mercoledì 17 dicembre 2008

Non tutto è marcio: la straordinaria vita di Dora Akunyili





Dora Akunyili è nata nel 1954 In un villaggio dello Stato di Anambra – Sud Nigeria.Proventiente da una famiglia cristiana agiata è la prima della classe e studia Farmacia, si laurea a Lagos e ottiene la specializzazione a Londra. Nel 1995, nominata segretaria di un fondo per l’aiuto ai più poveri, soffre di stomaco. Viene mandata a Londra per operarsi, in tasca 25 mila euro offerti dal suo datore di lavoro. Il chirurgo inglese ritiene l’operazione inutile, ma le propone una falsa diagnosi per dividersi il malloppo. Lei rifiuta e restituisce i soldi al capo, stupito da tanta onestà nel Paese più corrotto del mondo. Questo exploit arriva alle orecchie del futuro presidente Olusegun Obasanjo che la chiama nel 2001 alla testa della Nafdac (Agenzia Nazionale di controllo della nutrizione e delle medicine). Contrariamente ai suoi predecessori lei prende la missione alla lettera e dichiara guerra 'ai mercanti della morte'. Limita le importazioni a due porti e due aeroporti, ingaggia in Cina e in India degli ispettori che mettono 31 fabbricanti sulla lista nera e lancia più di 800 azioni contro mercati e produttori locali. La reazione dei baroni delle medicine contraffatte non tarda, prima tentano di corromperla, dopo hanno cominciato a minacciarla. Durante la sua lotta, ha dovuto anche sbarazzarsi dei collaboratori corrotti, 300 in sei anni, tra cui il fratello di suo marito che ancora gliene vuole. Suo figlio è stato vittima di un tentativo di rapimento a scuola, poi è toccato ai killer professionisti. Nell’agosto del 2001 sei uomini armati l’aspettano a casa sua: ha cambiato programma all’ultimo minuto. Un anno dopo, i laboratori della Nafdac bruciano. Lei avrebbe dovuto essere all’interno se il suo programma non fosse stato modificato. Il 26 dicembre 2003, mentre il suo convoglio si avvicinava a sua, una pallottola la sfiora e uccide il conducente. Lei sa bene chi è il mandante principale degli attentati. Marcel Nnakwe è il più grande produttore nigeriano di medicinali contraffatti, un uomo ricchissimo con mille protezioni all’interno dell’ordinamento giudiziario e delle forze dell’ordine. Attualmente è accusato di omicidio per l’attentato del Natale 2003 e il giudice, dopo 58 udienze, si è appena dichiarato incompetente. Il braccio di ferro comunque sta lentamente girando a sfavore dei mercanti della morte. Dal 62% del 2001, la parte di falsi medicinali sul mercato nigeriano è passata al 20%. In marzo ha avuto finalmente luogo un raid su Onitsha: 700 poliziotti hanno sequestrato 80 camion di prodotti contraffatti. Quanto ai fabbricanti indiani e pakistani, sono abbastanza sotto controllo. Più difficile il controllo sui cinesi.Prima di essere dirigente del NAFDAC ha occupato posizioni di prestigio nell'università della Nigeria, ed ha collaborato ai lavori di numerose commissioni scientifiche nazionali e internazionali. E' componente della New York Academy of Science, della Internationl Union of Pharmacology, e della International Pharmaceutical Federation.

sabato 13 dicembre 2008

Farmaci killer....fermiamoli!!!!!


Circa 34 bambini sono morti in Nigeria in seguito alla somministrazione di un medicinale per la cura dei denti.

Il mese scorso erano state registrate 28 morti e successivamente se ne aggiungono tristemente altre sei, avvenute in tre luoghi diversi della Nigeria.

La causa dei decessi è da ricercare nello sciroppo per denti "My Pikin" contenente un solvente industriale, il dietilene glicolico, dannosissimo per la salute renale.


L'agenzia governativa che si occupa del controllo dei cibi e dei medicinali (la National Agency for Food and Drug Administration and Control, NAFDAC) ha reso noto che gli ultimi decessi avvenuti sono stati registrati in uno degli istituti nigeriani di medicina più antichi, l'Ahmadu Bello University Teaching Hospital a Zaria, città situata nella zona settentrionale del paese.


E' stata Dora Akunyili, direttore generale dell'agenzia governativa, a rivelare che la causa ritenuta all'origine dei decessi sarebbe il dietilene glicolico. I bambini che ingeriscono questa dannosissima sostanza presentano sintomi di febbre, diarrea, vomito e l'impossibilità di urinare. "I bambini sono deceduti durante la dialisi perché i reni erano già irreversibilmente danneggiati", ha spiegato Dora Akunyili, sottolineando anche come l'agenzia stia facendo tutto il possibile per eliminare il problema; ad esempio, sono stati analizzati diversi medicinali per i denti e contro i sintomi di tosse, per il timore che anch'essi potessero contenere la sostanza velenosa.


La Nafdac ha inoltre effettuato sopralluoghi in più di 1.675 tra ospedali, farmacie, supermercati, cliniche e ospedali, ritirando in totale 425 confezioni di "My Pikin". L'agenzia ha ordinato la chiusura dell'industria farmaceutica Barewa Phamarceuticals, produttrice nella città di Lagos del "My Pikin", e della compagnia Tranxell Ltd, un'industria che aveva fornito sostanze chimiche alla Barewa. Il primo caso di avvelenamento è stato scoperto lo scorso 3 Novembre e da allora più di quaranta bambini tra i quattro mesi ed i tre anni sono stati ricoverati. Le autorità ufficiali però ritengono che il numero di casi potrebbe essere molto più alto, dal momento che molti genitori non hanno accesso ai servizi sanitari di base per i propri figli.


Ecco una tragedia che si unisce a tante altre in un paese dove i ricchi e prepotenti signori appoggiati da occidentali senza scrupoli continuano ad usare e abusare della povertà e dell'ignoranza (forzata)delle persone per sperimentare i loro farmaci killer su dei bambini,questi a mio avviso sono dei veri e propri omicidi che devono essere severamente puniti ,questi sono i veri crimini da combattere !!!!!!!!


Andrea.

giovedì 4 dicembre 2008

la banalità dell'orrore

Le notizie di stampa si susseguno tumultuose, multe a clienti e prostitute, retate, repressioni, ogni sindaco sceriffo è in strada a radunare vigilantes ed a incitare al linciaggio. Che dire e che fare? Sembra ormai inutile ogni azione, stiamo precipitando in un buco nero. Non siamo ancora gli arresti solo perchè polizia e carabinieri sono più di buon senso dei politici ed è ridicolo arrestare uno per un reato che preveda al massimo 15 (leggasi quindici) giorni di carcere. Certo i sindaci più aggressivi (che poi sono i più culturalmente "bestie") sognano celle comunali, polizia volontaria di partito, camice verdi, brune, nere .... intanto la gente non tira neanche metà mese, il disagio cresce, la povertà avanza, ma loro tirano diritto: guerra alla prostituzione, guerra ai rom, lotta al diverso!

In questo brodo primordiale dei sentimenti prosperano storie assurde: quella del pensionato che si compra una schiava africana, la violenta per mesi, la riempi di botte e quando, convinta dai vicini, lei scappa il poveretto si lamenta, si, si lamenta, ma come: è sua, paga i parenti di lei per tenerla, l'ha regolarmente acquistata e lei scappa, ma come si permette, bisogherebbe tagliarli un piede come facevano una volta!

Spero ardentemente che lo mettano dietro le sbarre e che buttino la chiave, ma occorre anche avere pena di un simile personaggio, è anche lui vittima, vittima di una cultura dominante che porta a questi eccessi, a considerare il diverso un oggetto. Insieme a lui dovrebbero essere blindati a vita anche quei loschi personaggi che si esibiscono nei patinati salotti televisivi diffondendo il veleno del razzismo.

venerdì 21 novembre 2008

Carfagna la hostess di Silvio

Il premier se ne fotte del protocollo e invia la fidata Mara a ricevere il presidente brasiliano Lula all'aeroporto. E il ministro degli Esteri?

Ieri soubrette in tv e «calendarista», oggi parlamentare da riverire e a tratti valletta di Berlusconi; Mara Carfagna, da qualche tempo incaricata dal premier di svolgere le funzioni di portavoce del governo. In un momento di tensione sociale, Berlusconi ha pensato bene di fare del volto (e dello sguardo attonito) di Mara il biglietto da visita del collegio dei ministri.
Non solo. La 32enne ministro è stata mandata dal premier ad accogliere il presidente del Brasile Inacio Lula da Silva all'aeroporto di Fiumicino, in barba al protocollo che prevede che un capo di Stato venga accolto quantomeno dal titolare del ministero degli Esteri, ovvero Franco Frattini. La cosa più che scandalizzarmi,mi fa veramente ridere e allo stesso tempo mi fa piangere!!

Di Certo, Lula avrà gradito il fatto di trovarsi di fronte una bella donna, che dal canto suo s'era studiata il compitino osservando scrupolosamente tutte le procedure previste dal protocollo. Un debutto aeroportuale da hostess di rango destinato a ripetersi, quello della Carfagna, considerato che il 2009 sarà l'anno della presidenza italiana del G8 e che i capi di Stato o i monarchi in visita in Italia (è il caso dei re di Svezia, che atterreranno a Roma in marzo) non mancheranno.

Ogni commento sarebbe superfluo... quindi i limito a informare .. sarete poi voi a dare dei giudizi ..

Andrea

ci sono o ci fanno?




Ultimamente ci sono stati parecchi arresti tra i trafficanti di esseri umani, a prescindere da quello che succederà in fase processuale (secondo noi poco, visto l'andazzo che chi può permettersi avvocati a secchiate può fare quello che vuole), stupiscono due questioni: la prima è che l'imput arriva sempre dall'estero, si tratta di indagini che iniziano sempre in stati altri e che approdano in Italia, la seconda è lo stupore che i giornalista esternano nei loro articoli, quasi a non credere, loro stessi, che un simile crimini sia stato commesso, ma porca puzzola! Succede sotto il naso di tutti, tutti i gorni e non ve ne siete accorti? Mai nessuno si è posto il problema?


E' veramente castrante, sono anni e anni che parliamo di tratta, che puntiamo il dito sugli schiavisti e ogni volta avvertiamo lo stesso stupore. Eppure anche alcuni giornalisti, pochi in verità, ne conosciamo solo due (Gatti dell'Espresso e la Maragnani di Panorama), si danno da fare per far emergere il fenomeno, niente, come diceva un mia caro amico: "vino versato".


Intanto iniziano le prime difficoltà, le strade si svuotano così come si svuotano le comunità di accoglienza che, stupite, si chiedono come mai. E' ovvio, come si fa a contattare le ragazze schiave? Passiamo condominio per condominio a chiedere. "scusi, qui da voi c'è in attività un bordello". Il frutto avvelenato della Garfagna incomicia a colpire, e purtroppo sarà sempre peggio.





lunedì 17 novembre 2008

Messaggio di Isokè Aikpitanyi "Associazione Vittime ed ex Vittime della Tratta"


NON E' VERO
Non è vero che per effetto del Decreto Carfagna il racket si sta spostando all'estero e se, davvero, comunque si stesse spostando dall'Italia verso in altri paesi europei, vorrebbe comunque dire che non si è risolto un bel niente: da sempre il traffico usa l'Europa intera per far arrivare e mettere in circolazione le proprie vittime, spostandole da un paese all'altro a seconda di quel che le contingenze impongono; la maggior parte delle ragazze che si trovano in Italia, sono passate attraverso Londra, la Francia, la Spagna e altri paesi sono diventati, via via, zona di arrivo o di smistamento o di riciclaggio. Spostare le vittime da una zona all'altra, da una città all'altra o da uno stato all'altro non risolve l'emergenza umanitaria che le riguarda.
Non è affatto vero che l'articolo 18 ha dato buoni frutti: chi si è applicato ad attuarlo ha fatto il possibile, ma quella era un'arma spuntata e se dopo tanti anni di applicazione, la situazione non è migliorata, tutti dovrebbero avvedersi che bisognava e bisogna modificarlo.
Non è affatto vero che le modalità di lotta alla tratta portate avanti dalla Associazione Papa Giovanni XXIII sono state risolutive: da Rimini la Papa Giovanni è riuscita a spostare le vittime clandestine nei paesi limitrofi, ma ben presto in strada ci sono finite le ragazze est-europee, non clandestine quindi non espellibili. E adesso le toglierà dalla strada, ma le spingerà nei bordelli e nei night.
Per effetto del decreto Carfagna le vittime sono sempre più vittime, sfruttate in luoghi chiusi nei quali nessuno (operatori, volontari, forze dell'ordine, preti) può più raggiungerle per assicurar loro interventi di riduzione del danno o vie di uscite.
Non è vero che, comunque, prostituirsi o esser sfruttate in luoghi chiusi sia meglio che esserlo in luoghi aperti: le violenze si consumano ovunque, ma dai luoghi chiusi nessuna può fuggire e le violenze più terribili, quelle che comprendono anche l'omicidio, nascono proprio dove non c'è via di fuga.
Le donne italiane denunciano che tra le mura domestiche si consumano efferate violenze; come mai nessuno le denuncia, come mai si pensa addirittura che – invece – sarebbero oggetto di denuncia le violenze subite da donne sfruttate e clandestine nei luoghi chiusi, se nessuno denuncia neppure le violenze contro le donne italiane?.
Nel frattempo, per timore di essere arrestate le ragazze clandestine fuggono alla vista della Polizia e finiscono travolte da auto in corsa che neppure si fermano a prestare soccorso; botte e omicidi nascono per effetto di un clima di impunità dovuto al silenzio dei media e delle associazioni: si scende in piazza per una discriminazione o una violenza e una offesa razzista, ma si tace sui sempre più numerosi omicidi di ragazze trafficate… più di dieci solo da Pasqua a Ferragosto, tre a Bari in strada in poche settimane, dee a Napoli – Caserta in pochi giorni.
Le ex vittime avranno sempre una possibilità di avvicinare le loro più sfortunate sorelle ancora trafficate, ma i pericoli da affrontare sono troppi.
I clienti possono fare molto, ma per troppi anni c'è chi ha continuato solo a criminalizzarli e chi, invece, li ha definiti potenziali risorsa utili contro la tratta, ma NESSUNO ha fatto qualcosa nella direzione clienti.
E su questo fronte tutto si sta riducendo alle multe…
E' indispensabile attuare iniziative che favoriscano l'intervento di ex vittime o, comunque, di operatrici pari o, comunque, di connazionali delle ragazze trafficate; ed è indispensabile anche attuare immediatamente progetti che riguardino i clienti.
Noi abbiamo portato avanti queste due tipologie di intervento, fin dalla nostra nascita, anzi siamo nati proprio perché, pur rispettando il lavoro della rete antitratta, avevamo capito che bisognava fare anche altro.
La nostra esperienza è a disposizione di tutti.
Intanto a Cremona è finito il processo contro i trafficanti: condanne esemplari, ma la maggior parte dei condannati ha ottenuto gli arresti domiciliari … non si dica allora che contro i trafficanti la legge c'è ed è dura … con quale coraggio le ragazze dovrebbero denunciare i trafficanti e le maman che restano ben presto liberi?
I nostri amici Vincent e Rose festeggiano oggi la nascita del loro primogenito JUSTICE … un grande augurio a loro anche per la speranza che hanno espresso scegliendo quel nome per il bimbo.
Non è vero, infine, che il Decreto Carfagna abbia comunque evidenziato l'urgenza di affrontare il problema, poiché invece, ha innescato il vergognoso tentativo di dimostrare che si combattono le prostitute in strada per salvare le schiave: tratta e prostituzione sono due cose diverse, connesse per certi versi, ma diverse.


Se la pensi come noi aderisci formalmente al Movimento d'opinione del Progetto la ragazza di Benin City.
Se vuoi discutere hai un blog a disposizione, se cerchi aiuto ci puoi trovare al tuo fianco, ma se sei un cliente o un papagiro che da anni cerca e frequenta ragazze, tieni per te le tue scelte, i tuoi comportamenti e i tuoi commenti, non aspettarti la nostra considerazione.
Se una ragazza ti ha ingannato, deluso, fregato e mollato, non difendere per questo la Carfagna, ma cerca e ritrova te stesso, nel profondo del tuo cuore, abbastanza forza per combattere la schiavitù, sempre pensando che le ragazze più difficili sono quelle che, più di altre, sono vittime.
Non credere alla leggenda metropolitana che con le retate, gli arresti, i rimpatri, le detenzioni, ecc. si risolva il problema della tratta.
Cerca nel blog voce ribelle.ilcannocchiale.it e nel blog di cattivi ragazzi il calendario intenso degli appuntamenti dei prossimi giorni in giro per l'Italia con il Progetto la ragazza di Benin City


(nel box: Isokè)

giovedì 13 novembre 2008

ma si, dedichiamogli un'altra foto per ringraziarla dell'impegno che ci mette


sfruttamento e favareggiamento alla prostituzione


Affittava i locali alle prostitute Arrestato un pensionato cagliaritano
L'uomo, un settantacinquenne, è ora accusato di reclutamento di prostitute, di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Erano almeno tre gli appartamenti gestiti a Quartu, nelle vie Marconi, Cilea e da Palestrina, dove l'attività di prostituzione veniva svolta sotto le mentite spoglie di centri benessere illegali
E' stato accusato di concessione di locali adibiti alla prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, Sandrino Mascia, 75 anni, nato a Maracalagonis, ma residente a Quartu. L'uomo è ora agli arresti domiciliari in seguito a un'operazione condotta dopo lunghe indagini dai carabinieri di Cagliari. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo prendeva in affitto appartamenti da ignari coetanei e li concedeva a sua volta per 300 euro al mese a donne dai 19 ai 50 anni, italiane e straniere, che contattava tramite annunci su giornale rivolti ad aspiranti "aiutanti massaggiatori o massaggiatrici". Le donne, dopo una prova, venivano messe "al lavoro" negli appartamenti dove si svolgeva un'attività di "massaggio integrale" del costo di 50 euro e della durata di una ventina di minuti che si concludeva con un rapporto orale o, a volte, con rapporti sessuali completi. Mascia, oltre all'affitto mensile, intascava anche una quota tra i 30 e il 50 per cento dei guadagni. Erano almeno tre gli appartamenti gestiti a Quartu, nelle vie Marconi, Cilea e da Palestrina, dove l'attività di prostituzione veniva svolta sotto le mentite spoglie di centri benessere illegali. I clienti dei "massaggi", come riferito dal comandante del nucleo operativo radiomobile di Cagliari, tenente Davide Colajanni, erano uomini e donne di ogni provenienza ed età. (da L'unione Sarda.it, ma notizie simili le trovater su centinaia e centinaia di siti)

(nel box: foto dell'On. D. Santanchè, paladina della lotta alla prostituzione)

Ma davvero ci crediamo che stò meschino gestiva in proprio l'affare? A 75 anni? E chi forniva le ragazze? Ma davvero, davvero ci crediamo? Gli appartamenti e i locali trasformati in bordelli ormai sono migliaia, discreti, ben organizzati, sorvegliati dagli sfruttatori. Via dalle strade, troppa pubblicità, troppa visibilità, e poi, tutti quei rompicoglioni di preti e volontari vari che rompono le palle, e si, meglio un locale ben sorvegliato, ci entrino i volontari vari, ci entrino, una coltellata in una rissa ci può stare. Viva la Carfagna, lei si che ha capito tutto.

domenica 2 novembre 2008

iniziative novembre 2008 promosse da Progetto Ragazza di Benin City a cui partecipiamo


NESSUNA VIOLENZA SULLE DONNE
LIBERIAMO LE VITTIME DELLA TRATTA
LANCIAMO UN MOVIMENTO DI COSCIENZA MASCHILE


QUESTO IL CALENDARIO MANIFESTAZIONI CHE SI SVOLGONO CON LA PARTECIPAZIONE DI ISOKE AIKPITANYI

3 – 4 – 11 - 12 novembre
ROMA-
Spettacolo di danza dedicato alle ragazze di Benin City.

8 novembre
ROMA
Manifestazione per l'Anniversario dei Diritti umani.

20 novembre
LA SPEZIA
Incontro Pari Opportunità.

21 e 22 novembre
VARESE
Incontro Pari Opportunità e Scuole.

26 novembre
TERNI
Giornata contro le violenze sulle donne.


INCONTRI CON GLI AMICI, LE ASSOCIAZIONI, I MEDIA

I volontari dei gruppi che fanno riferimento al Progetto la ragazza di Benin City, si mettono a disposizione per realizzare incontri con amici, associazioni e media che desiderino e richiedano un contatto o un confronto.

Venerdì 7 – 14 – 21 - 28 novembre
AOSTA
referente Claudio Magnabosco

Sabato 8 – 15 – 22 - 29 novembre
CREMONA VERONA-
referente Franco Brunelli del gruppo "La strada delle rose"

GENOVA – LA SPEZIA
referente Ezio.

PARMA
referente Massimo

MILANO-PAVIA
referenti Gianni e Andrea del gruppo "Cattivi ragazzi" - contatto diretto 336 3460093 – blog http://urlodallastradablogspot.com/

Domenica 9 – 16 – 23 - 30 novembre
TORINO
referente Guido

BARI
referente Mario

CATANIA
referente Aurelio del gruppo "Coscienza maschile"


INCONTRI CON L'AUTORE

L'autore di "Io, cliente di prostitute" in questo stesso periodo è disponibile ad incontrare amici, associazioni e giornalisti.


ORGANIZZAZIONE A CURA DEL PROGETTO LA RAGAZZA DI BENIN CITY

ASSOCIAZIONE VITTIME ED EX VITTIME DELLA TRATTA
ISOKE AIKPITANYI – 346 9406053

MOVIMENTO COSCIENZA MASCHILE
CLAUDIO MAGNABOSCO – 340 7718024

ASSOCIAZIONE LA STRADA DELLE ROSE
FRANCO BRUNELLI – 347 7545149

GRUPPO CATTIVI RAGAZZI
GIANNI E ANDREA – 336 3460093


ALTRI EVENTI

Nel corso del mese di novembre si svolgeranno in Italia numerose manifestazioni sul problema della tratta: Segnaliamo qui di seguito quelle alle quali il Progetto parteciperà o nella cui organizzazione è direttamente coinvolto.


LIVORNO - 5 novembre – Ass. E. De Magistris – Dialogo su "I corpi, l'affettività, le domande e, purtroppo la violenza" con A.M. Crispino, direttrice di "Leggendaria" (ha curato un numero sul tema "Maschi" nel quale si parla della nostra attività) e M. Deriu di Maschile&Plurale.

PARIGI – 15 –30 novembre – La Cimade – Festival culturel sur les migrations: Elisabeth Cosimi presenta le sue fotografie sulle ragazze di Benin City che vivono in Italia: reportage audio video con Isoke Aikpitanyi e le altre...

AOSTA – novembre 2008-febbraio 2009 "Con passione" mostra fotografica sul tema "Il dialogo interculturale e la famiglia" con foto di Isoke e Claudio.

TORINO – 20 novembre – Progetto IRIS – "Istituzioni e associazioni insieme per gestire territori e problemi" – Gruppo Abele.

ROMA – 21 novembre - Casa Internazionale delle donne – Costituzione della Associazione delle associazioni di donne migranti – L'Ass. vittime della tratta del Progetto la ragazza di Benin City ha aderito

NOVARA 28 novembre - Progetto IRIS – "Istituzioni e associazioni insieme per gestire territori e problemi" – Gruppo Abele.

mercoledì 29 ottobre 2008

dopo la scuola, tocca a voi: prostitute e clienti








Dopo la scuola ora tocca alla "cocca" del cavaliere, non è mica giusto che la Gelmini abbia cuccato un mese di popolarità sulla distruzione dell'istruzione pubblica e la sua cocca sia rimasta in ombra, già ci ha anticipato che lei, la cocca, è come Santa Maria Goretti, che angelo, che cherubino, non vuoi regalargli un pochino di notorietà? E quale ribalta mediatica, lei, la cocca, paladina della pubblica moralità. Peccato che stia giocando con la vita delle persone, che nella pratica protegge e fa prosperare maman e schiavisti, che incancrenirà il problema e lo renderà ancora di più difficile contrasto.
Gli sfruttatori vari si sono già attrezzati, hanno investito cifre colossali in hotel appartati, hanno predisposto i nuovi bordelli con cura creando società fittizie, prestanomi compiacenti, loro tifano Carfagna noi no!

martedì 28 ottobre 2008

da Genova alle barbone


Mi ha colpito la manifestazione a Genova organizzata dall'associazione della Pia Grove per i diritti delle prostitute. Ideologicamente sono distantissimo dalla Grove, lei parte dalla presunzione che la prostituzione sia un diritto io che essenzialmente sia un problema di riduzione in schiavitù. Non sono e non mi sento un bacchettone (a che titolo poi? anch'io sono stato cliente), se una donna o un uomo vogliono liberamente e consapevolmente vendersi sono affari loro, fa parte delle libertà individuali inalienabili, ma il problema è quel "liberamente e consapevolmente". Quante donne si vendono liberamente e consapevolmente? Le cinesi? Considerate oggetti e merce schiavizzate dai loro stessi connazionali, le rumene? Rapite, e ammazzate di botte? Le nigeriane asservite e schiavizzate con la violenza e il ricatto? Insomma: quante sono le prostitute libere e consapevoli? l'1, il 2%? Le libere e consapevoli lavorano in appartamento, in locali referenziati, organizzate in agenzie patinate e di lusso mica per strada. Sulla strada, quelle che noi vediamo, sono le schiave e dovremmo ragionare in termini di liberazione non di repressione come fa la verginella Carfagna che dichiara che chi vende il proprio corpo gli fa orrore.


Una piccola polemica: conosco bene, molto bene, l'ambiente, più che prostitute, quelle di Genova, mi sembravano maman che proteggevano il loro mercato.


Il ruolo del cliente nella nostra filosofia: il cliente è l'unico contatto che una schiava ha, lei vive in un mondo a parte, il cliente è il suo mondo, la finestra da cui può vedere, o crede di vedere, ciò che la circonda. E cosa vede? Un mondo di pazzi, di psicopatici, di violenti, di stupratori ma ... anche di persone sensibili, problematiche, miti, deluse dalla vita, da relazioni sbagliate e altro ancora, ma che arrivano a porsi dei perchè. Certo, è solo una parte, e noi pensiamo che sia maggioritaria, ed è su di loro che noi puntiamo. Il cliente risorsa, il cliente che diventa attivo per la loro liberazione, il cliente che diventa un'arma contro la schiavitù.


Non è semplice, occorrono mesi di incontri, di discussioni, di confronto serrato, il loro atteggiamento cambia, diventano amici della ragazza prostituta, devono conquistare la loro fiducia, occorrono mesi anche per questo. Quando il lavoro riesce i risultati sono fantastici, è la ragazza, che non si sente più sola, a chiedere l'uscita, ad accettare di rischiare la fuga, entrare in comunità, cercare di costruirsi una vita vera.


Per ogni ragazza che esce ci vogliono mesi di lavoro a volte anni, mi fanno tenerezza i gruppi delle Sante Organizzazioni, escono sulla strada due volte al mese: mediatore culturale, psicologo, assistente sociale ... il meglio delle specializzazioni sociali, parlano con le ragazze e si stupiscono che queste non corrono nelle loro strutture, non capiscono perchè non vogliono liberarsi, sarebbe semplice, basterebbe che salgano in macchina con loro e che facciano una denuncina, già! Ma forse quel mediatore culturale non ha mai preso due coltellate oppure non ha mai visto bruciare la sua casa con dentro padre e madre. E così scatta il mercato, bisogna pure riempire i posti altrimenti si asciuga la mammella dei finanziamenti pubblici, i carabinieri fanno la retata e pongono l'ultimatum: espulsione o comunità, ovvio: comunità. E poi si lamentano che le prostitute/schiave non vogliono uscire dal giro, anzi, scappano alla prima occasione.


Stiamo divagando, ma su questo argomento conto di ritornare.


C'è un altro argomento che vorrei inserire. Cosa succede a una prostituta dopo i trenta? Nessuno la vuole più, neanche le maman, non rendono il pane che mangiano! Già che succede? Avete notate che crescono le donne di colore che chiedono l'elemosina, oppure che in zone militari crescono esponenzialmente, i soldatini possono spendere anche 10 € a botta, vedere cosa succede a Piacenza, per esempio, per capire. Le vecchie nessuno le vuole, è un problema che ci troveremo ad affrontare a breve, nel giro di una decina di anni le sfigate, quelle che non hanno preso coscenza di se, quelle culturalmente non autosufficenti, quelle che sono fuori di testa per gli stupri e la vita di violenza subita, che ne faremo? Le rimanderemo in Africa come rifiuti speciali non smaltibili in patria? Che mondo infame!


GC


giovedì 9 ottobre 2008

tanto per non dimenticare


Scusate, ma dato che siamo "cattivi ragazzi" una ripassatina a chi è la Carfagna bisogna pure darlo altrimenti la memoria si atrofizza.

prostituzione: le radici profonde

Chi sono i maggiori consumatori di prostituzione? Lo sapevate che sono gli ebrei ortodossi, si, quelli con il vestito stile '800 e i boccoli. Riflettendo su questo fatto si va alla radice culturale del problema: "non disperdere il seme" sta scritto, come si fa? Semplice, si ricorre a una prostituta e ci si salva l'anima! Ed è alla base dell'uso cristiano delle prostitute, mentre nella cultura greca e poi romana si ammantava di una certa sacralità, gli ebrei prima e i cristiani dopo riducono il tutto in un lavandino dove scaricare lo sperma in eccesso, certo con qualche pudore e qualche vergogna perchè ci si rende conto che c'è qualcosa di sbagliato nel ragionamento, ma la giustificazione è forte: non peccare contro la parola di Dio, e chi sono io per condannare chi combatte contro il peccato?
Non è così lineare naturalmente, ma le (nostre) basi culturali sono queste. I secoli corrono, i costumi evolvono ... la prostituzione resta intatta. Non cambia il concetto, la femmina (non la donna) è un lavandino, ci si seve e si scarica lo sporco, tutto in fogna, nessuno vede niente, nessuno va oltre l'atto fisico, eppure un tale Gesù di Nazaret ci prova a farci ragionare sulla questione, ci parla e ci tramanda una tale Maria detta la Maddalena, niente, cervelli all'ammasso su questo tema.
Sino ad oggi ... già sino ad oggi (e per oggi intendo l'ultimo mezzo secolo). Le donne riescono a farsi sentire, i gai bordelli, luogo di giustificazione della borghesia ottocentesca, scompaiono, ma non scompare il problema, i maschi non demordono, non è più un problema culturale, è un bisogno nuovo, qualcosa che si accompagna all'evoluzione sociale, il bisogno di possedere, dominare, umiliare, oppure, sempre più spesso, mitigare la propria solitudine, le proprie debolezze ... e chi più di una prostituta si presta allo scopo, basta pagare, è una merce, e le merci non hanno anima.
Più sale la competizione e la fatica di vivere più cresce la domanda. Qui succede un fatto nuovo, la criminalità fiuta l'affare, ragazze dell'est, a migliaia, vengono raggirate, rapite, ricattate, finiscono in veri campi di prigionia tra le montagne dell'Albania, nasce un grande e moderno mercato delle schiave, dopo quasi 150 anni dalla sua morte, lo schiavismo torna alla grande, poi è la volta delle africane, delle sudamericane, delle cinesi e altre, altre ancora. I mercati si globalizzano, Londra, Atene, Parigi ... diventano i moderni carovanserragli. E' un affare colossale, l'occidente cristiano, il più recettivo sul tema, si popola di queste prostitute-schiave, a nulla valgono le misure adottate per contrastare la schiavitù, i trafficanti controllano i sistemi, pagano, corrompono, uccidono, evolvono, si alleano in mafie internazionali o si frantumano per sfuggire alle Leggi! Il sistema è cambiato, non più ceppi e catene di metallo, ma catene economiche, psicologiche, ricatti reali, uccisioni, torture esemplari, le vittime ridotte a complici con la promessa di una schiavitù a tempo, portami i soldi, raggira, imbroglia, menti, portami i soldi e ti lascerò libera.
Uno scenario apocalittico ... e appaiono ridicoli personaggi sulla faccia della storia, nani e ballerine, come la Carfagna, la Santanchè, Gentilini, Borghezio ... , personaggi che speculano sulla paura della gente, che indirizzano le loro incapacità, la loro ignoranza socile, la loro inadeguatezza culturale in un unica direzione: l'odio e l'intolleranza. Ma la criminalità è capace, studia e ricerca, capisce i fenomeni sociali, questi personaggi fanno il loro gioco, prostitute via dalle strade? E l'Europa (Italia in testa) si copre di un mantello di hotel, gli affari crescono, le schiave rendono di più, entra il giro della droga da consumare in una comoda stanza, offerta da una compiacente schiava-prostituta.
Che fare? Lo schiavismo si combatte con operazioni culturali tendenti a far recepire il problema in tutta la sua interezza, in questa battaglia siamo in pochi, la Chiesa è assente quando non ambigua, i governi (il nostro in primis) indifferenti, quella che pomposamente si identifica nella società civile è disorientata e impotente, si siamo soli, soli di fronte a un problema immane ... eppure, eppure ... qualcosa si muove, briciole, schegge di consapevolezza appaiano, la fiammella arde, c'è ancora speranza!

lunedì 6 ottobre 2008

non c'è emergenza, parola di ministro

Mhà! C'è da essere veramente perplessi a sentire un ministro della repubblica dichiarare che non c'è nessuna emergenza razzismo. Solo singoli episodi! Quando c'è emergenza? Come si capisce quando si passa dai singoli episodi all'emergenza? Cento casi? mille? Diecimila?
Eppure da meno di dieci casi di criminalità commessi da immigrati si è passati a una emergenza nazionale spaventosa, giornali, tv, tutto il centrodestra a urlare che era emergenza, sono riusciti a terrorizzare mezza italia con i loro allarmi (e a farli votare per loro), e forse, forse ... ora si scopre che era una menzogna. Pian piano la gente incomincia a capire che è stata presa in giro, che la vera emergenza è quella delle mafie che sparano e uccidono in tutta italia, è quella delle mafie che corrompono l'intero sistema socile e civili di questo sventurato paese, ormai non c'è territorio, da Cuneo a Trieste, da Bolzano a Palermo dove non ci siano malaffari tenuti in piedi da famiglie e bande organizzate. Ma le famiglie e le bande votano, versano soldi ai politici, pagano tangenti e mantengono le caste ... gli immigrati no! Meglio addossare a loro le colpe, se la gente ha paura di loro nessuno nota le manovre criminali di italianissimi delinquenti.
Certo! Nessuno nega che anche tra i nuovi poveri (gli immigrati) prosperano delinquenti e farabutti, Ma il problema è un altro: chi ruba deve andare in galera, punto e basta! Usare gli immigrati per coprire le criminalità e le corruttele nazionale è da bastardi.
Altri pensieri e una proposta: In una recente puntata dell'infedele di Lerner l'ultra razzista Borghezio ha lanciato la solita accusa contro gli immigrati "ci portano via il lavoro". Ieri seguendo la trasmissione "alle falde del Kilimangiaro" della Licia (sempre bellissima malgrado gli ...anta) ho scoperto che nelle stalle italiane ci lavorano solo indiani. Ho pensato: ma quanti ragazzi italiani sorebbero disposti ha fare lo stesso mestiere? Pulire le vacche, curarle, nutrirle, mungerle ... la proposta è la seguente: facciamo una retata, in una città qualunque, di tutti quei perdigiorno che sprecano la vita tra il bar e le corse in motorino e mandiamoli a pulire le vacche, per ogni ragazzo italiano che accetta cacciamo via un indiano (così diminuiamo il numero degli immigrati). C'è il problema di quelli che non accetteranno, che fare? Bhè semplice, mandiamoli in India al posto degli immigrati, magari li, la smettono di spaccarci le balle con i loro puzzolenti motorini.

lunedì 22 settembre 2008

l'urlo di Saviano

E' impressionante l'urlo di Saviano ai suoi concittadini, impressionante come descrive, con nome e cognome, gli assassini. Quelli che uccidono senza pietà, quelli che ammazzano solo per dimostrare di esistere ... ammazzano per un nulla, massacrano donne, bambini, tutto ciò che capita a tiro. Ma più impressionante la descrizione, la denuncia della loro alleata più forte: la mafia nigeriana che schiavizza i suoi connazionali. Sono anni che "urliamo" questa verità, sulla strada migliaia di schiave, sfruttate in tutto, schiave che devono produrre profitto per finanziare il cartello della droga e del traffico d'armi, schiave che devono produrre per permettere ai loro sfruttatori di comprarsi avvocati, politici, immunità locali e internazionali. La "puttana" rischia di rimetterci la pelle ogni notte, loro sono invisibili negli alberghi di lusso protetti dai fruppi di fuoco dei delinquenti nostrani. E' potetica la nostra ministra Carfagna, sono patetici i giornali che hanno salutato la sua riforma della prostituzione come la panacea di ogni male, o idioti! La Carfagna, e purtroppo non solo lei, ma tutto il viscidume perbenista che la contorna, parte dalla convinzione che chi fa la "puttana" lo fa per libera scelta, che lo fa per soldi, qualche anno, una si mette via un gruzzoletto e poi torna a casa felice, imbecilli! La prostituzione è sinonimo di schiavismo e gli schiavi non hanno nessun diritto, spostare le prostitute dalle strade in case o alberghi (gli albergatori ringraziano) significa solo più sfruttamento, solo più denaro che arriva alla mafia nigeriana e nostrana. Non sono contro la prostituzione, se una donna o un uomo vogliono usare il proprio corpo per farci soldi (l'ha fatto, per sua ammissione, anche la ministra Carfagna) sono fatti loro, ma il tutto deve essere libero e consapevole, vi pare che le ragazze nigeriane siano libere e consapevoli? Lo scopo, qui, e in questo luogo, è discutere questi problemi, sentite l'urlo che sale dalla strada, riuscite a sentirlo?

venerdì 19 settembre 2008

Gruppo di autocoscienza maschile di auto mutuo aiuto. Se “sei in problema” con una ragazza vittima di tratta non cercare di sbrigartela da te, corri dei rischi e ne fai correre a lei, rivolgiti a chi ha già affrontato il tema e sa consigliarti sul “come” muoverti.
Non tenere nascosto il tuo disagio, socializzalo, troverai persone che hanno avuto i tuoi stessi problemi, parlano la tua lingua e sanno ascoltarti senza pregiudizi.