venerdì 27 agosto 2010

Isoke a Otranto dal 28 agosto al 4 settembre




Messaggio rivolto ai nostri lettori,ai nostri sostenitori e ai nostri amici e a chi vorrebbe diventarlo.
Dal 28 agosto al 4 settembre, Isoke sarà a Otranto per partecipare ad un Seminario di FLARE contro le mafie.
Saranno presenti relatori provenienti da tutta Europa.
All’interesse della manifestazione si aggiunge, per i nostri amici che vivono in zona, la possibilità di un incontro anche con Claudio.

Per contatti Chiamate il 346 7044126

Cattivi Ragazzi.....Pensieri di Gigo

1sh May 2010
Bauleni-Lusaka-Zambia

Il cielo minaccia pioggia e forse, potrebbe essere l’ultima, inaugurando cosi’ la stagione secca. Per sentire ancora il profumo della pioggia dovremo aspettare il prossimo novembre, quando la terra arida e polverosa si destera’ dal suo sonno, sorprendendoci ancora una volta con il segreto della sua maternita’: “Madre Terra, Mamma Africa”.

E’ mezzogiorno, ma le nuvole avvolgono tutto in un costante imbrunire, e i miei pensieri volano veloci, portandomi in Italia. Sto pensando a voi “Cattivi Ragazzi”, penso che ci assomigliamo, che condividiamo la stessa passione per la giustizia e per la pace. In fondo sono anch’io un “Cattivo Ragazzo”. Si, lo so, me lo hanno detto in tanti, non sembro un frate, me lo hai detto anche tu Gianni la prima volta che ci siamo visti: “ …ah…ma…tu sei Diego? Non sembri un frate!” Forse ti aspettavi un ometto pio, con la chierica, il saio e il rosario al collo, ma poi, ti sei trovato me davanti.

Questa e’ una situazione in cui mi trovo spesso e devo dire che mi piace e mi diverte. Prima di tutto sono un uomo, poi se mi chiedi cosa faccio nella vita tento di spiegartelo…ma solo dopo che io stesso l’abbia capito. Non sono nato frate, o meglio, missionario Comboniano, forse lo diventerò, ma poco a poco, dopo aver vissuto un po’, dopo aver viaggiato qualche angolo di mondo, dopo aver avuto l’opportunita’ e il dono di sbagliare e fare delle esperienze che ritengo fondamentali. Un esempio? Lavorare, sudare per mangiare!

Dovrebbero metterla come regola per tutti coloro che vogliono abbracciare la vita religiosa, di qualsiasi religione si tratti. Vuoi diventare prete, un frate, un monaco buddista, un pastore, un rabbino, un imam? Bene! Prima vai a lavorare per una decina di anni e nel frattempo magari studi, pagandoti la tua formazione come fanno migliaia di ragazzi nel mondo, e poi si, sei pronto.Scusate questo accenno alla teologia del Falegname di Nazareth ma ritengo vera una frase dello scrittore francese Charles Pierre Peguy (1860-1914) che mette in guardia i religiosi da un forte rischio:

“ Poiche’ non sono della terra, credono di essere del cielo.
Poiche’ non amano gli uomini, credono di amare Dio”.

O ancora si puo’ citare Paolo di Tarso:

“ e infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono disordinatamante, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesu’ Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace”. (2Tes 3,10-12)

E mentre scorrono queste parole nella mia mente, penso a voi, che credete fermamente che la giustizia, la dignita’ dell’essere umano, la bellezza del vivere, debbano essere promossi e soprattutto rispettati. Penso a voi, uomini e donne impegnati nei vostri lavori ogni giorno, nei vostri proplemi, nella vostra quotidianita’, penso a voi che date spazio all’altro, che aprite le porte. Penso a voi che accogliete. Avete il coraggio di accogliere, parola davvero profetica e in controtendenza, visto il clima che soffoca il respiro della nostra Italia, anche se credo stia diventando un problema globale.

Ho avuto il dono di condividere con voi un tratto di strada. Abbiamo visto la liberta’ fiorire, riprendere il suo profumo e il suo colore migliore. Ho visto aprirsi porte di case, rischiando consapevolmente l’accoglienza, e sono stati i “Cattivi Ragazzi” a farlo e non le “persone per bene”. Io, come religioso, ho imparato molto da voi, ma sento di dover estendere questo mio pensiero in modo piu’ ampio: noi come Chiesa, come religiosi, abbiamo molto da imparare dal vostro impegno, dai vostri gesti. Lo dico perche’ ci credo davvero, perche’ ne ho avuto esperienza. Ho visto dare del tempo, ho visto ospitalita’ e gratuita’, impegno politico e pensiero critico…ho visto vita!
Grazie “Cattivi Ragazzi” perche’ non avete paura di mostrare a tutti il bello che vi abita, grazie perche’ non avete paura di schierarvi dalla parte dell’oppresso, del diminuito e dell’impoverito.
Vi auguro che cio’ in cui credete, un Dio, un ideale, una valore o un sogno, qualunque cosa sia, possa “bene-dirvi”, ovvero, dire sempre bene di voi.

Vi porto al cuore

Diego (Gigo)

giovedì 12 agosto 2010

Silvia ... pensieri di Gigo

(una rarissima foto di Gigo durante la sua permanenza in Uganda mentre si occupava di ex bambini soldato ... rubata do intenet e che lui probabilmente ignora)

La nostra è una associazione laica, ma ... sulla strada conoscemmo Gigo un frate comboniano, con lui nacque una fraterna amicizia e una leale collaborazione, facemmo varie cose con lui, tra cui l'operazione "Silvia", oggi Gigo è in Africa, stà facendo il noviziato per diventare missionario comboniano, ogni tanto scrive, e questo ricordo di Silvia, questa interpretazione di Silvia, a noi laici, pone domande sull'essenza del suo Dio.

Strano, lo steso giorno che Silvia salì sull'aereo per tornare a casa, ormai libera, Gigo salì su un altro aereo per andare in Africa per afrontare le durissime prove imposte dai comboniani ai suoi missionari ... strana combinazione.


NON HO MAI PARLATO DI SILVIA
...e il suo Magnificat

Non ho mai avuto il tempo materiale di rielaborare, di fermarmi e festeggiare, non solo con le emozioni, ma con tutto ciò che sono e con tutto ciò in cui credo. Non ho cantato la liberazione di Silvia. Non ho potuto danzare la vita, celebrare la resurrezione di una donna, la Pasqua di un essere umano per via della mia partenza ma ora, a distanza di un anno lo faccio. Danzo a modo mio, con le parole. Silvia, non eri tra le ragazze con cui avevo più confidenza. Non mi fermavo mai da te perché ti trovavi in un punto pericoloso, troppe macchine e poco spazio per fermarmi. Forse, quel posto lo avevi scelto volutamente o forse è stato solo un dono della strada che non ti voleva schiava per molto. Quella notte non mi ero fermato per te, forse per quel tuo carattere schivo, timido e poco avvezzo alla notte. Non eri molto socievole e sicuramente non attiravi l’attenzione di uomini poco attenti alla tua dignità. Mi ricordo ancora la frase che mi hai detto, con quegli occhi che a stento trattenevano le lacrime: “ Pastor, I’m tired to sing against God!” , sono stanca di cantare contro Dio! La tua voce è fatta per cantare al tuo Dio e la tua amima ad esserele amica e a gioire ed esultare della sua presenza. È proprio qui che hai intonato il tuo Magnificat. Io non ti conoscevo ma tu sapevi chi ero, mi ero già fermato, ma sinceramente non mi ricordavo quando. “Voglio tornare a casa, aiutami ad andare a casa”. Era la prima volta che vedevo tanta voglia di riprendere a vivere, di ricolorare la libertà con tanto coraggio e determinazione.
Sei salita in macchia e mi hai raccontato al tua storia simile a mille altre storie, a tante vite storte tutte uguali e diverse allo stesso tempo come fiamme di candele davanti ad una statua di un santo. Quando ti abitui al brutto, non ti ricordi più che volto ha la meraviglia e confondi la vergogna con il successo, la morte con la vita. Questo è quello che capita a centinaia di tue sorelle Silvia, che si abituano alla schiavitù mentendo alla libertà che gli spetta e le aspetta, imbrattandosi così nei liquami putridi dei loro stessi trafficanti.
Per te non è stato cosi, tu non hai creduto alla morte addobbata a festa, non hai ceduto alle minacce dei tuoi aguzzini, non hai creduto alle loro bugie vestite di sogno, semplicemente perché hai avuto il coraggio di sognare davvero. Ti volevano far credere che eri finita sulla strada per volere di un dio spietato che aveva pensato per te questo destino. Ti hanno fatto promettere al loro dio di petrolio che non lo avresti mai tradido, non avresti mai disobbedito alla sua inesauribile sete della tua vergogna. Ti hanno imposto il male profumandolo di Dio, e questo purtoppo funziona, ma non con te, tu sentivi che cose grandi erano state pensate per te da Colui che non ti ha mai voluto schiava. Con te il loro sadico gioicattolo si è rotto, sono stati dispersi i loro progetti di morte dei superbi, degli arroganti, della mafia nigeriena e di tutte le mafie e il loro potere si è rivelato nella sua essenza....un nulla. Li hai vinti Silvia! I potenti sono stati rovesciati dai troni, e gli umili sono tornati a rendere la terra un posto umano. Insieme, quel sabato pomeriggio, siamo scappati e tutto ha ripreso il suo colore originario, primordiale. Il brutto ha lasciato il posto alla meraviglia, la schiavitù è svanita con il respiro della libertà, la morte ha perso la sua partita con la vita e Dio è tornato ad esser ciò che è sempre stato...il Dio della vita! La tua fame di vivere è stata ricolmata dei cibi e dei frutti della tua terra e nelle mani della tua madam ci sono 60.000 euro in meno, la ricca è stata rimandata a mani vuote. Ti sei dovuta nascondere per due settimane prima di poter tornare nella tua Africa, tra la tua gente. Ti sei lasciata nascondere perché ti sei fidata, hai aiutato il tuo Dio a soccorrerti e non hai mai perso la speranza, hai avuto l’audacia di credere nell’antica promessa di un Dio che ha voluto essere tuo alleato ...alleato per sempre. Sapevi di rischiare, ti stavano cercando per riportari nel sepoclo in cui vivevi da morta. Amici coraggiosi ti hanno aperto le porte di casa, anch’essi rischiando, ma si sa chi non rischia vive a metà e in quelle case la vita era piena, come lo è ora anche la tua. Ora sei libera. Ti sei liberata! Mi ricordo che quel venerdì notte in cui abbiamo deciso che il giono dopo, sabato, saresti “scappata”, tornando a casa ho dato l’ultimo sguardo al posto in cui eri obbligata a morire ogni notte. Il tuo fuoco bruciava ancora, ma senza di te. Era un dolce vuoto, una bellissima assenza, e ho pensato che non ti avrei più rivista e quel posto non ti avrebbe mai più avuta. Mai più! Era una sensazione strana, era notte e c’era silenzio, ma i colori erano già quelli dell’alba, l’ora in cui l’anima ringrazia e lo spirito esulta.

Diego (Gigo)

mercoledì 11 agosto 2010

LA TRATTA NON VA' IN VACANZA

DONNE ITALIANE, SE A FERRAGOSTO IL CELLULARE DI VOSTRO MARITO SUONA, E’ UNA DI NOI, NIGERIANA, VITTIMA DELLA TRATTA A CHIAMARE… LUI E’ UNO DEI NOSTRI CLIENTI….

Oggi, 15 agosto 2010, noi, nigeriane, vittime della tratta, clandestine, prostitute, ricordiamo che


LA TRATTA NON VA IN VACANZA

Siamo in balia di almeno 10 mila maman che vivono in Italia e prendono i nostri soldi; loro non sono clandestine, non si prostituiscono. Un tempo erano come noi, ma ora no…Legate fra di loro, mettono insieme ingenti somme di denaro. Non è difficile: noi paghiamo a loro 50-60 mila euro e anche di più.

Noi rischiamo il fermo, l’arresto, l’invio in un CIE, il rimpatrio, loro NO, loro sono libere e se qualcuna di noi le denuncia, loro se la cavano in fretta. Anzitutto perché sono legali, sono italiane, al massimo sono considerate colpevoli di favorire la nostra clandestinità, ma quanto a sfruttarci… …dicono che ci lasciano in mano parte dei nostri guadagni e si prendono solo i soldi per l’affitto, la luce, il gas, le spese di condominio.

Ognuna di loro ha tante donne e uomini che le aiutano e vivono alle nostre spalle. Le associazioni e le comunità del nostro paese sanno tutto, ma non dicono e non fanno niente. Neanche i pastori delle chiese nere fanno qualcosa, anzi, molti aiutano le maman.

E così anche oggi, per noi, è una giornata di “lavoro”. Sì perché alla fin fine siamo considerate e diventiamo soltanto delle prostitute. Ce n’è poco di “lavoro” in giro: oggi i bravi maschi italiani sono in ferie con le loro famiglie e con i loro figli. Dieci milioni di clienti in giro per l’Italia…c’è la crisi, ma loro vanno in vacanza lo stesso.

I più assidui sono passati da noi qualche giorno fa e ci hanno lasciato qualche soldo, chi venti, chi 25 euro, qualcuno addirittura 50 euro, per il nostro “ferragosto”…così facciamo festa anche noi, magari un gelato, poi da lunedì torna tutto come prima.

Ma oggi noi li chiameremo ad uno ad uno questi nostri “clienti”…giusto uno squillo, tanto perché le loro mogli possano interrogarsi e chiedere “ma chi è che disturba anche oggi” e i mariti siano costretti a far finta di niente. E se qualche donna vorrà verificare il numero che ha chiamato, beh quello sarà il nostro “numero verde”, il numero di “Joy”, l’amore mio, la bellissima, la fighetta nera dei loro mariti. Siamo comunque qui, anche oggi in strada o nelle case, a disposizione dei maschi più disperati e soli e degli stranieri senza famiglia.

Oggi noi chiameremo al telefono anche tutti i numeri che ci sono stati dati dalle unità di strada, dagli operatori, dai clienti, dai preti, da persone di buona volontà con il suggerimento “chiama qui, vedrai che ti aiutano”…Non ci risponderà nessuno. Oggi, Ferragosto 2010, anche se la tratta non va in ferie, ma gli italiani si, e anche le loro associazioni contro i trafficanti e i mafiosi.

Speriamo, allora, che i giornali, le radio, le tv… trasformino questo nostro testo di protesta in una notizia di cronaca di questo Ferragosto italiano 2010.

Associazione vittime ed ex vittime della tratta - Progetto la ragazza di Benin City

Isoke Aikpitanyi

346 7044126