venerdì 21 novembre 2008

ci sono o ci fanno?




Ultimamente ci sono stati parecchi arresti tra i trafficanti di esseri umani, a prescindere da quello che succederà in fase processuale (secondo noi poco, visto l'andazzo che chi può permettersi avvocati a secchiate può fare quello che vuole), stupiscono due questioni: la prima è che l'imput arriva sempre dall'estero, si tratta di indagini che iniziano sempre in stati altri e che approdano in Italia, la seconda è lo stupore che i giornalista esternano nei loro articoli, quasi a non credere, loro stessi, che un simile crimini sia stato commesso, ma porca puzzola! Succede sotto il naso di tutti, tutti i gorni e non ve ne siete accorti? Mai nessuno si è posto il problema?


E' veramente castrante, sono anni e anni che parliamo di tratta, che puntiamo il dito sugli schiavisti e ogni volta avvertiamo lo stesso stupore. Eppure anche alcuni giornalisti, pochi in verità, ne conosciamo solo due (Gatti dell'Espresso e la Maragnani di Panorama), si danno da fare per far emergere il fenomeno, niente, come diceva un mia caro amico: "vino versato".


Intanto iniziano le prime difficoltà, le strade si svuotano così come si svuotano le comunità di accoglienza che, stupite, si chiedono come mai. E' ovvio, come si fa a contattare le ragazze schiave? Passiamo condominio per condominio a chiedere. "scusi, qui da voi c'è in attività un bordello". Il frutto avvelenato della Garfagna incomicia a colpire, e purtroppo sarà sempre peggio.





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