venerdì 15 ottobre 2010

CattiviRagazzi, PRBC, Maschile&Plurale: una seria analisi del momento


Carissimi amici del Progetto la ragazza di Benin City

Rientro da Torino, dove si sono svolti i lavori di Maschile Plurale.

Ho portato i saluti di tutti voi e ho svolto una relazione sugli incontri di preparazione che abbiamo svolto a Cremona, Pavia, Aosta (anche con quelli di Torino) e Roma; ho cercato di metterci dentro anche gli elementi che alcuni amici dei gruppi di auto – mutuo aiuto di altre città, ci hanno espresso.

Ho parlato anzitutto della nostra crisi.

E ho descritto come in passato io avessi pensato che questa crisi nascesse proprio dall’abbraccio di Maschile Plurale che a voi era parso diffidente nei nostri confronti e che, di conseguenza, io contestavo a nome di tutti voi, scontrandomi per questo con gli amici di Maschile Plurale.

Ho dovuto ammettere pubblicamente, però, che la nostra crisi è più profonda e che nasce dalla stanchezza di dieci anni di lavoro svolti quasi sempre da soli, quasi sempre considerati male in quanto clienti da punire, ecc., ma che, soprattutto, nasce dal Decreto sicurezza che, criminalizzando le clandestine e i clienti, ci ha “spaventati” vanificando molti dei nostri slanci operativi: le conseguenze che paghiamo a livello privato (in famiglia) e pubblico (con la marginalizzazione da parte delle associazioni accreditate), sono state per molti di noi molto molto gravi e ci hanno fatti richiudere su noi stessi o allontanare dall’impegno collettivo.

Non ho spiegato più di tanto un altro motivo di crisi che è l’eccessiva crescita della nostra esperienza, insieme al fatto che non siamo riusciti a gestirla e che ci ha sfiancati.

E ho anche affermato che, tuttavia, in Valle d’Aosta, pur con mille contraddizioni e ritardi, è partito un servizio regionale di accoglienza di vittime della tratta che affida a noi (clienti - ex clienti . finti clienti) e alla operatrice pari, il ruolo centrale dell’intervento. In pratica abbiamo ottenuto finalmente ascolto istituzionale e la nostra esperienza di accoglienza diversa, è passata.

Non è cosa da poco. Credo che gli amici di Maschile Plurale non abbiano ancora percepito la portata di questa novità, del resto non l’avete percepita neppure voi poiché vi sembra che questo sia un risultato di Aosta e di Isoke, mentre è IL risultato dei nostri dieci anni di lavoro al quale qualcuno ha dato di più, qualcuno di meno.

So che il problema dei problemi è rimasta la personalizzazione: le maggiori attenzioni sono addosso a Claudio e a Isoke e questo, sotto certi punti di vista, sembra escludervi: ogni volta che mi sono lamentato con voi del fatto che il lavoro cresceva e io vi chiedevo di impegnarvi di più, di fronte ai vostri rallentamenti mi sono messo a fare di più e ho ottenuto il risultato inverso a quello che mi aspettavo: vi chiedevo di fare di più e, invece, vi siete sentiti meno indispensabili perché, comunque, qualcuno quel di più lo faceva lo stesso; se poi il successo nel confronto con le istituzioni lo otteniamo soprattutto grazie a Isoke e al peso simbolico e “politico” della sua attività, il cerchio si chiude e tutto sembra ruotare davvero solo attorno a Claudio e Isoke.

Io ho cercato più volte di lasciarvi il passo e di far si che ad andare in tv, a parlare con i media, a partecipare ad eventi, foste più voi di me…ma c’è un aspetto umano che conta molto: Isoke è spesso in giro per l’Italia (oltre 270 giorni fuori casa nel 2009) e se abbiamo due inviti ad un convegno, non mi dispiace certo cogliere l’occasione per restare con lei un po’ più di quanto la vita normale e quotidiana mi permette di fare.

Non ho detto tutte queste cose a Maschile Plurale, anche se le ho dette a molti di MP e anzi, con alcuni di loro ho una confidenza profonda: Isoke ha avuto dei problemi di salute dei quali ho parlato solo con il Presidente di Maschile Plurale, Alessio Miceli.

Quel che posso restituirvi della riunione di Milano, però, è una grande attenzione da parte di tutti alla nostra esperienza e, soprattutto, al lavoro su noi stessi che abbiamo svolto.

Si tratta allora di andare avanti ed è possibile farlo in modo costruttivo solo se da parte vostra si rafforza la decisione di essere personalmente e pubblicamente testimoni di esperienze che è bene suscitare in molti altri maschi di ogni classe ed età.

I nostri gruppi di auto – mutuo aiuto funzionano male; è quasi impossibile portarli avanti con le distanze geografiche che abbiamo fra noi: il gruppo Lombardia, ad esempio, con amici di Pavia, Milano, Cremona e province, e che pure è un dei più attivi e positivi, si ritrova spesso con riunioni che vanno buche perché tre su cinque non arrivano, ecc. ecc.

Questo succede ovunque.

La modalità è ottima e funziona, ma la dispersione territoriale è eccesiva; il che evidenzia che siamo cresciuti molto, ma non abbastanza da poter tenere in piedi la situazione; troppo lavoro di a.m.a. si sta trasformando in counselling telefonico, e troppo spesso tutto diventa solo ricerca di conforto.

Ma è evidente che se abbiamo tre amici attivi nel barese, ma quando un amico di Foggia chiama dobbiamo trovare il modo di sostenerlo da Aosta, il nostro lavoro diventa molto molto difficile.

Per questo sono molto contento che amici di Maschile Plurale da Milano, Pinerolo, ecc. abbiano dichiarato pubblicamente, nel corso dell’incontro, che il nostro modo di operare sembra essere efficace. Questo mi pare molto importante per evitare quel che io ho sempre temuto avvenisse: l’attenzione degli enti accreditati verso il problema clienti, potrebbe trasformarsi nel tentativo (a volte strumentale, a volte no) di coinvolgere alcuni maschi vicini a Maschile Plurale, in operatori di strada, esaurendo così la spinta vera di un lavoro da fare sui clienti che è possibile fare solo se a farlo sono altri clienti, ex clienti o, al massimo, finti clienti, cioè “operatori” impropri che si comportano come se fossero clienti o ex clienti per restare nel mondo dei clienti da pari e non da esterni, da professionisti, da giudicanti.

A Torino ho affermato non solo che punire i clienti è sbagliato e improduttivo, ma che invece di punirli bisognerebbe offrir loro l’occasione di un confronto con altri uomini con i quali condividere un percorso alternativo alla multa, un percorso di consapevolezza e di superamento dei problemi di carattere affettivo, sentimentale, sessuale, relazionale che li spingono ad essere cliente.

A Torino erano presenti rappresentanti del Cerchio degli uomini, c’eravamo noi, c’era Uomini in cammino, ci sono – cioè le “esperienze” piemontesi e valdostane, per collaborare con le istituzioni che vogliano fare qualcosa sui clienti.

A voi che state a Torino e dintorni, raccomando di non trascurare la possibilità di incontrare e conoscere gli amici del Cerchio degli uomini. Le associazioni piemontesi e valdostane che esistono e stanno in Maschile Plurale, potrebbero creare una gran bella sinergia.

Loro sono disponibili e interessati, io spero di non dovervi ancora sollecitare troppo in questa direzione.

A Torino ho descritto molto molto brevemente, il nostro “progetto Rose”, interventi in carcere (Cremona) con uomini maltrattanti e con scafisti; ho descritto la proposta di Isoke di “salvare le maman”, facendo in modo che le maman arrestate e incarcerate per sfruttamento e riduzione in schiavitù, possano trasformare la loro mentalità e vivere diversamente quando usciranno dal carcere.

Il Gruppo Abele ha esperienza particolari in questo settore: ciò che ci distingue da loro è ancora e sempre il fatto che noi intendiamo operare da pari; purtroppo corriamo sempre il rischio, l’ho detto testualmente, che la mia laurea in sociologia (in realtà sono laureato in lettere…ma il mio era un esempio estremizzato) non serva a nulla, perché se e quando ammetto di aver avuto esperienze come cliente, resto per sempre un cliente e come tale sono accolto ogni volta che c’è da intervenire pubblicamente sul problema: io sono cioè la cavia per psicologici, politologi, sociologi i quali, oltre a non ammettere le loro esperienze sessuali personali, analizzano e spesso criminalizzano le mie, senza tener conto che anche io ho strumenti professionali per fare autoanalisi.

Ho dimenticato di dirvi che avevo intenzione di presentare la domanda che mi avevate chiesto di porre: per metterci tutti alla pare bisognerebbe che tutti i presenti dichiarassero le loro esperienze sessuali con uomini, donne, trans, per evitare che io solo o altri, dovessimo essere ancora e sempre i soli clienti ufficiali in Italia.

Angelo di Roma ha patito molto ciò che è successo in una riunione di maschile Plurale a Roma, nel corso della quale il suo raccontasi in pubblico ha prodotto un commento che lo ha colpito molto: “per colpa di questi porci (cioè dei clienti) devo essere considerato porco anche io)…” che ha mal predisposto Angelo stesso che non ha distinto tra una persona che si è espressa in modo sbagliato e una associazione che deve ascoltare persone a prescindere, tipologia di giudizio che spaventa molti di voi quando vi propongo di dirla chiara, sempre e comunque.

Durante la riunione di Torino abbiamo contato anonimamente quanti dei presenti avessero esperienze sessuali a pagamento e il risultato è stato quello che è normale aspettarsi: non ricordo i numeri esatti che hanno comunque evidenziato che una parte di amici di Maschile Plurale ha avuto esperienze chi con uomini, chi con donne, chi con trans, chi con gli uni e con gli altri…tanto che facendo un calcolo proporzionale, il campione dei presenti conferma che in Italia i clienti sono più o meno dieci milioni.

Domenica mattina abbiamo incontrato alcune associazioni antitratta (Gruppo Abele, Tampep, Iroko, in particolare, per citare solo le associazioni antitratta vere e proprie, senza dimenticare però che c’erano anche altre realtà antiviolenza, ecc. ecc.) e abbiamo ipotizzato qualche forma di collaborazione.

Sono intervenuto di nuovo, per rappresentare il nostro PRBC ricordando i nostri molti tentativi di collaborazione, in particolare con il Gruppo Abele, che benché risalgano al 2002, non si sono mai tradotti, fino ad ora, in una collaborazione vera.

Ed ho dichiarato che sono certo che la collaborazione possa avviarsi o possa riprendere perché, nel frattempo, sono successe cose importanti: in passato una delle “novità” più importanti nel panorama italiano della discussione sulla tratta, è stata la nascita del Comitato per i diritti delle prostitute, di Pia Covre e Carla Corso. In tempi recenti la novita è stata la nascita della associazione vittime ed ex vittime della tratta, fondata da Isoke Aikpitanyi che ha colto un auspicio espresso da Leopoldo Grosso del Gruppo Abele.(“sarebbe belle nascesse una associazione di vittime”, 2003).

Non riesco a sintetizzare di più e a descrivervi…l’emozione, credo si sia trattato di questo, di molti nel sentir raccontare e nel raccontare anche in gruppi di lavoro nei quali ci siamo suddivisi nel pomeriggio di sabato, il racconto di se.

Oltre a me, solo due amici di Torino targati PRBC hanno partecipato alla riunione; uno alla giornata di sabato, l’altro alla giornata di domenica. Fra tutti voi, cari amici, considero giustificata solo l’assenza di coloro che hanno partecipato ai lavori di preparazione dell’incontro. Non giustifico quelli che vivono lontani, perché a Torino sono arrivati amici di Maschile Plurale di Bari e perché se non altri, Isoke ed io siamo arrivati non più di un mese fa fino a Otranto. La distanza non è un alibi quando c’è un evento come quello di sabato e domenica.

E non considero giustificati quelli che hanno perfino dimenticato di scrivere o di telefonare comunicandoci un impedimento, ecc. ecc.

Ma se mi lamento è perché sono dispiaciuto che chi non è venuto ha perso una occasione importante e ha dimostrato di non aver ancora capito che anche noi siamo Maschile Plurale e che Maschile, Plurale è tutti noi insieme. A maggio in Fiera del Libro eravate in dodici PRBC, alcuni arrivati davvero da lontano e c’erano alcuni amici di Maschile Plurale passati attraverso esperienze diverse dalla nostra come clienti.

Se ancora avete paura che Maschile Plurale ci fagogiti, dovete solo partecipare di più ed esser più positivi rispetto ad una esperienza di crescita che sta creando una vera e propria unità nella diversità.

Ha certo un senso che la nostra originalità permanga, ci mancherebbe, ma deve essere parte di un tutto più ampio.

Propongo alla vostra attenzione l’esempio dell’amico di Pavia che si è avvicinato a Maschile Plurale firmando un documento contro la violenza sulle donne e poi, non trovando un gruppo sul tema a Pavia, si è avvicinato al nostro gruppo Cattivi ragazzi e adesso va a dar mimose alle donne nigeriane l’otto marzo, ecc. ecc. E faccio l’esempio di Angelo che non trovando un gruppo PRBC a Roma (o meglio non avendo mai voluto farne parte e, di fatto, standosene in disparte e lasciandolo decadere quando si è costituito) ha accettato l’invito del gruppo Maschile Plurale di Roma ed è andato alla riunione di preparazione dell’incontro di Torino: Ne è uscito male, si è sentito attaccato e criminalizzato, ma questo sta nell’ordine delle cose.

Quante volte anche nel PRBC abbiamo discusso energicamente, quante volte lo ha fatto Maschile Plurale, ecc. ecc.

A Torino è stata decisa l’organizzazione di un convegno nazionale su sessualità maschile, tratta, prostituzione. Bisogna lavorarci, credo che almeno quelli tra voi che hanno veste pubblica, debbano partecipare alla preparazione del convegno stesso, ed è questo l’invito che vi rivolgo.

Molti di voi hanno detto di essere stanchi di essere mal considerati in quanto clienti (ex clienti): bene, esserlo o esserlo stati non è una cosa cancellabile, ma è possibile che la vostra, la nostra esperienza, dentro Maschile Plurale assuma “dignità” diversa e perfino il lavoro che continuate a svolgere contro la tratta, se solo ci pensate bene, non è soltanto un lavoro contro la tratta, ma è un lavoro contro ogni tipo di violenza di genere e contro ogni tipo di violenza sulle donne.

Trasmetto questa relazione, anche al Presidente di Maschile Plurale Alessio Miceli; gli chiedo di valutare se ritenga utile inviarlo a tutta la rete di Maschile Plurale e, in particolare, a quanti erano presenti a Torino.

Dentro a Maschile Plurale ci sono tensioni dovute ad una crescita che è palpabile, ma non è facilmente gestibile; desidero fermamente che se in passato non è stato così, PRBC non sia proprio più uno dei motivi di questa tensione e dimostri, con la prova di una tensione superata, che possono essere superate anche tutte le altre, perché siamo tutti protagonisti di una esperienza importante.


(Claudio Magnabosco)