venerdì 27 agosto 2010

Cattivi Ragazzi.....Pensieri di Gigo

1sh May 2010
Bauleni-Lusaka-Zambia

Il cielo minaccia pioggia e forse, potrebbe essere l’ultima, inaugurando cosi’ la stagione secca. Per sentire ancora il profumo della pioggia dovremo aspettare il prossimo novembre, quando la terra arida e polverosa si destera’ dal suo sonno, sorprendendoci ancora una volta con il segreto della sua maternita’: “Madre Terra, Mamma Africa”.

E’ mezzogiorno, ma le nuvole avvolgono tutto in un costante imbrunire, e i miei pensieri volano veloci, portandomi in Italia. Sto pensando a voi “Cattivi Ragazzi”, penso che ci assomigliamo, che condividiamo la stessa passione per la giustizia e per la pace. In fondo sono anch’io un “Cattivo Ragazzo”. Si, lo so, me lo hanno detto in tanti, non sembro un frate, me lo hai detto anche tu Gianni la prima volta che ci siamo visti: “ …ah…ma…tu sei Diego? Non sembri un frate!” Forse ti aspettavi un ometto pio, con la chierica, il saio e il rosario al collo, ma poi, ti sei trovato me davanti.

Questa e’ una situazione in cui mi trovo spesso e devo dire che mi piace e mi diverte. Prima di tutto sono un uomo, poi se mi chiedi cosa faccio nella vita tento di spiegartelo…ma solo dopo che io stesso l’abbia capito. Non sono nato frate, o meglio, missionario Comboniano, forse lo diventerò, ma poco a poco, dopo aver vissuto un po’, dopo aver viaggiato qualche angolo di mondo, dopo aver avuto l’opportunita’ e il dono di sbagliare e fare delle esperienze che ritengo fondamentali. Un esempio? Lavorare, sudare per mangiare!

Dovrebbero metterla come regola per tutti coloro che vogliono abbracciare la vita religiosa, di qualsiasi religione si tratti. Vuoi diventare prete, un frate, un monaco buddista, un pastore, un rabbino, un imam? Bene! Prima vai a lavorare per una decina di anni e nel frattempo magari studi, pagandoti la tua formazione come fanno migliaia di ragazzi nel mondo, e poi si, sei pronto.Scusate questo accenno alla teologia del Falegname di Nazareth ma ritengo vera una frase dello scrittore francese Charles Pierre Peguy (1860-1914) che mette in guardia i religiosi da un forte rischio:

“ Poiche’ non sono della terra, credono di essere del cielo.
Poiche’ non amano gli uomini, credono di amare Dio”.

O ancora si puo’ citare Paolo di Tarso:

“ e infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono disordinatamante, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesu’ Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace”. (2Tes 3,10-12)

E mentre scorrono queste parole nella mia mente, penso a voi, che credete fermamente che la giustizia, la dignita’ dell’essere umano, la bellezza del vivere, debbano essere promossi e soprattutto rispettati. Penso a voi, uomini e donne impegnati nei vostri lavori ogni giorno, nei vostri proplemi, nella vostra quotidianita’, penso a voi che date spazio all’altro, che aprite le porte. Penso a voi che accogliete. Avete il coraggio di accogliere, parola davvero profetica e in controtendenza, visto il clima che soffoca il respiro della nostra Italia, anche se credo stia diventando un problema globale.

Ho avuto il dono di condividere con voi un tratto di strada. Abbiamo visto la liberta’ fiorire, riprendere il suo profumo e il suo colore migliore. Ho visto aprirsi porte di case, rischiando consapevolmente l’accoglienza, e sono stati i “Cattivi Ragazzi” a farlo e non le “persone per bene”. Io, come religioso, ho imparato molto da voi, ma sento di dover estendere questo mio pensiero in modo piu’ ampio: noi come Chiesa, come religiosi, abbiamo molto da imparare dal vostro impegno, dai vostri gesti. Lo dico perche’ ci credo davvero, perche’ ne ho avuto esperienza. Ho visto dare del tempo, ho visto ospitalita’ e gratuita’, impegno politico e pensiero critico…ho visto vita!
Grazie “Cattivi Ragazzi” perche’ non avete paura di mostrare a tutti il bello che vi abita, grazie perche’ non avete paura di schierarvi dalla parte dell’oppresso, del diminuito e dell’impoverito.
Vi auguro che cio’ in cui credete, un Dio, un ideale, una valore o un sogno, qualunque cosa sia, possa “bene-dirvi”, ovvero, dire sempre bene di voi.

Vi porto al cuore

Diego (Gigo)

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