giovedì 9 ottobre 2008

prostituzione: le radici profonde

Chi sono i maggiori consumatori di prostituzione? Lo sapevate che sono gli ebrei ortodossi, si, quelli con il vestito stile '800 e i boccoli. Riflettendo su questo fatto si va alla radice culturale del problema: "non disperdere il seme" sta scritto, come si fa? Semplice, si ricorre a una prostituta e ci si salva l'anima! Ed è alla base dell'uso cristiano delle prostitute, mentre nella cultura greca e poi romana si ammantava di una certa sacralità, gli ebrei prima e i cristiani dopo riducono il tutto in un lavandino dove scaricare lo sperma in eccesso, certo con qualche pudore e qualche vergogna perchè ci si rende conto che c'è qualcosa di sbagliato nel ragionamento, ma la giustificazione è forte: non peccare contro la parola di Dio, e chi sono io per condannare chi combatte contro il peccato?
Non è così lineare naturalmente, ma le (nostre) basi culturali sono queste. I secoli corrono, i costumi evolvono ... la prostituzione resta intatta. Non cambia il concetto, la femmina (non la donna) è un lavandino, ci si seve e si scarica lo sporco, tutto in fogna, nessuno vede niente, nessuno va oltre l'atto fisico, eppure un tale Gesù di Nazaret ci prova a farci ragionare sulla questione, ci parla e ci tramanda una tale Maria detta la Maddalena, niente, cervelli all'ammasso su questo tema.
Sino ad oggi ... già sino ad oggi (e per oggi intendo l'ultimo mezzo secolo). Le donne riescono a farsi sentire, i gai bordelli, luogo di giustificazione della borghesia ottocentesca, scompaiono, ma non scompare il problema, i maschi non demordono, non è più un problema culturale, è un bisogno nuovo, qualcosa che si accompagna all'evoluzione sociale, il bisogno di possedere, dominare, umiliare, oppure, sempre più spesso, mitigare la propria solitudine, le proprie debolezze ... e chi più di una prostituta si presta allo scopo, basta pagare, è una merce, e le merci non hanno anima.
Più sale la competizione e la fatica di vivere più cresce la domanda. Qui succede un fatto nuovo, la criminalità fiuta l'affare, ragazze dell'est, a migliaia, vengono raggirate, rapite, ricattate, finiscono in veri campi di prigionia tra le montagne dell'Albania, nasce un grande e moderno mercato delle schiave, dopo quasi 150 anni dalla sua morte, lo schiavismo torna alla grande, poi è la volta delle africane, delle sudamericane, delle cinesi e altre, altre ancora. I mercati si globalizzano, Londra, Atene, Parigi ... diventano i moderni carovanserragli. E' un affare colossale, l'occidente cristiano, il più recettivo sul tema, si popola di queste prostitute-schiave, a nulla valgono le misure adottate per contrastare la schiavitù, i trafficanti controllano i sistemi, pagano, corrompono, uccidono, evolvono, si alleano in mafie internazionali o si frantumano per sfuggire alle Leggi! Il sistema è cambiato, non più ceppi e catene di metallo, ma catene economiche, psicologiche, ricatti reali, uccisioni, torture esemplari, le vittime ridotte a complici con la promessa di una schiavitù a tempo, portami i soldi, raggira, imbroglia, menti, portami i soldi e ti lascerò libera.
Uno scenario apocalittico ... e appaiono ridicoli personaggi sulla faccia della storia, nani e ballerine, come la Carfagna, la Santanchè, Gentilini, Borghezio ... , personaggi che speculano sulla paura della gente, che indirizzano le loro incapacità, la loro ignoranza socile, la loro inadeguatezza culturale in un unica direzione: l'odio e l'intolleranza. Ma la criminalità è capace, studia e ricerca, capisce i fenomeni sociali, questi personaggi fanno il loro gioco, prostitute via dalle strade? E l'Europa (Italia in testa) si copre di un mantello di hotel, gli affari crescono, le schiave rendono di più, entra il giro della droga da consumare in una comoda stanza, offerta da una compiacente schiava-prostituta.
Che fare? Lo schiavismo si combatte con operazioni culturali tendenti a far recepire il problema in tutta la sua interezza, in questa battaglia siamo in pochi, la Chiesa è assente quando non ambigua, i governi (il nostro in primis) indifferenti, quella che pomposamente si identifica nella società civile è disorientata e impotente, si siamo soli, soli di fronte a un problema immane ... eppure, eppure ... qualcosa si muove, briciole, schegge di consapevolezza appaiano, la fiammella arde, c'è ancora speranza!

Nessun commento: