2TKl_4nP0UJ3dKOqZF0YPprVIrYjE-SDvcKqBAghADIYoDcoMuwTS3-aiT6d/s400/claudio.jpg" /></a><br /><div align="justify">Carissimi amici del Progetto la ragazza di Benin City<br /><br />Rientro da Torino, dove si sono svolti i lavori di Maschile Plurale.<br /><br />Ho portato i saluti di tutti voi e ho svolto una relazione sugli incontri di preparazione che abbiamo svolto a Cremona, Pavia, Aosta (anche con quelli di Torino) e Roma; ho cercato di metterci dentro anche gli elementi che alcuni amici dei gruppi di auto – mutuo aiuto di altre città, ci hanno espresso.<br /><br />Ho parlato anzitutto della nostra crisi.<br /><br />E ho descritto come in passato io avessi pensato che questa crisi nascesse proprio dall’abbraccio di Maschile Plurale che a voi era parso diffidente nei nostri confronti e che, di conseguenza, io contestavo a nome di tutti voi, scontrandomi per questo con gli amici di Maschile Plurale.<br /><br />Ho dovuto ammettere pubblicamente, però, che la nostra crisi è più profonda e che nasce dalla stanchezza di dieci anni di lavoro svolti quasi sempre da soli, quasi sempre considerati male in quanto clienti da punire, ecc., ma che, soprattutto, nasce dal Decreto sicurezza che, criminalizzando le clandestine e i clienti, ci ha “spaventati” vanificando molti dei nostri slanci operativi: le conseguenze che paghiamo a livello privato (in famiglia) e pubblico (con la marginalizzazione da parte delle associazioni accreditate), sono state per molti di noi molto molto gravi e ci hanno fatti richiudere su noi stessi o allontanare dall’impegno collettivo.<br /><br />Non ho spiegato più di tanto un altro motivo di crisi che è l’eccessiva crescita della nostra esperienza, insieme al fatto che non siamo riusciti a gestirla e che ci ha sfiancati.<br /><br />E ho anche affermato che, tuttavia, in Valle d’Aosta, pur con mille contraddizioni e ritardi, è partito un servizio regionale di accoglienza di vittime della tratta che affida a noi (clienti - ex clienti . finti clienti) e alla operatrice pari, il ruolo centrale dell’intervento. In pratica abbiamo ottenuto finalmente ascolto istituzionale e la nostra esperienza di accoglienza diversa, è passata.<br /><br />Non è cosa da poco. Credo che gli amici di Maschile Plurale non abbiano ancora percepito la portata di questa novità, del resto non l’avete percepita neppure voi poiché vi sembra che questo sia un risultato di Aosta e di Isoke, mentre è IL risultato dei nostri dieci anni di lavoro al quale qualcuno ha dato di più, qualcuno di meno.<br /><br />So che il problema dei problemi è rimasta la personalizzazione: le maggiori attenzioni sono addosso a Claudio e a Isoke e questo, sotto certi punti di vista, sembra escludervi: ogni volta che mi sono lamentato con voi del fatto che il lavoro cresceva e io vi chiedevo di impegnarvi di più, di fronte ai vostri rallentamenti mi sono messo a fare di più e ho ottenuto il risultato inverso a quello che mi aspettavo: vi chiedevo di fare di più e, invece, vi siete sentiti meno indispensabili perché, comunque, qualcuno quel di più lo faceva lo stesso; se poi il successo nel confronto con le istituzioni lo otteniamo soprattutto grazie a Isoke e al peso simbolico e “politico” della sua attività, il cerchio si chiude e tutto sembra ruotare davvero solo attorno a Claudio e Isoke.<br /><br />Io ho cercato più volte di lasciarvi il passo e di far si che ad andare in tv, a parlare con i media, a partecipare ad eventi, foste più voi di me…ma c’è un aspetto umano che conta molto: Isoke è spesso in giro per l’Italia (oltre 270 giorni fuori casa nel 2009) e se abbiamo due inviti ad un convegno, non mi dispiace certo cogliere l’occasione per restare con lei un po’ più di quanto la vita normale e quotidiana mi permette di fare.<br /><br />Non ho detto tutte queste cose a Maschile Plurale, anche se le ho dette a molti di MP e anzi, con alcuni di loro ho una confidenza profonda: Isoke ha avuto dei problemi di salute dei quali ho parlato solo con il Presidente di Maschile Plurale, Alessio Miceli.<br /><br />Quel che posso restituirvi della riunione di Milano, però, è una grande attenzione da parte di tutti alla nostra esperienza e, soprattutto, al lavoro su noi stessi che abbiamo svolto.<br /><br />Si tratta allora di andare avanti ed è possibile farlo in modo costruttivo solo se da parte vostra si rafforza la decisione di essere personalmente e pubblicamente testimoni di esperienze che è bene suscitare in molti altri maschi di ogni classe ed età.<br /><br />I nostri gruppi di auto – mutuo aiuto funzionano male; è quasi impossibile portarli avanti con le distanze geografiche che abbiamo fra noi: il gruppo Lombardia, ad esempio, con amici di Pavia, Milano, Cremona e province, e che pure è un dei più attivi e positivi, si ritrova spesso con riunioni che vanno buche perché tre su cinque non arrivano, ecc. ecc.<br /><br />Questo succede ovunque.<br /><br />La modalità è ottima e funziona, ma la dispersione territoriale è eccesiva; il che evidenzia che siamo cresciuti molto, ma non abbastanza da poter tenere in piedi la situazione; troppo lavoro di a.m.a. si sta trasformando in counselling telefonico, e troppo spesso tutto diventa solo ricerca di conforto.<br /><br />Ma è evidente che se abbiamo tre amici attivi nel barese, ma quando un amico di Foggia chiama dobbiamo trovare il modo di sostenerlo da Aosta, il nostro lavoro diventa molto molto difficile.<br /><br />Per questo sono molto contento che amici di Maschile Plurale da Milano, Pinerolo, ecc. abbiano dichiarato pubblicamente, nel corso dell’incontro, che il nostro modo di operare sembra essere efficace. Questo mi pare molto importante per evitare quel che io ho sempre temuto avvenisse: l’attenzione degli enti accreditati verso il problema clienti, potrebbe trasformarsi nel tentativo (a volte strumentale, a volte no) di coinvolgere alcuni maschi vicini a Maschile Plurale, in operatori di strada, esaurendo così la spinta vera di un lavoro da fare sui clienti che è possibile fare solo se a farlo sono altri clienti, ex clienti o, al massimo, finti clienti, cioè “operatori” impropri che si comportano come se fossero clienti o ex clienti per restare nel mondo dei clienti da pari e non da esterni, da professionisti, da giudicanti.<br /><br />A Torino ho affermato non solo che punire i clienti è sbagliato e improduttivo, ma che invece di punirli bisognerebbe offrir loro l’occasione di un confronto con altri uomini con i quali condividere un percorso alternativo alla multa, un percorso di consapevolezza e di superamento dei problemi di carattere affettivo, sentimentale, sessuale, relazionale che li spingono ad essere cliente.<br /><br />A Torino erano presenti rappresentanti del Cerchio degli uomini, c’eravamo noi, c’era Uomini in cammino, ci sono – cioè le “esperienze” piemontesi e valdostane, per collaborare con le istituzioni che vogliano fare qualcosa sui clienti.<br /><br />A voi che state a Torino e dintorni, raccomando di non trascurare la possibilità di incontrare e conoscere gli amici del Cerchio degli uomini. Le associazioni piemontesi e valdostane che esistono e stanno in Maschile Plurale, potrebbero creare una gran bella sinergia.<br /><br />Loro sono disponibili e interessati, io spero di non dovervi ancora sollecitare troppo in questa direzione.<br /><br />A Torino ho descritto molto molto brevemente, il nostro “progetto Rose”, interventi in carcere (Cremona) con uomini maltrattanti e con scafisti; ho descritto la proposta di Isoke di “salvare le maman”, facendo in modo che le maman arrestate e incarcerate per sfruttamento e riduzione in schiavitù, possano trasformare la loro mentalità e vivere diversamente quando usciranno dal carcere.<br /><br />Il Gruppo Abele ha esperienza particolari in questo settore: ciò che ci distingue da loro è ancora e sempre il fatto che noi intendiamo operare da pari; purtroppo corriamo sempre il rischio, l’ho detto testualmente, che la mia laurea in sociologia (in realtà sono laureato in lettere…ma il mio era un esempio estremizzato) non serva a nulla, perché se e quando ammetto di aver avuto esperienze come cliente, resto per sempre un cliente e come tale sono accolto ogni volta che c’è da intervenire pubblicamente sul problema: io sono cioè la cavia per psicologici, politologi, sociologi i quali, oltre a non ammettere le loro esperienze sessuali personali, analizzano e spesso criminalizzano le mie, senza tener conto che anche io ho strumenti professionali per fare autoanalisi.<br /><br />Ho dimenticato di dirvi che avevo intenzione di presentare la domanda che mi avevate chiesto di porre: per metterci tutti alla pare bisognerebbe che tutti i presenti dichiarassero le loro esperienze sessuali con uomini, donne, trans, per evitare che io solo o altri, dovessimo essere ancora e sempre i soli clienti ufficiali in Italia.<br /><br />Angelo di Roma ha patito molto ciò che è successo in una riunione di maschile Plurale a Roma, nel corso della quale il suo raccontasi in pubblico ha prodotto un commento che lo ha colpito molto: “per colpa di questi porci (cioè dei clienti) devo essere considerato porco anche io)…” che ha mal predisposto Angelo stesso che non ha distinto tra una persona che si è espressa in modo sbagliato e una associazione che deve ascoltare persone a prescindere, tipologia di giudizio che spaventa molti di voi quando vi propongo di dirla chiara, sempre e comunque.<br /><br />Durante la riunione di Torino abbiamo contato anonimamente quanti dei presenti avessero esperienze sessuali a pagamento e il risultato è stato quello che è normale aspettarsi: non ricordo i numeri esatti che hanno comunque evidenziato che una parte di amici di Maschile Plurale ha avuto esperienze chi con uomini, chi con donne, chi con trans, chi con gli uni e con gli altri…tanto che facendo un calcolo proporzionale, il campione dei presenti conferma che in Italia i clienti sono più o meno dieci milioni.<br /><br />Domenica mattina abbiamo incontrato alcune associazioni antitratta (Gruppo Abele, Tampep, Iroko, in particolare, per citare solo le associazioni antitratta vere e proprie, senza dimenticare però che c’erano anche altre realtà antiviolenza, ecc. ecc.) e abbiamo ipotizzato qualche forma di collaborazione.<br /><br />Sono intervenuto di nuovo, per rappresentare il nostro PRBC ricordando i nostri molti tentativi di collaborazione, in particolare con il Gruppo Abele, che benché risalgano al 2002, non si sono mai tradotti, fino ad ora, in una collaborazione vera.<br /><br />Ed ho dichiarato che sono certo che la collaborazione possa avviarsi o possa riprendere perché, nel frattempo, sono successe cose importanti: in passato una delle “novità” più importanti nel panorama italiano della discussione sulla tratta, è stata la nascita del Comitato per i diritti delle prostitute, di Pia Covre e Carla Corso. In tempi recenti la novita è stata la nascita della associazione vittime ed ex vittime della tratta, fondata da Isoke Aikpitanyi che ha colto un auspicio espresso da Leopoldo Grosso del Gruppo Abele.(“sarebbe belle nascesse una associazione di vittime”, 2003).<br /><br />Non riesco a sintetizzare di più e a descrivervi…l’emozione, credo si sia trattato di questo, di molti nel sentir raccontare e nel raccontare anche in gruppi di lavoro nei quali ci siamo suddivisi nel pomeriggio di sabato, il racconto di se.<br /><br />Oltre a me, solo due amici di Torino targati PRBC hanno partecipato alla riunione; uno alla giornata di sabato, l’altro alla giornata di domenica. Fra tutti voi, cari amici, considero giustificata solo l’assenza di coloro che hanno partecipato ai lavori di preparazione dell’incontro. Non giustifico quelli che vivono lontani, perché a Torino sono arrivati amici di Maschile Plurale di Bari e perché se non altri, Isoke ed io siamo arrivati non più di un mese fa fino a Otranto. La distanza non è un alibi quando c’è un evento come quello di sabato e domenica.<br /><br />E non considero giustificati quelli che hanno perfino dimenticato di scrivere o di telefonare comunicandoci un impedimento, ecc. ecc.<br /><br />Ma se mi lamento è perché sono dispiaciuto che chi non è venuto ha perso una occasione importante e ha dimostrato di non aver ancora capito che anche noi siamo Maschile Plurale e che Maschile, Plurale è tutti noi insieme. A maggio in Fiera del Libro eravate in dodici PRBC, alcuni arrivati davvero da lontano e c’erano alcuni amici di Maschile Plurale passati attraverso esperienze diverse dalla nostra come clienti.<br /><br />Se ancora avete paura che Maschile Plurale ci fagogiti, dovete solo partecipare di più ed esser più positivi rispetto ad una esperienza di crescita che sta creando una vera e propria unità nella diversità.<br /><br />Ha certo un senso che la nostra originalità permanga, ci mancherebbe, ma deve essere parte di un tutto più ampio.<br /><br />Propongo alla vostra attenzione l’esempio dell’amico di Pavia che si è avvicinato a Maschile Plurale firmando un documento contro la violenza sulle donne e poi, non trovando un gruppo sul tema a Pavia, si è avvicinato al nostro gruppo Cattivi ragazzi e adesso va a dar mimose alle donne nigeriane l’otto marzo, ecc. ecc. E faccio l’esempio di Angelo che non trovando un gruppo PRBC a Roma (o meglio non avendo mai voluto farne parte e, di fatto, standosene in disparte e lasciandolo decadere quando si è costituito) ha accettato l’invito del gruppo Maschile Plurale di Roma ed è andato alla riunione di preparazione dell’incontro di Torino: Ne è uscito male, si è sentito attaccato e criminalizzato, ma questo sta nell’ordine delle cose.<br /><br />Quante volte anche nel PRBC abbiamo discusso energicamente, quante volte lo ha fatto Maschile Plurale, ecc. ecc.<br /><br />A Torino è stata decisa l’organizzazione di un convegno nazionale su sessualità maschile, tratta, prostituzione. Bisogna lavorarci, credo che almeno quelli tra voi che hanno veste pubblica, debbano partecipare alla preparazione del convegno stesso, ed è questo l’invito che vi rivolgo.<br /><br />Molti di voi hanno detto di essere stanchi di essere mal considerati in quanto clienti (ex clienti): bene, esserlo o esserlo stati non è una cosa cancellabile, ma è possibile che la vostra, la nostra esperienza, dentro Maschile Plurale assuma “dignità” diversa e perfino il lavoro che continuate a svolgere contro la tratta, se solo ci pensate bene, non è soltanto un lavoro contro la tratta, ma è un lavoro contro ogni tipo di violenza di genere e contro ogni tipo di violenza sulle donne.<br /><br />Trasmetto questa relazione, anche al Presidente di Maschile Plurale Alessio Miceli; gli chiedo di valutare se ritenga utile inviarlo a tutta la rete di Maschile Plurale e, in particolare, a quanti erano presenti a Torino.<br /><br />Dentro a Maschile Plurale ci sono tensioni dovute ad una crescita che è palpabile, ma non è facilmente gestibile; desidero fermamente che se in passato non è stato così, PRBC non sia proprio più uno dei motivi di questa tensione e dimostri, con la prova di una tensione superata, che possono essere superate anche tutte le altre, perché siamo tutti protagonisti di una esperienza importante.</div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify">(Claudio Magnabosco) </div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-74575949349311810922010-09-27T22:37:00.005+02:002010-09-27T23:02:24.138+02:00Ci uniamo e condividiamo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmT2AwP9-rLA_USNhP4shmby4dxCAPEZzOyexPWNqIsb11ccEBl6VoSeyi7H6ugr3x1cAN7TBhuFcUDRPmhSQjxw6ufxSXiLqVjJuSnt-b5G9LDJaCZSunyBGLlvSTVXMkPkgkSRSPFmA3/s1600/1607117-A_Nigerian_Woman-Nigeria.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5521700623613095890" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmT2AwP9-rLA_USNhP4shmby4dxCAPEZzOyexPWNqIsb11ccEBl6VoSeyi7H6ugr3x1cAN7TBhuFcUDRPmhSQjxw6ufxSXiLqVjJuSnt-b5G9LDJaCZSunyBGLlvSTVXMkPkgkSRSPFmA3/s400/1607117-A_Nigerian_Woman-Nigeria.jpg" /></a><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#ff0000;"><strong>WE MUST SAY “NO” TO<br /></strong></span><span style="color:#6666cc;">DOBBIAMO DIRE “NO” A </span></div><span style="color:#6666cc;"><br /><div align="center"><br /></span></div><span style="color:#ff0000;">- BRIBERY AND CORRUPTION AT THE EMBASSY ESPECIALLY ON THE ISSUE OF E-PASSPORT<br /></span><span style="color:#9999ff;">Corruzione all’ambasciata specialmente sulla questione degli e-passport. </span><br /><div align="center"><span style="color:#9999ff;"><br /></span><span style="color:#ff6666;">- DIPLORABLE AND SHAMEFUL STATE OF THE EMBASSY</span> </div><br /><div align="center"><span style="color:#9999ff;">Stato deplorevole e vergognoso dell’ambasciata.</span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff6666;"><span style="color:#ff0000;">- NEGLIGENCE OF DUTY AMONG THE EMBASSY STAFF</span><br /></span><span style="color:#9999ff;">Negligenza dello staff dell’ambasciata</span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- UNRECEIPTED DOCUMENTS</span><br /><span style="color:#9999ff;">Documenti non timbrati. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- THE USE OF TOUTS WITHIN AND AROUND THE EMBASSY</span><br /><span style="color:#9999ff;">L’uso di informatori all’interno e intorno all’ambasciata. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- DISREGARDS TO CUSTOMER SERVICE<br /></span><span style="color:#9999ff;">Disattenzione al servizio ai clienti. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="font-size:130%;color:#ff0000;"><strong>WHAT WE WANT IS<br /></strong></span><span style="color:#9999ff;">QUELLO CHE VOGLIAMO E’</span></div><br /><div align="center"><span style="color:#9999ff;"><br /></span><span style="color:#ff0000;">- IMMEDIATE REPLACEMENT OF ALL THE BAD EGGS</span><br /><span style="color:#9999ff;">Rimpiazzo immediato delle “uova marcie”. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- MORE CONSOLATES ACROSS ITALY<br /></span><span style="color:#9999ff;">Più consolati all’interno dell’Italia. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- DELIGENCE AND DEDICATION TO DUTY<br /></span><span style="color:#9999ff;">Diligenza e dedizione al dovere. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- GOOD CUSTOMER SERVICE<br /></span><span style="color:#9999ff;">Buon servizio agli utenti. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- GIVING THE EMBASSY A COMPLETE AND BEFITTING FACELIFT</span><br /><span style="color:#9999ff;">Migliorare l’ambasciata in modo completo e opportuno. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">- UNINTERRUPTED INTERACTIVE FORUMS WITH THE AMBASSADOR<br /></span><span style="color:#9999ff;">Forum interattivi ininterrotti con l’ambasciatore. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;"><strong>DATE: 27TH SEPTEMBER, 2010;<br />VENUE: EMBASSY OF THE FEDERAL REPUBLIC OF NIGERIA, ROME, ITALY;<br />TIME: 0800 HOURS<br />BE A PART OF THE TOOLS THAT WILL INFLUENCE A POSITIVE CHANGE TO OUR GREAT NATION<br /></strong></span><span style="color:#9999ff;">Sii parte del cambiamento che influenzerà in modo positivo il nostro grande paese. </span></div><br /><div align="center"><br /><span style="color:#ff0000;">FOR FURTHER INFO: +393275618857, +393299849379, +393275618857, +393293218474, +393206619592<br />E-MAIL: republicnaija@yahoo.com </span></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-11231729062480494122010-08-27T15:53:00.003+02:002010-08-27T16:06:28.280+02:00Isoke a Otranto dal 28 agosto al 4 settembre<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTXVAVg7zSbOBn6KPwMhJIOrkhUOSHflmUl7iF3NBBZZa9UHmJVi2ZhkLqPBirNMs2ZFFI0EDDQeKcRQXKM2lPmETW5U6s1IIt5G1pHdcBUF1ohCWsJBJgo-zy8yC1VH5fthJ7WGSVgJ1K/s1600/isoke_800_800.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 357px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTXVAVg7zSbOBn6KPwMhJIOrkhUOSHflmUl7iF3NBBZZa9UHmJVi2ZhkLqPBirNMs2ZFFI0EDDQeKcRQXKM2lPmETW5U6s1IIt5G1pHdcBUF1ohCWsJBJgo-zy8yC1VH5fthJ7WGSVgJ1K/s400/isoke_800_800.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5510090676121254674" /></a><br /><br /><br />Messaggio rivolto ai nostri lettori,ai nostri sostenitori e ai nostri amici e a chi vorrebbe diventarlo.<br />Dal 28 agosto al 4 settembre, Isoke sarà a Otranto per partecipare ad un Seminario di FLARE contro le mafie.<br />Saranno presenti relatori provenienti da tutta Europa.<br />All’interesse della manifestazione si aggiunge, per i nostri amici che vivono in zona, la possibilità di un incontro anche con Claudio.<br /><br />Per contatti Chiamate il 346 7044126Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-11981670856032463552010-08-27T15:12:00.005+02:002010-08-27T15:52:06.940+02:00Cattivi Ragazzi.....Pensieri di Gigo1sh May 2010<br />Bauleni-Lusaka-Zambia<br /><br />Il cielo minaccia pioggia e forse, potrebbe essere l’ultima, inaugurando cosi’ la stagione secca. Per sentire ancora il profumo della pioggia dovremo aspettare il prossimo novembre, quando la terra arida e polverosa si destera’ dal suo sonno, sorprendendoci ancora una volta con il segreto della sua maternita’: “Madre Terra, Mamma Africa”.<br /><br />E’ mezzogiorno, ma le nuvole avvolgono tutto in un costante imbrunire, e i miei pensieri volano veloci, portandomi in Italia. Sto pensando a voi “Cattivi Ragazzi”, penso che ci assomigliamo, che condividiamo la stessa passione per la giustizia e per la pace. In fondo sono anch’io un “Cattivo Ragazzo”. Si, lo so, me lo hanno detto in tanti, non sembro un frate, me lo hai detto anche tu Gianni la prima volta che ci siamo visti: “ …ah…ma…tu sei Diego? Non sembri un frate!” Forse ti aspettavi un ometto pio, con la chierica, il saio e il rosario al collo, ma poi, ti sei trovato me davanti.<br /><br />Questa e’ una situazione in cui mi trovo spesso e devo dire che mi piace e mi diverte. Prima di tutto sono un uomo, poi se mi chiedi cosa faccio nella vita tento di spiegartelo…ma solo dopo che io stesso l’abbia capito. Non sono nato frate, o meglio, missionario Comboniano, forse lo diventerò, ma poco a poco, dopo aver vissuto un po’, dopo aver viaggiato qualche angolo di mondo, dopo aver avuto l’opportunita’ e il dono di sbagliare e fare delle esperienze che ritengo fondamentali. Un esempio? Lavorare, sudare per mangiare!<br /><br />Dovrebbero metterla come regola per tutti coloro che vogliono abbracciare la vita religiosa, di qualsiasi religione si tratti. Vuoi diventare prete, un frate, un monaco buddista, un pastore, un rabbino, un imam? Bene! Prima vai a lavorare per una decina di anni e nel frattempo magari studi, pagandoti la tua formazione come fanno migliaia di ragazzi nel mondo, e poi si, sei pronto.Scusate questo accenno alla teologia del Falegname di Nazareth ma ritengo vera una frase dello scrittore francese Charles Pierre Peguy (1860-1914) che mette in guardia i religiosi da un forte rischio:<br /><br /><em>“ Poiche’ non sono della terra, credono di essere del cielo.<br />Poiche’ non amano gli uomini, credono di amare Dio”.<br /></em><br />O ancora si puo’ citare Paolo di Tarso:<br /><br /><em>“ e infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono disordinatamante, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesu’ Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace”.</em> (2Tes 3,10-12)<br /><br />E mentre scorrono queste parole nella mia mente, penso a voi, che credete fermamente che la giustizia, la dignita’ dell’essere umano, la bellezza del vivere, debbano essere promossi e soprattutto rispettati. Penso a voi, uomini e donne impegnati nei vostri lavori ogni giorno, nei vostri proplemi, nella vostra quotidianita’, penso a voi che date spazio all’altro, che aprite le porte. Penso a voi che accogliete. Avete il coraggio di accogliere, parola davvero profetica e in controtendenza, visto il clima che soffoca il respiro della nostra Italia, anche se credo stia diventando un problema globale.<br /><br />Ho avuto il dono di condividere con voi un tratto di strada. Abbiamo visto la liberta’ fiorire, riprendere il suo profumo e il suo colore migliore. Ho visto aprirsi porte di case, rischiando consapevolmente l’accoglienza, e sono stati i “Cattivi Ragazzi” a farlo e non le “persone per bene”. Io, come religioso, ho imparato molto da voi, ma sento di dover estendere questo mio pensiero in modo piu’ ampio: noi come Chiesa, come religiosi, abbiamo molto da imparare dal vostro impegno, dai vostri gesti. Lo dico perche’ ci credo davvero, perche’ ne ho avuto esperienza. Ho visto dare del tempo, ho visto ospitalita’ e gratuita’, impegno politico e pensiero critico…ho visto vita!<br />Grazie “Cattivi Ragazzi” perche’ non avete paura di mostrare a tutti il bello che vi abita, grazie perche’ non avete paura di schierarvi dalla parte dell’oppresso, del diminuito e dell’impoverito.<br />Vi auguro che cio’ in cui credete, un Dio, un ideale, una valore o un sogno, qualunque cosa sia, possa “bene-dirvi”, ovvero, dire sempre bene di voi.<br /><br /><strong>Vi porto al cuore</strong><br /><br />Diego (Gigo)Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-10936676627402540102010-08-12T21:10:00.006+02:002010-08-12T21:46:23.992+02:00Silvia ... pensieri di Gigo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfsnJQupFPcMVpYFkOVlInHPpawnIzUjDc5uDCCm44GMogKz6eRT5eWaWPSqG0zOqP82Ou59hCyrKjsbp4vGCSyDGhUtFlcVWUitOpSepwITfsWyo_4NRv4Ccg2QyDx365pvkjekl4P_xV/s1600/foto+combo+0274.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 214px; DISPLAY: block; HEIGHT: 220px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5504608977451017938" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfsnJQupFPcMVpYFkOVlInHPpawnIzUjDc5uDCCm44GMogKz6eRT5eWaWPSqG0zOqP82Ou59hCyrKjsbp4vGCSyDGhUtFlcVWUitOpSepwITfsWyo_4NRv4Ccg2QyDx365pvkjekl4P_xV/s400/foto+combo+0274.jpg" /></a><span style="font-family:times new roman;">(una rarissima foto di Gigo durante la sua permanenza in Uganda mentre si occupava di ex bambini soldato ... rubata do intenet e che lui probabilmente ignora)</span><br /><br /><div align="justify">La nostra è una associazione laica, ma ... sulla strada conoscemmo Gigo un frate comboniano, con lui nacque una fraterna amicizia e una leale collaborazione, facemmo varie cose con lui, tra cui l'operazione "Silvia", oggi Gigo è in Africa, stà facendo il noviziato per diventare missionario comboniano, ogni tanto scrive, e questo ricordo di Silvia, questa interpretazione di Silvia, a noi laici, pone domande sull'essenza del suo Dio. </div><br /><div align="justify">Strano, lo steso giorno che Silvia salì sull'aereo per tornare a casa, ormai libera, Gigo salì su un altro aereo per andare in Africa per afrontare le durissime prove imposte dai comboniani ai suoi missionari ... strana combinazione.<br /><br /><br /><em><strong>NON HO MAI PARLATO DI SILVIA<br />...e il suo Magnificat<br /><br />Non ho mai avuto il tempo materiale di rielaborare, di fermarmi e festeggiare, non solo con le emozioni, ma con tutto ciò che sono e con tutto ciò in cui credo. Non ho cantato la liberazione di Silvia. Non ho potuto danzare la vita, celebrare la resurrezione di una donna, la Pasqua di un essere umano per via della mia partenza ma ora, a distanza di un anno lo faccio. Danzo a modo mio, con le parole. Silvia, non eri tra le ragazze con cui avevo più confidenza. Non mi fermavo mai da te perché ti trovavi in un punto pericoloso, troppe macchine e poco spazio per fermarmi. Forse, quel posto lo avevi scelto volutamente o forse è stato solo un dono della strada che non ti voleva schiava per molto. Quella notte non mi ero fermato per te, forse per quel tuo carattere schivo, timido e poco avvezzo alla notte. Non eri molto socievole e sicuramente non attiravi l’attenzione di uomini poco attenti alla tua dignità. Mi ricordo ancora la frase che mi hai detto, con quegli occhi che a stento trattenevano le lacrime: “ Pastor, I’m tired to sing against God!” , sono stanca di cantare contro Dio! La tua voce è fatta per cantare al tuo Dio e la tua amima ad esserele amica e a gioire ed esultare della sua presenza. È proprio qui che hai intonato il tuo Magnificat. Io non ti conoscevo ma tu sapevi chi ero, mi ero già fermato, ma sinceramente non mi ricordavo quando. “Voglio tornare a casa, aiutami ad andare a casa”. Era la prima volta che vedevo tanta voglia di riprendere a vivere, di ricolorare la libertà con tanto coraggio e determinazione.<br />Sei salita in macchia e mi hai raccontato al tua storia simile a mille altre storie, a tante vite storte tutte uguali e diverse allo stesso tempo come fiamme di candele davanti ad una statua di un santo. Quando ti abitui al brutto, non ti ricordi più che volto ha la meraviglia e confondi la vergogna con il successo, la morte con la vita. Questo è quello che capita a centinaia di tue sorelle Silvia, che si abituano alla schiavitù mentendo alla libertà che gli spetta e le aspetta, imbrattandosi così nei liquami putridi dei loro stessi trafficanti.<br />Per te non è stato cosi, tu non hai creduto alla morte addobbata a festa, non hai ceduto alle minacce dei tuoi aguzzini, non hai creduto alle loro bugie vestite di sogno, semplicemente perché hai avuto il coraggio di sognare davvero. Ti volevano far credere che eri finita sulla strada per volere di un dio spietato che aveva pensato per te questo destino. Ti hanno fatto promettere al loro dio di petrolio che non lo avresti mai tradido, non avresti mai disobbedito alla sua inesauribile sete della tua vergogna. Ti hanno imposto il male profumandolo di Dio, e questo purtoppo funziona, ma non con te, tu sentivi che cose grandi erano state pensate per te da Colui che non ti ha mai voluto schiava. Con te il loro sadico gioicattolo si è rotto, sono stati dispersi i loro progetti di morte dei superbi, degli arroganti, della mafia nigeriena e di tutte le mafie e il loro potere si è rivelato nella sua essenza....un nulla. Li hai vinti Silvia! I potenti sono stati rovesciati dai troni, e gli umili sono tornati a rendere la terra un posto umano. Insieme, quel sabato pomeriggio, siamo scappati e tutto ha ripreso il suo colore originario, primordiale. Il brutto ha lasciato il posto alla meraviglia, la schiavitù è svanita con il respiro della libertà, la morte ha perso la sua partita con la vita e Dio è tornato ad esser ciò che è sempre stato...il Dio della vita! La tua fame di vivere è stata ricolmata dei cibi e dei frutti della tua terra e nelle mani della tua madam ci sono 60.000 euro in meno, la ricca è stata rimandata a mani vuote. Ti sei dovuta nascondere per due settimane prima di poter tornare nella tua Africa, tra la tua gente. Ti sei lasciata nascondere perché ti sei fidata, hai aiutato il tuo Dio a soccorrerti e non hai mai perso la speranza, hai avuto l’audacia di credere nell’antica promessa di un Dio che ha voluto essere tuo alleato ...alleato per sempre. Sapevi di rischiare, ti stavano cercando per riportari nel sepoclo in cui vivevi da morta. Amici coraggiosi ti hanno aperto le porte di casa, anch’essi rischiando, ma si sa chi non rischia vive a metà e in quelle case la vita era piena, come lo è ora anche la tua. Ora sei libera. Ti sei liberata! Mi ricordo che quel venerdì notte in cui abbiamo deciso che il giono dopo, sabato, saresti “scappata”, tornando a casa ho dato l’ultimo sguardo al posto in cui eri obbligata a morire ogni notte. Il tuo fuoco bruciava ancora, ma senza di te. Era un dolce vuoto, una bellissima assenza, e ho pensato che non ti avrei più rivista e quel posto non ti avrebbe mai più avuta. Mai più! Era una sensazione strana, era notte e c’era silenzio, ma i colori erano già quelli dell’alba, l’ora in cui l’anima ringrazia e lo spirito esulta.<br /><br />Diego (Gigo)<br /></strong></em></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-54072915387117542842010-08-11T21:52:00.007+02:002010-08-11T22:10:10.972+02:00LA TRATTA NON VA' IN VACANZA<meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CUtente%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style> <!-- /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:595.3pt 841.9pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:35.4pt; mso-footer-margin:35.4pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> </style><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial; font-weight: bold; color: rgb(204, 0, 0);">DONNE ITALIANE, SE A FERRAGOSTO IL CELLULARE DI VOSTRO MARITO SUONA, E’ UNA DI NOI, NIGERIANA, VITTIMA DELLA TRATTA A CHIAMARE… LUI E’ UNO DEI NOSTRI CLIENTI….</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;font-family:arial;"><span style=""> </span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;font-family:arial;">Oggi, 15 agosto 2010, noi, nigeriane, vittime della tratta, clandestine, prostitute, ricordiamo che</p><p class="MsoNormal" face="arial" style="text-align: justify;">
<br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: center; font-family: arial; font-weight: bold; color: rgb(204, 0, 0);">LA TRATTA NON VA IN VACANZA</p> <p class="MsoNormal" face="arial" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" face="arial" style="text-align: justify;">Siamo in balia di almeno 10 mila maman<span style=""> </span>che vivono in Italia e prendono i nostri soldi; loro non sono clandestine, non si prostituiscono. Un tempo erano come noi, ma ora no…Legate fra di loro, mettono insieme ingenti somme di denaro. Non è difficile: noi paghiamo a loro 50-60 mila euro e anche di più.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Noi rischiamo il fermo, l’arresto, l’invio in un CIE, il rimpatrio, loro NO, loro sono libere e se qualcuna di noi le denuncia, loro se la cavano in fretta. Anzitutto perché sono legali, sono italiane, al massimo sono considerate colpevoli di favorire la nostra clandestinità, ma quanto a sfruttarci… …dicono che ci lasciano in mano parte dei nostri guadagni e si prendono solo i soldi per l’affitto, la luce, il gas, le spese di condominio.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Ognuna di loro ha tante donne e uomini che le aiutano e vivono alle nostre spalle. Le associazioni e le comunità del nostro paese sanno tutto, ma non dicono e non fanno niente. Neanche i pastori delle chiese nere fanno qualcosa, anzi, molti aiutano le maman.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">E così anche oggi, per noi, è una giornata di “lavoro”. Sì perché alla fin fine siamo considerate e diventiamo soltanto delle prostitute. Ce n’è poco di “lavoro” in giro: oggi i bravi maschi italiani sono in ferie con le loro famiglie e con i loro figli.<span style=""> </span>Dieci milioni di clienti in giro per l’Italia…c’è la crisi, ma loro vanno in vacanza lo stesso.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">I più assidui sono passati da noi qualche giorno fa e ci hanno lasciato qualche soldo, chi venti, chi 25 euro, qualcuno addirittura 50 euro, per il nostro “ferragosto”…così facciamo festa anche noi, magari un gelato, poi da lunedì torna tutto come prima.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Ma oggi noi li chiameremo ad uno ad uno questi nostri “clienti”…giusto uno squillo, tanto perché le loro mogli possano interrogarsi e chiedere “ma chi è che disturba anche oggi” e i mariti siano costretti a far finta di niente. E se qualche donna vorrà verificare il numero che ha chiamato, beh quello sarà il nostro “numero verde”, il numero di “Joy”, l’amore mio, la bellissima, la fighetta nera dei loro mariti. Siamo comunque qui, anche oggi in strada o nelle case, a disposizione dei maschi più disperati e soli e degli stranieri senza famiglia.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Oggi noi chiameremo al telefono anche tutti i numeri che ci sono stati dati dalle unità di strada, dagli operatori, dai clienti, dai preti, da persone di buona volontà con il suggerimento “chiama qui, vedrai che ti aiutano”…Non ci risponderà nessuno. Oggi, Ferragosto 2010, anche se la tratta non va in ferie, ma gli italiani si, e anche le loro associazioni contro i trafficanti e i mafiosi.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Speriamo, allora, che i giornali, le radio, le tv… trasformino questo nostro testo di protesta in una notizia di cronaca di questo Ferragosto italiano 2010.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">Associazione vittime ed ex vittime della tratta - Progetto la ragazza di Benin City</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial; font-weight: bold;">Isoke Aikpitanyi</p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;">346 7044126</p> Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-19843485725049815462010-08-06T22:13:00.003+02:002010-08-06T22:19:21.186+02:00per ribadire a chi fa finta di non capire<strong></strong><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ7xicIkUx-Lk7-_1c0qCVAhhFX9_yneK821TAWuyI7fLdnixKQyzzGzt8OgLEqbV8y6MbKsDkHDqtil-X5qe2Dwi-kYgkT13DLDxNyfEVWC_ovXrlezJk4i8lnycgvZeQ7Y7ObLDuWKNt/s1600/banner.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 88px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5502393843461404434" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ7xicIkUx-Lk7-_1c0qCVAhhFX9_yneK821TAWuyI7fLdnixKQyzzGzt8OgLEqbV8y6MbKsDkHDqtil-X5qe2Dwi-kYgkT13DLDxNyfEVWC_ovXrlezJk4i8lnycgvZeQ7Y7ObLDuWKNt/s400/banner.jpg" /></a><br /><div>vedi:</div><br /><div><a href="http://www.noinonsiamocomplici.noblogs.org/"><span style="font-size:180%;">www.noinonsiamocomplici.noblogs.org</span></a></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-2399845984075652282010-07-30T21:53:00.005+02:002010-07-30T22:14:04.314+02:00La finanziaria taglia anche i diritti umani<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqAZ23iIL9G-8SaBkFN5w-UK1cY4XIs5x5UEMjMddRZo3j-yY0yqCsZNGHzxtnysgXv2VwcvEOi59BJQ1GxZ632wquzrhJs_HrXE3nlns8bpXoGNSvB9PtEzAFUkcnGOg4q4tZK8j8ocoV/s1600/bambine.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 266px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqAZ23iIL9G-8SaBkFN5w-UK1cY4XIs5x5UEMjMddRZo3j-yY0yqCsZNGHzxtnysgXv2VwcvEOi59BJQ1GxZ632wquzrhJs_HrXE3nlns8bpXoGNSvB9PtEzAFUkcnGOg4q4tZK8j8ocoV/s400/bambine.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5499794206869275362" border="0" /></a><br /><div style="font-family: arial;" id="mailContent"><div style="visibility: visible; overflow: visible;" id="message517844629" class="undoreset clearfix" role="main"><div id="yiv822429649"><p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><i style="">Oggi in Italia ci sono più di dieci mila maman</i></span></p><p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><i style=""><br /></i></span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; color: rgb(102, 0, 204); font-weight: bold;"><span style="font-size:130%;">LA FINANZIARIA TAGLIA I FONDI ANCHE CONTRO LA TRATTA - MENO FONDI UGUALE MENO IMPEGNO?<span style=""> </span>- RILANCIARE LA LOTTA ALLA TRATTA</span></p><p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; color: rgb(102, 0, 204);"><span style="font-size:100%;"><b style=""><br /></b></span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><i style="">… e noi chiediamo una moratoria per le ragazze nigeriane.</i></span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">La Finanziaria taglia i fondi contro la tratta: forse dovranno chiudere le postazioni del Numero Verde, forse salteranno i finanziamenti per i progetti dell’articolo 13 e dell’articolo 18.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Le associazioni anti-tratta protestano. Mi si chiede di dire la mia, dopo che a Genova è stata annunciata la mia candidatura a testimonial antitratta del Parlamento Europeo.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Dico, anzitutto, che il Parlamento Europeo ha raccomandato che gli Stati membri sostengano le vittime della tratta, senza se e senza ma; in Italia troppi se e troppi ma hanno reso incompleta e inefficace l’applicazione dell’articolo 18.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Non si dimentichi, comunque, che Numero Verde e Articolo 18 hanno potuto sostenere solo una vittima su dieci, un risultato che, visto dalla parte delle vittime della tratta, non è così positivo come si continua a dire.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Oggi in Itala ci sono almeno dieci mila maman, che sono per lo più ex vittime per le quali entrare nella mafia è stato più facile che uscire dalal tratta grazie agli strumenti giuridici e sociali esistenti; le maman hanno un numero esorbitante di collaboratrici e collaboratori, hanno appoggi in numerose comunità e associazioni nigeriane che non si impegnano contro la tratta; e hanno il sostegno di tanti, troppi “pastori”. L’attività svolta fino ad ora<span style=""> </span>contro la tratta ha solo sfiorato queste realtà.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">La mia rete è attiva da dieci anni senza aver mai avuto accesso a fondi e a finanziamenti pubblici, il che mi spinge a dire che la rete delle associazioni accreditate che oggi giustamente lamentano tagli e limitazioni, deve attrezzarsi per lavorare ugualmente ed evitare quel che è già successo in passato, è cioè, che i servizi si fermino. Sono certa che un rilancio e nuove sinergie tra diverse esperienze antitratta siano possibili, proprio a fronte della crisi e per trovare nuove risorse e nuovi interventi. </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Noi abbiamo diverse proposte in tal senso da discutere anche con la parte politica al governo e alal opposizione.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Con i fondi dello Stato o senza fondi, allora, questo è il momento di attuare una grande mobilitazione contro la tratta, a sostegno delle vittime. Ci vuole un forte coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni; ci vuole un forte riconoscimento della società per il ruolo che svolge a sostegno delle vittime della tratta, impegnando come sponsor/tutor in modo autofinanziato, persone, famiglie e perfino ex clienti.</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;">Dobbiamo, infine, chiedere una moratoria giuridica per le ragazze nigeriane. le cui situazioni sono sempre più complicate.</span></p><p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><br /></span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; color: rgb(255, 0, 0); font-weight: bold;"><span style="font-size:100%;">Isoke Aikpitanyi</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; color: rgb(255, 0, 0); font-weight: bold;"><span style="font-size:100%;">Associazione vittime ed ex vittime della tratta del Progetto la ragazza di Benin City</span></p> <p class="yiv822429649MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"> </span></p> </div></div></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-26834537857201121242010-07-20T21:42:00.002+02:002010-07-20T21:51:50.254+02:00sette storie fra ... troppe (di Diego "Gigo" Casinelli)<embed src="http://www.arcoiris.tv/flash/flvplayer.swf" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" flashvars="height=240&width=320&file=http://movies14.arcoiris.tv/movies//users/Sette_Storie_tra_troppe_NEW_2361.flv&searchbar=false&autostart=false&image=http://www.arcoiris.tv/loadFlashMovie.php?id=11483" width="320" height="240"></embed>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-52784907236454308802010-06-02T20:22:00.006+02:002010-06-02T20:45:40.823+02:00POTERE MASCHILE: UN FURTO ALLE NOSTRE VITE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIynnz7xwp1iMevM1bLLZmGpTNt5Yrl1JpMweUkuyuIGUP1zaUKTpZE-yF15rd3mD6OnMyE4aCyhIMxt0ER870bPCAl9aq4PtLCD_wTb0AhuKaTbQTkm4-F5GTEwe5x3fiVgFSm6UY1gQq/s1600/mano_violenza_donne_410x3071-49a2749d6ee71.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 390px; DISPLAY: block; HEIGHT: 292px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5478249316051305954" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIynnz7xwp1iMevM1bLLZmGpTNt5Yrl1JpMweUkuyuIGUP1zaUKTpZE-yF15rd3mD6OnMyE4aCyhIMxt0ER870bPCAl9aq4PtLCD_wTb0AhuKaTbQTkm4-F5GTEwe5x3fiVgFSm6UY1gQq/s400/mano_violenza_donne_410x3071-49a2749d6ee71.jpg" /></a><br /><div align="justify"><br />Mi capita sempre più spesso di riflettere sul potere maschile e su cosa siamo diventati. Ho cominciato da qualche anno a frequentare, per le occasioni che mi è consentito, in quanto uomo, un centro antiviolenza della Lombardia. Ho potuto vedere molti film a tema e ascoltare le riflessioni di queste donne. Ho imparato quanto possa arricchire una relazione di dialogo e confronto reciproco con il genere femminile. Anche se ho un carattere chiuso e non sempre riesco ad aprirmi con gli altri. Oggi mi chiedo come ho potuto farne a meno in tutti questi anni. Queste donne sono diventate per me molto care, al punto di sentirne la mancanza se passa molto tempo senza vederle. Ho conosciuto la violenza sulle donne per la prima volta attraverso un gravissimo fatto di cronaca. Da trent'anni non riesco a dimenticare la dolcezza del viso di Mary D'Amelio uccisa a Milano. Mi sono chiesto più volte il perchè di ogni violenza di genere, come se per episodi di questo tipo ci fosse una motivazione valida. Ad oggi non sono ancora riuscito a capire come si possa arrivare a tanto. Dopo aver guardato negli occhi una donna trovo ancora più difficile comprendere simili gesti e il perchè di tanto odio. Dalle statistiche apprendo che l'80% di chi esercita violenza è ben conosciuto dalla vittima. Valentina nel corso di una serata ha detto le parole “violenza da fiducia”. Dopo averle ascoltate ho provato un forte disagio. In ogni relazione di coppia la donna dovrebbe ricevere tantissimo amore, rispetto, carezze e sicurezza, ma capita che siano sostituite da paura, botte e lividi e in diversi casi si arriva a conseguenze estreme. Durante le iniziative dello scorso 25 novembre è stato proiettato un film realizzato con le classi di una scuola locale. Aziz, uno dei protagonisti, ha detto che in una coppia ci deve essere rispetto e amore. A prima vista potrebbe essere una considerazione banale. Talmente banale che si è smesso di pronunciarla. Si continua comunque a fare serate a tema per ricordarlo. Ho sentito dire molte volte che l'origine di tutto è stato il modello patriarcale. Ecco che ritorna ancora il potere maschile. Come spiega la parola, se è potere qualcosa dovrà pur significare. Ho provato a riflettere sulla mia persona e a considerare quali “vantaggi” mi abbia portato nel corso della vita. Ho cominciato a cercare dentro di me qualcosa che possa non solo giustificarlo, ma anche renderlo in qualche modo indispensabile. Mi è capitato di trovarmi in uno spazio chiuso come un ascensore, da solo in presenza di una donna e ho potuto percepire la sua paura nei miei confronti. Ho provato disagio nel sentire il suo sguardo puntato addosso per il timore che potessi farle del male. Troppe volte le ragazze con le quali mi è capitato d'interagire non hanno avuto fiducia in me in quanto uomo (se non mi conoscono più a fondo) e ci rimango sempre male. Pago questa mancanza di fiducia per essere un uomo. Perchè un uomo può fare del male ad una donna. La violenza sulle donne è sempre maschile e, come dicono gli amici di Maschile Plurale, ci riguarda. In una strada di sera o sempre più spesso di giorno vedo donne e ragazze che camminano con lo sguardo rivolto a terra. Capita sempre di meno di poter scambiare un sorriso con una di loro. È così bello il sorriso di una donna, può regalarti un momento di gioia o addirittura renderti migliore la giornata. Questi sono solo alcuni esempi. Allora questo potere maschile che vantaggi mi ha portato? Con la mia presenza posso far provare paura e timore alle donne e di conseguenza ottenere una mancanza di fiducia. Tutto questo non lo considererei potere, ma vigliaccheria. In questo momento non mi viene in mente un termine adeguato. Io voglio poter dialogare tranquillamente con una donna, scambiare un sorriso, farle un complimento per un vestito o per la sua pettinatura oppure incrociare i nostri sguardi senza che tutto questo generi dei problemi. Questo “irrinunciabile potere maschile” sembra più una disgrazia che una condizione desiderabile. Se questi sono i risultati, preferisco rifiutare questa “eredità maschile” che non ho neppure voluto, ma mi sono trovato addosso. Ho sentito troppe volte pronunciare le classiche e noiose frasi tipo: “comportati da uomo”, “sii uomo”, “devi essere uomo”, “gli uomini non si comportano così” etc. Mi chiedo: come si dovrebbe comportare un uomo, da quale punto di vista e con quali regole? Ma anche: con le regole stabilite da chi e perchè? Ci siamo mai chiesti perchè un uomo non può manifestare pubblicamente le proprie emozioni e si deve vergognare a comunicare i propri sentimenti all'esterno? Anche agli uomini capita di piangere, perchè sono esseri umani con le proprie fragilità, i propri timori, le proprie paure, come tutte le persone. Piangere è segno di debolezza e, secondo le regole maschili, non si deve fare. Ad un uomo può capitare di piangere, ma lo deve fare di nascosto, da solo e senza farsi vedere. In pratica ci è impedito! Per non subire l'emarginazione seppelliamo dentro di noi troppe emozioni e sentimenti, evitando accuratamente ogni contatto con l'esterno delle nostra sfera emotiva. Abbiamo imparato a tenerci tutto dentro, creandoci dei blocchi mentali che ci impediscono di vivere ancora meglio di quanto possiamo fare attualmente con noi stessi e con gli altri. Il potere maschile è un furto a carico delle nostre vite: ci ha rubato la possibilità di vivere una vita meravigliosa insieme alle donne. In questa condizione ci roviniamo la vita creando problemi a chi ci sta vicino, continuando ad accumulare tensione e disagio senza la possibilità di chiedere aiuto. Perchè è sconveniente ed è una pubblica ammissione delle nostre debolezze. E, inoltre, non ne siamo capaci. Arriva il momento che non si riesce più ad accumulare e per il più piccolo motivo si esplode. Allora capita di sentire al telegiornale che un padre, davanti alla propria famiglia, uccide un altro padre, davanti a sua moglie e a suo figlio, per un parcheggio. Esplosioni di rabbia che derivano direttamente dal “potere maschile” e dalle sue assurde regole. La possibilità d'interagire con il genere femminile, senza che questo “avvicinamento” nasconda lo scopo finale di una relazione, è estremamente bella e gratificante dal punto di vista dell'arricchimento reciproco. Bisognerebbe ascoltare di più le donne e anche amarle di più. Avremmo tutto da guadagnare e niente da perdere. Facendo del male alle donne facciamo del male a noi stessi. Nessun vantaggio maschile può valere il prezzo delle lacrime e dei lividi addosso alle donne. Siete tutte delle persone meravigliose<br />Giorgio Ferrari *</div><br /><br /><div align="justify"></div><br /><br /><div align="justify">* Giorgio è componente del movimento "Maschile&Plurale", collabora con i CattiviRagazzi e con il progetto La Ragazza di Benin City, a lui un ringraziamento particolare per questo suo pezzo di altissima umanità maschile: grazie Giorgio</div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-9411522792731761052010-05-19T23:45:00.003+02:002010-05-19T23:55:48.332+02:0019 giugno a Bologna abbattiamo i CIE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbCCm3McIBsjjlObOY-4TzJ1_UXwFQ6R-zq2jVty9Os6PfHRrRFTsbNUxA21GvIVucuO_QKjiu1VPANM_JtPhXty0_Y1yVnFrqeidBtv-b8pmLwzKIP0Mb1vQWzT_onAO8nvlq_kr4tPQP/s1600/tortura.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 371px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbCCm3McIBsjjlObOY-4TzJ1_UXwFQ6R-zq2jVty9Os6PfHRrRFTsbNUxA21GvIVucuO_QKjiu1VPANM_JtPhXty0_Y1yVnFrqeidBtv-b8pmLwzKIP0Mb1vQWzT_onAO8nvlq_kr4tPQP/s400/tortura.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5473102074871961010" /></a><br />Alcune considerazioni<br />Il circuito dello sfruttamento<br />I Cie, ex Cpt, sono luoghi di detenzione amministrativa sottoposta all’autorità di polizia quindi, da un punto di vista<br />giuridico, propriamente equiparabili ai Lager nazisti. Istituiti dalla sinistra nel 1998 e condotti a compimento dalla<br />destra, sono parte integrante e costituente di un meccanismo perfettamente oliato che alimenta il circuito dello<br />sfruttamento. La politica razzista, con le sue leggi e la sua propaganda, incalza l’immigrato schiacciandolo<br />nell’angolo per renderlo sfinito e umiliato schiavo, un pezzo utile da mettere a profitto nei tempi della produzione o<br />in quelli del business del “divertimento” sessuale. Nei Cie vengono rinchiusi immigrati senza il permesso di<br />soggiorno, ma non solo. Ci sono persone che hanno richiesto l’asilo politico, che hanno lavoro e carte in regola ma<br />con vecchi decreti di espulsione sulle spalle, che hanno finito di scontare una pena in carcere e donne, tante donne, in<br />molti casi vittime della tratta. Gente che è sfuggita da guerre, persecuzioni, maltrattamenti e prostituzione. E fame.<br />Guerre e fame che il capitalismo occidentale produce per continuare indisturbato a dominare e a razziare il mondo.<br />Resi clandestini per la sventura di arrivare da paesi disgraziati, sotto la minaccia costante e continua di essere<br />internati e deportati, di venire fermati per strada, negli autobus, nei treni e trattati come bestie, di venire separati<br />dagli affetti più cari, di finire nuovamente nelle grinfie di sfruttatori e “protettori” senza scrupoli, vivono in balia<br />della malvagità di chi esegue gli ordini del potere.<br />Il meccanismo dello sfruttamento per funzionare ha bisogno di un braccio armato fatto non solo di sbirri e militari,<br />ma anche di controllori di autobus e treni che, solerti, scovano immigrati clandestini e li consegnano nelle mani delle<br />autorità. Necessita di un ambiente predisposto ad accogliere tutte le possibili misure di controllo, militari nelle città<br />compresi, quindi la propaganda razzista sostenuta dall’ossessione securitaria entra in campo per alimentare le paure<br />eliminando il rischio che qualcuno solidarizzi o manifesti repulsione per metodi così spietati e disumani. È così che<br />si forma un esercito di schiavi circondati da una massa grigia di esseri collusi, insensibili e meschini.<br />Il secondo termine, espulsione, richiede a sua volta che venga predisposto un meccanismo di attuazione. Centri di<br />detenzione per immigrati sono presenti in tutta Europa e nel 2004 è stata istituita Frontex (Agenzia europea per la<br />gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne) che, tra le altre, ha la funzione di «fornire agli stati<br />membri il sostegno necessario per organizzare operazioni di rimpatrio congiunte». Non è facile nemmeno per gli<br />stati deportare, ci vogliono accordi con i paesi terzi, tanto che spesso vediamo presidente del consiglio e ministri<br />italiani correre smaniosi in giro per il mondo alla ricerca di accordi con Libia, Ghana ecc. Ma ora Frontex è pronta<br />per il suo compito, ha a disposizione aerei charter noleggiati con pilota compreso per le deportazioni che rastrellano<br />gente dai vari centri di detenzione facendo scali in diverse città europee. E si tratta di un intervento prezioso per il<br />sistema rimpatri anche perché sugli aerei di linea troppo spesso i comandanti hanno dovuto far scendere i deportati, e<br />la loro scorta, a causa delle proteste loro o di altri passeggeri, scioccati nel vedere gente in manette e maltrattata.<br />Le condizioni nei Cie e le lotte recenti<br />Chiunque segua le lotte contro i Cie sa che non passa giorno senza che arrivino notizie di soprusi e maltrattamenti,<br />che i reclusi lamentano un disinteresse totale rispetto a qualunque genere di necessità, perfino di cure mediche anche<br />in presenza di malattie o ferite gravi. Si sa che il cibo è pessimo, scarso, condito con psicofarmaci e a volte pure<br />pieno di vermi o scarafaggi. Che gli internati non hanno alcun diritto e che per loro è praticamente impossibile uscire<br />anche se hanno casa, lavoro, coniuge italiano e figli. Che le forme di protesta vengono spesso schiacciate dalla<br />repressione e dai manganelli e che le pene per chi reagisce sono sempre alte. A volte arrivando persino alla morte,<br />come nel caso di uno dei rivoltosi del Cie di Milano. Che gli operatori dei Cie e le guardie si rivolgono agli<br />immigrati con violenza e disprezzo. Che i ricatti sessuali contro donne e trans sono quotidiani. Che gli stupri da parte<br />delle guardie, e di chissà chi altro, sono un rischio costante e troppe volte una realtà. Che quando le violenze<br />vengono denunciate, come nel caso di Joy e di Preziosa, le ritorsioni sono terribili e interminabili. Che i reclusi<br />vengono spesso rispediti in paesi di cui non sanno più nulla e che in certi casi non sono neppure quelli di<br />provenienza. Si potrebbe continuare all’infinito con esempi di soprusi e palesi ingiustizie, di esasperazioni che<br />portano a pesantissime forme di autolesionismo fino ad arrivare in alcuni casi al suicidio.<br />Ma è anche vero che le tensioni e le ribellioni dentro tutti i centri di detenzione in Italia e in Europa intera non si<br />placano. La gioia per le fiamme di Vincennes o di Lampedusa non si spegne e l’esempio recente di 84 donne in<br />sciopero della fame a Yarl’s Wood in Inghilterra dà forza e speranza. Senza dimenticare l’indomabile sciopero della<br />fame che ormai da marzo prosegue a staffetta, con il forte sostegno dei compagni fuori, al Cie di Milano.<br />In Italia, dall’approvazione del nuovo Pacchetto Sicurezza nel luglio 2009 con il quale è stato introdotto il reato di<br />clandestinità e il prolungamento fino a sei mesi del periodo di detenzione nei Cie, le ondate di protesta, le lotte<br />all’interno dei lager della democrazia e fuori non si sono mai fermate. In alcune occasioni la determinazione e la<br />rabbia dei reclusi hanno portato a coraggiose rivolte e fughe, pensiamo alle rivolte dell’estate scorsa al Cie di via<br />Corelli a Milano, a quella di Modena dove i reclusi hanno reso inagibili diversi padiglioni, alle continue fughe dal<br />Cie di Torino, alla rivolta e al fuoco di Ponte Galeria a Roma, a Gradisca, ai tentativi di ribellione di Bari,<br />all’incendio recente al Cie di Bologna.<br />All’esterno la lotta di tanti si è espressa e continua a esprimersi in Italia, a Parigi, in Belgio, ovunque e in molteplici<br />forme, dai presidi, al sostegno agli scioperi della fame, alle iniziative in città per portare fuori la voce dei reclusi, a<br />tante e ripetute azioni solidali contro i responsabili e gli speculatori che si ingrassano con l’affare Cie.<br />I Cie esistono ancora, certamente la lotta non ha ancora raggiunto un sufficiente livello di efficacia ma c’è, dentro e<br />fuori.<br />I Cie di Modena e Bologna<br />I Cie di Modena e Bologna sono strutture dalle quali, come ci hanno fatto sapere i reclusi, «tutti sanno che non si<br />esce»; sono carceri speciali per immigrati le cui condizioni interne sono particolarmente dure e disumanizzanti, i<br />regolamenti applicati totalmente arbitrari e funzionali alla castrazione di ogni forma di protesta, di rivendicazione di<br />libertà e di comunicazione con l’esterno fin dal principio. Non si possono tenere i cellulari che vengono sequestrati<br />all’entrata, tranquillanti vengono somministrati nel cibo a colazione, pranzo e cena, e abusi e violenze da parte di<br />ispettori di polizia, ricatti e insulti sono all’ordine del giorno. Come se non bastasse in questi centri una buona<br />percentuale di detenuti è persino in possesso del permesso di soggiorno. Chi viene internato nonostante sia<br />“regolare” non è un malcapitato a caso e raro, bensì chiunque abbia avuto un decreto di espulsione anche se riferito a<br />un periodo per il quale il reato è già stato indultato. Ma non importa «loro cliccano sui computer e se risulta qualcosa<br />che non torna ti portano dentro anche se hai un lavoro o se pensavi di dover solo completare delle pratiche di<br />regolarizzazione». Dai Cie di Modena e di Bologna non si esce, non solo per militari, sbarre e filo spinato, ma anche<br />perché l’ampliamento del raggio di persone internabili e il prolungamento dei tempi di detenzione fruttano<br />moltissimi soldi ai gestori di queste strutture, ovvero alla Confraternita delle Misericordie presieduta da Daniele<br />Giovanardi. Questa associazione cattolica guadagna 75 euro al giorno per ogni recluso del Cie di Modena e 72 per<br />quello di Bologna. Sarà per questo che alcuni reclusi ci dicono che non vengono nemmeno rimpatriati, anche quando<br />lo vorrebbero?<br />Il 17 aprile, dopo mesi di silenzio imposto e di ribellioni stroncate, 50 reclusi tra uomini e donne del Cie di Bologna<br />sono entrati in sciopero della fame e, successivamente, si sono rivoltati dando fuoco a parte della struttura, causando<br />50.000 euro di danni. Un bel regalo per chi ha scelto di fare dell’internamento degli immigrati un lucroso business!<br />Nei giorni successivi, i giornali locali interessati solo quando la notizia è eclatante e fa vendere ma mai nella<br />quotidianità delle sopraffazioni patite da chi sta dentro questi infami luoghi, hanno diffuso la notizia di diversi<br />episodi avvenuti tra Bologna e Modena in relazione a quello che definivano «il presunto sciopero della fame»: una<br />quindicina di solidali sono entrati con volantini e megafono nel tribunale del giudice di pace a Bologna, il giorno<br />dopo un gruppo di persone avrebbe spaccato i vetri della mensa universitaria di Bologna rifornita dalla Concerta Spa<br />che porta i pasti anche al Cie e che circa un mese prima avrebbe subito danni a furgoni parcheggiati in una sua sede<br />ritrovati con le gomme tagliate, infine il 2 maggio un gruppo di solidali ha scelto di interrompere la messa della<br />domenica nel duomo di Modena per smascherare, con volantini e megafono, le responsabilità dei gestori del Cie<br />della città e per rompere il silenzio. Un silenzio che per quanto riguarda il Cie modello di Modena, che per le<br />peculiarità indicate sopra presumiamo sperimentale, è sempre stato totale. Giovanardi ha poi dato dei farneticanti a<br />chi porta in diverse forme la solidarietà agli immigrati reclusi nel suo Cie, dove secondo lui sono trattati con tutti i<br />riguardi e le misericordiose cure necessarie.<br />Per continuare opportunamente a farneticare indiciamo<br />Un Corteo contro i Cie e contro la Misericordia che gestisce quelli di Modena e Bologna.<br />Un corteo che miri a far conoscere alla città le nefandezze che quotidianamente avvengono dentro questi lager.<br />Un corteo contro la vergogna delle deportazioni<br />Un corteo comunicativo che punti il dito contro i responsabili di queste strutture.<br />Un corteo che non deleghi la propria difesa.<br />Un corteo contro i Cie per noi è un corteo contro l’organizzazione sociale che li ha concepiti e realizzati, non<br />vogliamo bandiere di partiti o di sindacati.<br />Consapevoli che l’opposizione ai Cie non si esaurisce in scadenze e appuntamenti ma si alimenta giorno per giorno<br />delle proteste e delle rivolte interne e dei contributi solidali di chi lotta al loro esterno, crediamo importante in questo<br />momento lanciare un’iniziativa partecipata per ribadire la natura di questi centri e che i responsabili non sono entità<br />astratte ma collaboratori e approfittatori concretamente esistenti e contro i quali è possibile indirizzare le nostre lotte.<br />Coordinamento per il 19 giugnoAssociazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-17003281850196020292010-05-10T18:21:00.004+02:002010-05-10T18:37:45.502+02:008 giugno di lotta e di protesta, a fianco di Joy ed Hellen<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGT3yrosIuqRj1ojbus6aUVfCxw_9lwNOePV_IsIDokAtGjxnk3luOMl4HXoK6lgwWdp9Wxe4s8AZMeFyQn838alw3WKLqrBKHzZ9PTyrHMxBQykrn_onz8iEKAZinng6CMd8j2VJCB9Wz/s1600/manchette_1.gif"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 143px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGT3yrosIuqRj1ojbus6aUVfCxw_9lwNOePV_IsIDokAtGjxnk3luOMl4HXoK6lgwWdp9Wxe4s8AZMeFyQn838alw3WKLqrBKHzZ9PTyrHMxBQykrn_onz8iEKAZinng6CMd8j2VJCB9Wz/s400/manchette_1.gif" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469681461415025042" /></a><br />L'8 GIUGNO A MILANO: A FIANCO DI JOY ED HELLEN, CONTRO CIE E DEPORTAZIONI<br /><br />Una sera d'estate Joy, una ragazza nigeriana vittima di tratta, porta il<br />proprio materasso fuori dalla cella del Centro di identificazione ed<br />espulsione di via Corelli a Milano. Preferisce dormire nel corridoio, dove<br />fa più fresco. <br />Durante la notte si sveglia di soprassalto: sul suo corpo le mani di<br />Vittorio Addesso, ispettore-capo del Cie, che si è sdraiato sopra di lei.<br />Joy lo respinge con forza e decisione, altre donne la sostengono.<br /><br />Un "normale" episodio di brutale e sessista amministrazione<br />all'interno di un Cie, dove gli aguzzini dominano incontrastati, forti delle<br />connivenze dei gestori di quei lager per immigrate/i.<br /><br />Alcuni giorni dopo nel Cie di Milano scoppia la rivolta contro il<br />"pacchetto sicurezza". Joy e le altre donne che l'avevano aiutata vengono brutalmente<br />picchiate, nude, dall'ispettore Addesso e colleghi, e arrestate: una<br />chiara rappresaglia da parte di chi mette in atto ricatti sessuali e molestie e<br />non intende accettare il rifiuto.<br /><br />Durante le udienze del processo ai rivoltosi, Joy denuncia la tentata<br />violenza da parte dell'ispettore. Hellen, sua compagna di stanza, conferma<br />l'accaduto, diventando la sua testimone.<br />La Croce Rossa, nella figura del responsabile Massimo Chiodini, copre<br />l'ispettore-capo di polizia.<br />La giudice, voce della "giustizia" italiana, denuncia entrambe le donne<br />per calunnia.<br /><br />Tutte e cinque le donne imputate vengono condannate a sei mesi di carcere<br />per la rivolta. A febbraio, terminata la pena, vengono riportate in un<br />Cie,dove a tutt'oggi si trovano rinchiuse tutte tranne una con la<br />prospettiva di essere deportate in Nigeria, una prospettiva che per Joy ed<br />Hellen, come per tante/i altre/i, equivale ad una condanna a morte.<br /><br />L'8 giugno a Milano si terrà l'incidente probatorio, udienza durante la<br />quale si troveranno faccia a faccia Joy, Hellen e Vittorio Addesso.<br /><br />Con Joy, dietro a Joy, vi sarà tutto il mondo dei Cie, fatto di controllo,<br />intimidazioni, abusi e violenze sui corpi rinchiusi. Dietro Vittorio<br />Addesso starà tutta la gerarchia degli aguzzini, fino ad arrivare in alto, al<br />ministero dell'interno e ad uno stato che vuole, gestisce e controlla quei<br />lager. Uno stato che, nella figura di un suo servo, si troverà per<br />l'ennesima volta come parte accusata in un'aula di tribunale da cui, molto<br />probabilmente, ne uscirà assolto.<br /><br />Ma non è da quell'aula di tribunale che ci aspettiamo una rottura con un<br />consolidato meccanismo di violenze, abusi e ricatti, meccanismo che si<br />esplicita quotidianamente dentro le mura di ogni Cie.<br />E' urgente la presa di posizione di ognuna/o di noi contro le complicità<br />che permettono l'esistenza di un lager di stato e coprono gli abusi che vi<br />avvengono quotidianamente.<br /><br />Per questo l'udienza che si terrà a Milano l'8 giugno, preceduta da una<br />settimana internazionale di lotta contro le deportazioni, chiama tutte e<br />tutti a fare una scelta di parte, ad opporsi e ad esserci.<br /><br />Una mobilitazione fattiva che arrivi a concretizzare il vero obiettivo: la<br />lotta per la distruzione di tutti i Cie, che è anche lotta per la nostra<br />libertà e la nostra autodeterminazione all'interno di un paese-laboratorio<br />sociale governato da uno stato di polizia.<br /><br />fate girare la notizia il piu possibile.....<br /><br />per maggiori info<br /><br /><strong>http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/</strong>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-60268523773453381532010-05-09T00:28:00.005+02:002010-05-09T00:49:55.574+02:00Solidarietà a chi distrugge muri<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9gEwEaHxvIedrolit_AT7wUEGrFI_V22pXXHRjt6yq3FXVwwuBQmdtWYF3OK_f-s56Az_-fkckzXmLl9uANUw_VJpa2lIG63YjhuPGMKkeGknyX3TSZ6J5BGFHBFLCQtJtjR0t-Ua820k/s1600/fossarmato.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 254px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9gEwEaHxvIedrolit_AT7wUEGrFI_V22pXXHRjt6yq3FXVwwuBQmdtWYF3OK_f-s56Az_-fkckzXmLl9uANUw_VJpa2lIG63YjhuPGMKkeGknyX3TSZ6J5BGFHBFLCQtJtjR0t-Ua820k/s400/fossarmato.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469033344423202578" /></a><br />Un modo di dire corrente è "erigere un muro" quando ci si rifiuta di dialogaro o capire un problema, ebbene, la nuova amministrazione pavese di centro destra (più destra che centro) ha preso alla lettera il modo di dire: costruisce muri fisici, veri, di solidi mattoni e ottimo cemento. La prima azione "sociale" è stata quella di sgomberare il centro di accoglienza della città, buttare sulla strada cinque famiglie rom che vi erano alloggiate e ... murare. La seconda iniziativa: arrivare di soppiatto all'alba e murare il centro sociale cittadino, covo di sovversivi e pericolosi comunisti anarcoidi che rifiutano di farsi omologare dalla cultura razzista e xenofoba dominante. Ebbene sembra, anzi è certo, che oggi, 9 maggio 2010, sia sorta una specie di associazione di demolitori, demolitori che si propongono di abbattere i muri che questa amministrazione erige.Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-59635014126714776562010-03-22T00:12:00.003+01:002010-03-22T00:29:31.653+01:00Buona Pasqua da Gigo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja3NiHIBdhEVxQu1eML57038BN7fP2_gOA7Z6_NCOgDzyJzCwcwLwwQwVb6xkKeIt9tOf_ITW3O8LDEnEBeQvut3-dmQ9e4jeUhUOfUZgb2-R5idpyRP9Q_0HsU9w2EcOpbRL3C_W-lrV3/s1600-h/seesawa.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 340px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja3NiHIBdhEVxQu1eML57038BN7fP2_gOA7Z6_NCOgDzyJzCwcwLwwQwVb6xkKeIt9tOf_ITW3O8LDEnEBeQvut3-dmQ9e4jeUhUOfUZgb2-R5idpyRP9Q_0HsU9w2EcOpbRL3C_W-lrV3/s400/seesawa.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5451232578822371954" border="0" /></a><br /><!--[if !mso]> <style> v\:* {behavior:url(#default#VML);} o\:* {behavior:url(#default#VML);} w\:* {behavior:url(#default#VML);} .shape {behavior:url(#default#VML);} </style> <![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:trackmoves>false</w:TrackMoves> <w:trackformatting/> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:donotpromoteqf/> <w:lidthemeother>IT</w:LidThemeOther> <w:lidthemeasian>X-NONE</w:LidThemeAsian> 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nella township di Bauleni?<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;font-family:arial;"><span style="">È proprio vero che le cose prendono un significato diverso a seconda della latitudine in cui ci si trova a vivere.<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;font-family:arial;"><!--[if gte vml 1]><v:shapetype id="_x0000_t75" coordsize="21600,21600" spt="75" preferrelative="t" path="m@4@5l@4@11@9@11@9@5xe" filled="f" stroked="f"> <v:stroke joinstyle="miter"> <v:formulas> <v:f eqn="if lineDrawn pixelLineWidth 0"> <v:f eqn="sum @0 1 0"> <v:f eqn="sum 0 0 @1"> <v:f eqn="prod @2 1 2"> <v:f eqn="prod @3 21600 pixelWidth"> <v:f eqn="prod @3 21600 pixelHeight"> <v:f eqn="sum @0 0 1"> <v:f eqn="prod @6 1 2"> <v:f eqn="prod @7 21600 pixelWidth"> <v:f eqn="sum @8 21600 0"> <v:f eqn="prod @7 21600 pixelHeight"> <v:f eqn="sum @10 21600 0"> </v:formulas> <v:path extrusionok="f" gradientshapeok="t" connecttype="rect"> <o:lock ext="edit" 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Forse, come per il senso dell’avvento, anche qui sono chiamato ad andare all’essenziale. Che cosa succede veramente in questi quaranta giorni di deserto? Come mi devo comportare, come sono chiamato a viverli? Ciò che ha un senso in Italia, qui forse ne ha un po’ meno e altre dinamiche e contenuti prendono valore e priorità. Certo non ci si può fermare ai fioretti, che il più delle volte vanno a toccare solo il nostro superfluo. Per moltissime persone qui il superfluo non c’è mai e ogni tanto, diciamo raramente, hanno il necessario. Come si fa a parlare di digiuno con gente che digiuna tutto l’anno? Moltissimi uomini e donne sieropositivi, si autodistruggono con gli anti retro virali, (terapia per chi ha l’Aids) proprio perché non hanno una corretta <span style=""> </span>alimentazione. Siamo alla periferia della capitale, e i supermercati sono pieni di tutto,<span style=""> </span>il cibo non manca, ma i prezzi sono altissimi e la gente delle township tira a campare come può. Se non ho la possibilità di saltare il superfluo perché <span style=""> </span>non ho nemmeno il necessario, cosa differenzia questo tempo da un altro? Ma che cosa è la quaresima? Cominciamo con un numero; <b style="">quaranta</b>. Si dice che Gesù sia stato 40 giorni nel deserto, non prendendo né acqua né cibo. Il numero è esagerato, nessun uomo può sopravvivere tutto quel tempo senza mangiare e bere. Va bene che era Dio ma, se ha scelto di essere uomo credo che si sia preso questo impegno fino alla fine, compreso le fatiche di un corpo da uomo. Quaranta è <span style=""> </span>un numero simbolico, e non un lasso di tempo reale e ricorda i quaranta anni del popolo d’Israele nel deserto, che dalla condizione di schiavitù, andava incontro alla terra promessa, alla libertà. Un popolo intero si era messo in cammino, uomini, donne bambini, anziani tra mille difficoltà, <span style=""> </span>tra momenti di sconforto, di tradimenti, di fame e di pianti. Il fatto è che, a quel tempo, la prospettiva di vita non era lunghissima; solo di 35, 36 anni. Questo vuol dire che nessuno di quelli che sono partiti ha visto ed è entrato nella terra promessa. Sono morti tutti prima di raggiungere il loro sogno. Trentasei anni, di vita da vivere, quaranta anni di cammino nel deserto! Il calcolo non lascia dubbi. Il popolo che ha trovato liberazione non è il popolo che è partito dall’Egitto. Non è più lo stesso popolo, è un popolo nuovo, sono i figli e nipoti nati durante il </span><!--[if gte vml 1]><v:shape id="_x0000_s1027" type="#_x0000_t75" style="'position:absolute;left:0;" wrapcoords="-52 0 -52 21548 21600 21548 21600 0 -52 0"> <v:imagedata src="file:///C:\DOCUME~1\Babbo\IMPOST~1\Temp\msohtmlclip1\01\clip_image005.jpg" title="Africa 108"> <w:wrap type="tight"> </v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><span style="">viaggio verso la libertà. Dopo tutti questi anni si ha una creatura nuova, l’uomo nuovo chiamato a costruire e ad abitare una terra nuova.<span style=""> </span>Alla luce di questa interpretazione si può dire che questi quaranta giorni di quaresima sono il tempo simbolico per prenderci in mano ancora una volta, per tentare di riavvicinarsi a noi stessi, al sogno di Dio, e tentare di costruire percorsi che siano veramente capaci di “rigenerarci”, ovvero, di nascere ancora, perché alla fine di questo cammino, possiamo sentirci creatura nuova, <span style=""> </span>donne e uomini nuovi. Ciò che inizia il cammino è chiamato a lasciar spazio a una nuova vita, ad un nuovo essere. Guardando la gente di Bauleni, il loro stile di vita, la loro difficile quotidianità, penso che questo momento <span style=""> </span>si può vivere anche in modo diverso, quello che conta è tentare di attraversare il deserto e il silenzio con la speranza di uscirne nuovi.<span style=""> </span>La vera rinuncia è quella di sottrarre tempo al solito “tran tran” per fare respirare la mente. Pensare, pregare e meditare, allontanarsi dal mondo vuoto, o almeno tentare di farlo. Davvero; diamoci del tempo, regaliamoci aria e spazio per far vivere semplicemente ciò che siamo. Fare digiuno da tutte le idée, gli stereotipi, i luoghi comuni e i pensieri che ci mettono nel piatto come cibo tiepido e precotto. Essere critici davanti a fatti e avvenimenti, e rinunciare a seguire la tendenza dominante, quella comune, quella più facile. Questa è la rinuncia, questo è il digiuno, <span style=""> </span>questo è lo sforzo. Solamente usando criticamente la nostra mente potremmo diventare creatura nuova e dopo i quaranta giorni attende la resurrezione dell’uomo nuovo. Anche il Falegname di Nazareth è uscito dai suoi “quaranta giorni” di deserto pronto a dare la vita per un mondo nuovo di giustizia e pace … è uscito nuovo, è uscito Dio. Prendiamoci del tempo per pensare, basta aprire il Vangelo, leggere, meditare e gustare la sana rivoluzione, quella di una notizia nuova,<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;font-family:arial;"><span style="">Ma attenzione, anche qui, al pericolo di cibi precotti, il rischio di accontentarsi del già sentito è sempre dietro l’angolo.<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" face="arial" style="text-align: justify;"><span style="">Per questa Pasqua auguriamoci di avere il coraggio di credere alle cose nuove … di essere creatura, attenta, pensante, critica, viva … creatura nuova.<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify; font-family: arial;"><span style=""><o:p> </o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b style=""><span style=";font-family:";font-size:48pt;" ><span style="font-family:arial;">Buona Pasqua</span><o:p></o:p></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style=""><span style=""><o:p> </o:p></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style=""><span style=""><o:p> </o:p></span></b></p>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-32873233987415211942010-03-12T23:31:00.002+01:002010-03-12T23:36:00.980+01:00Donne che non si arrendono<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR90EAPqqyLrGW7EaORBXDdLzlVuQQZZemiBgaVI537Lz-gDzIrqPK8ut1uNbctmAQAKuQOG8ldUg_0xLOw7O6wMMMNOWDdhqMclqh_d9zsLvTh4XAX4lG9-xOlR9Y8hQHmCUKXnOx41M-/s1600-h/image002.png"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 278px; height: 349px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR90EAPqqyLrGW7EaORBXDdLzlVuQQZZemiBgaVI537Lz-gDzIrqPK8ut1uNbctmAQAKuQOG8ldUg_0xLOw7O6wMMMNOWDdhqMclqh_d9zsLvTh4XAX4lG9-xOlR9Y8hQHmCUKXnOx41M-/s400/image002.png" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447879253369613218" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style=" line-height: 15px; font-family:arial, helvetica, clean, sans-serif;font-size:13px;"><div style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 21px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FF0000;"><b>PENSARE L’IMPOSSIBILE </b></span></span></span></div><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><span class="Apple-style-span" style="color:#FF0000;"><b>Donne che non si arrendono</b></span></span></div></span></div><div style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:medium;"><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"></span> </span></div><div style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Quando si parla di donne, in Italia prevale la rassegnazione. Battute grevi, il corpo femminile che diventa oggetto di marketing, la sottomissione come consuetudine, sterili e umilianti dibattiti sulle quote rosa. Il “velinismo” è ormai un criterio selettivo, e solo lo scatto d’orgoglio di una moglie, Veronica Lario, ha creato un temporaneo moto di indignazione contro il “ciarpame senza pudore”. I principali istituti nazionali di ricerca pubblicano i dati sulla condizione delle donne: ogni volta è un po’ peggio. Meno di una italiana su due lavora, record negativo europeo, le violenze di genere aumentano, altro primato inquietante. Va così, lo stato delle cose è questo. Davvero non è possibile fare nulla davanti a questa situazione? E non c’è modo di schiodarsi da quell’umiliante 72° posto, su 135 paesi, questa la classifica che ci viene assegnata dal nuovo rapporto sul divario di genere del World Economic Forum?</span></span></div><div style="text-align: justify;margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Anaïs Ginori dà voce alle donne, sparse per la penisola, di ogni ordine e grado, che invece non intendono rassegnarsi e continuano a pensare l’impossibile. Attraverso i loro occhi, le loro parole e le loro storie, disegna una mappa della resistenza, si confronta con le cause dell’arretramento, dalle battaglie degli anni settanta al corpo delle donne vilipeso e negato di oggi. E in questo viaggio incontra personaggi, situazioni e vizi spesso dimenticati dalle cronache di tutti i giorni. Ogni capitolo di questa inchiesta-reportage indica un sintomo, che sia di speranza o di degradazione. Senza nascondersi mai dietro ad un dito, neppure nell’elencare le cause dell’anno zero che stiamo vivendo. Dall’ipocrisia del linguaggio sulle “escort” nei palazzi del potere, mentre le “mignotte” vengono cacciate dai marciapiedi, alla lotta dei gruppi religiosi contro un farmaco, la pillola abortiva Ru486, disponibile in tutto il mondo da anni. Dalla serie di film porno italiani dedicata agli stupri fino al sessismo in politica (e a chi cerca invano di combatterlo). Dai racconti delle femministe storiche, che ammettono anche i loro errori e non nascondono la realtà attuale, fino alle giovani studentesse e agli altri bagliori che covano sotto la cenere della ricerca di una nuova identità femminile.</span></span></div><div color="initial" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- "><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Con interviste a</span><strong color="initial" style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"> Emma Bonino, Daniela Del Boca, Luisa Muraro, Sofia Ventura, Isoke Aikpitanyi, Lorella Zanardo, Valentina Maran, Emile-Etienne Baulieu (il creatore della RU486), il regista porno Andy Casanova e altre/i.</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"> </span></div></span><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline-color: initial; "><div style="text-align: justify;"><strong color="initial" style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Prefazione di Concita De Gregorio</span></strong></div><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">ANAIS GINORI (Roma, 1975), giornalista, lavora a la Repubblica. Con Fandango ha pubblicato nel 2001 “Le Parole di Genova” e, con Sperling&Kupfer, “Non Calpestate le farfalle” (2007).</span></div></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- font-family:georgia,serif;color:initial;"><span style="line-height: 1.2em; outline-style: none; outline-width: initial; outline- color:initial;"><br /></span></span></div></span>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-55185891830893359682010-02-27T00:29:00.002+01:002010-02-27T00:33:07.929+01:008 marzo 2010 sulla strada: mimose contro la tratta<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtiH_hdIa259K3oV983Soil2-t-ENUum2re-THUw2odKXIiLxbV-VeLcPeY8yjBn97eYStmf1vC0MybUPi1D7sSrGO0ZY9LqNgcuEPOr_0sNXFAaHYggKocd6i0fW1V3iIReSoNaPLUUjw/s1600-h/news_face1.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 302px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5442699139115089042" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtiH_hdIa259K3oV983Soil2-t-ENUum2re-THUw2odKXIiLxbV-VeLcPeY8yjBn97eYStmf1vC0MybUPi1D7sSrGO0ZY9LqNgcuEPOr_0sNXFAaHYggKocd6i0fW1V3iIReSoNaPLUUjw/s400/news_face1.jpg" /></a><br /><div>Dalla parte delle ultime, le più sfruttate, le schiave del sesso, insultate, offese, derise, discriminate, schifate, le puttane nere, quelle che per 20 schifosi euro danno sesso a un esercito di psicopatici bianchi. </div><br /><div></div><br /><div>L'otto marzo diamo un segnale di sensibilità e di presa di coscienza, andiamo a trovarle sulla strada portiamogli un sorriso</div><br /><div></div><br /><div><span style="color:#cc0000;">LUNEDI' OTTO MARZO CI TROVIAMO IN PIAZZA DEL MUNICIPIO A SIZIANO (pv) QUINDI CI SPOSTIAMO SUL RONDO' ALL'INCROCIO VIGENTINA CON LA BINASCA, UN GRUPPO PORTERA' LE MIMOSE GLI ALTRI IMPROVVISERANNO UN PICCHETTO CON CANDELE E FIACCOLE SUL RONDO'</span></div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3427158213744572842.post-26641205832425605422010-02-20T22:44:00.003+01:002010-02-20T22:56:24.074+01:00Lettera di Diego dallo Zambia<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr8CJ6h97_kiGRBm2krqFmW6IXpa-7-a9v9cK7Jd6qA_yqMvrUNBgIVOSUSrGAm1fXzMabzd3TPcPzoGhD6rne7dErZXhiRyLiZFDzegc-k-Pku6FR4GYeYxB0FhzY-LSRcEFXPqtAzLbM/s1600-h/africa_aids.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 220px; DISPLAY: block; HEIGHT: 168px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5440447249356929122" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr8CJ6h97_kiGRBm2krqFmW6IXpa-7-a9v9cK7Jd6qA_yqMvrUNBgIVOSUSrGAm1fXzMabzd3TPcPzoGhD6rne7dErZXhiRyLiZFDzegc-k-Pku6FR4GYeYxB0FhzY-LSRcEFXPqtAzLbM/s400/africa_aids.jpg" /></a><br /><div><strong><span style="color:#ff0000;">… tutto in un sabato, tutto in una domenica<br /></span></strong></div><br /><div align="justify">Aids! “I’m positive”, sono positivo, sono positiva. Non è raro sentire questa frase entrando nelle case della gente della township di Bauleni. Le famiglie sono falciate da questo male ancora incurabile, ma la causa della morte spesso viene coperta con altre malattie oppure con cause misteriose e magiche. Il virus colpisce tutti, senza discriminazioni, che tu sia europeo o africano non importa, ma se in Europa si riesce a vivere dignitosamente, qui al contrario, si vive male e si muore e peggio! In Bauleni il virus ha un volto ben definito, una fisionomia marcata, delle caratteristiche fisiche che lasciano poco spazio a diagnosi dubbiose. Misonzi, per esempio, è una ragazza di 25 anni circa, con un sorriso disarmante. Un uomo è passato nella sua vita e le ha lasciato un bimbo con cui ha condiviso il virus. Questa donna però è ancora sola perché il bambino è stato portato via dall’Aids. Misonzi è sola col suo male che la mangia poco a poco, giorno dopo giorno e con il suo dolore; il ricordo di un bimbo che ad ogni sorgere del sole tenta di annegare nell’alcol senza mai riuscirci.<br />C’era anche Peter, un uomo sui 40 anni, talmente magro che la pelle ormai grigia sembrava essere dipinta sulle ossa. Abbiamo potuto condividere con lui poco tempo, appena due visite, alla terza abbiamo trovato solo il suo ricordo e le lacrime della sua famiglia. Oppure Brenda, una donna che vive sola con tre figli che non riesce a mantenere, il marito l’ha lasciata qualche anno fa. Il suo sguardo è triste e tenero allo stesso tempo e i segni della malattia si fanno evidenti col passare del tempo.<br />A volte è talmente stanca e debole che per intere settimane sta sdraiata sul suo materasso appoggiato sul pavimento. Brenda sa che deve morire, mi immagino solo il pensiero che la sbrana più della sua malattia: cosa faranno le mie tre creature in un futuro non troppo lontano?<br />Anche il sangue di Mercy e del suo bambino di otto anni porta quella maledetta parola tra i suoi globuli: “positivo!” Vivono in una casa talmente piccola che appena si entra ci si trova obbligatoriamente seduti sul divano senza più potersi muovere. Mercy ha buon gusto, cura i particolari della casa, ci mette amore e quando siamo arrivati, quel sabato, stava lavando il pavimento di cemento levigato, inginocchiata come in preghiera. Per quanto tempo ancora potranno camminare per le strade di Bauleni? Che scadenza avrà la loro speranza?<br />“Positivo!” e’ una parola che marchia a fuoco il sangue come una sentenza senza possibilità di appello. Il sangue, simbolo della vita, delle unioni indissolubili e delle alleanze, della promessa e della discendenza, diventa veleno, simbolo di paura ed emarginazione e siero che porta la morte. Ed è lo stesso sangue che domenica ho visto uscire dalla bocca e dalla testa di un uomo che altri tre uomini stavano linciando a bastonate calci e pugni. Il sangue scendeva dalla faccia alla terra e si mescolava con l’acqua di una pozzanghera, formando disegni cupi che sapevano di mattanza.<br />La gente attorno stava a guardare, come si guarda ammazzare un toro in una corrida. La coscienza grida e porta dove il coraggio non porta, e il grido si trasforma in azione. Quando lei pronuncia la sua parola non è possibile ignorarne la voce, e così sono stato spinto ad intervenire. L’avrebbero ammazzato? Non lo so, non so nemmeno il motivo del linciaggio e sinceramente non avrebbe fatto nessuna differenza. L’uomo è vivo, ma è viva anche la violenza che si accende per un nulla e accresce colpo dopo colpo, resa ancora più fredda e tagliente dal sadismo della gente che guarda con un certo godimento non proprio inconscio. La violenza è viva e pulsa sulle tempie e si alimenta di se stessa, del sangue che fa scorrere, che si rende visibile e imbratta l’uomo, la terra, l’acqua ma anche la coscienza. Cose d’Africa? No non e’ questo che intendo, perché queste cose capitano anche a Milano, nello stesso modo, con la stessa violenza e freddezza e nella stessa indifferenza. Ci si può indignare, ed è giusto che sia così, ma non si può condannare un intero continente per un gesto che rispecchia anche la propria cultura, nel mio caso quella italiana. Ora penso agli incontri vissuti lo scorso sabato e domenica, e nel silenzio, il giudizio affrettato lascia spazio alla preghiera, e questa porta alla riflessione, critica si, ma il più possibile ponderata. L’Africa, o meglio, lo Zambia non è questo, o non solo questo, come l’Italia non è solo mafia. Qui c’è del bello che nasce ogni giorno, nonostante tutto. Dio non si è dimenticato di questa terra, anzi, sprona l’uomo a ricordarsene.<br />Penso al sangue, elemento che ha unito un sabato e una domenica di febbraio bagnato dalle piogge, penso che da elemento di morte e di violenza siamo chiamati a riportarlo all’originale significato di alleanza e vita. Ho deciso di narrare questi eventi, non per mettere in cattiva luce questo popolo, anzi … lo faccio perché racconto storie, incontri che la vita mi da in dono, senza nascondere il brutto e il bello, la paura e la gioia, cercando di condividere a parole ciò che mi va capitando lungo il cammino. Scrivo perché come dice un proverbio indiano; “tutto ciò che non va donato va perduto”.<br /><br />Diego (Gigo) </div>Associazione Cattivi Ragazzihttp://www.blogger.com/profile/00466932837267580846noreply@blogger.com0